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CULTURA ITALIANA ALL'ESTERO - A VOLTE TORNANO: A CITTA' DI CASTELLO TORNA "LO SPOSALIZIO DELLA VERGONE DI RAFFAELLO" MA E' UN CLONE

(2020-12-22)

  Dopo 222 anni torna a casa nella Chiesa di San Francesco a Città di Castello (Pg) lo Sposalizio della Vergine di Raffaello,ma è un clone.  Si tratta della seconda opera che in questa nuova versione - grazie alla precisione con la quale è realizzata - viene esposta al pubblico straniero. La prima, il Davide di Michelangelo, in arrivo all'EXPO' di Dubai, proveniente da Firenze.
In entrambi i casi il fattore che viene messo in luce è la precisione tecnica e, dunque, l'alto livello tecnologico raggiunto dall'Italia proprio nell'ambito culturale. Fattore, in realtà, da tempo vincente da parte del nostro Paese nel bacino del Mediterraneo, in particolare, ma non solo in quest'area.

Lo "Sposalizio della Vergine", opera d'esordio dell'artista, gli fu commissionato da Filippo Albizzini per l’altare di famiglia nella chiesa di San Francesco a Città di Castello.

La Tavola rappresenta lo sposalizio tra Maria e Giuseppe celebrato da un sacerdote presenti per la sposa un gruppo di donne, e, per Giuseppe alcuni uomini, tra i quali si conta un pretendente che spezza un l bastone che, non avendo fiorito, ha determinato la selezione dei pretendenti.

L'opera fu ultimata a ventuno anni nel 1504 per questa chiesa, dalla quale venne poi rimossa nel 1798 dal generale napoleonico Lechi, per poi approdare a Milano, alla Pinacoteca di Brera dove oggi è conservata.

La tavola, datata e firmata 1504 a lettere capitali sulla cornice del tempio, costituisce l’elemento più significativo della prima attività di Raffaello, segnata in maniera preponderante dall’influenza di Perugino. Essa, infatti, viene spesso messa a confronto con il medesimo soggetto realizzato tra 1501 e 1504 da Perugino per la cappella del Santo Anello nella Cattedrale di Perugia (ora al Musée des Beaux Arts, Caen).

Allo stesso tempo, l’opera di Raffaello segna il superamento dell’insegnamento della scuola umbra: nella composizione raffaellesca, infatti, è evidente il maggior movimento dato alle figure e la tensione ad una fusione tra personaggi e ambiente circostante.

La copia dell'opera viene ora esposta a Città di Castello, dal 23 di dicembre, "frutto di sofisticati processi di acquisizione e stampa 3D d'avanguardia, capaci di rappresentare fedelmente la pennellata materica di Raffaello, le linee di costruzione, i cretti e tutte le imperfezioni presenti sull'originale della tavola".

La riproduzione, che verrà collocata proprio nella cappella per la quale Raffaello aveva dipinto l'originale è il risultato dell'elaborazione dell'immagine digitale in "gigapixel+3d" del capolavoro, acquisita lo scorso 2 novembre alla pinacoteca meneghina da Haltadefinizione, tech company del gruppo Franco Cosimo Panini Editore dedita all'arte e ai beni culturali.

Per celebrare l'evento e il dono alla comunità locale, è prevista domani  una serata ideata e curata dal regista Giuseppe Sterparelli.  a partire dalle 18 l'intera facciata gotica di San Francesco si animerà con la proiezione delle immagini in ultra-definizione del dipinto, uno spettacolo di luci accompagnato dalle note del compositore Salvatore Sciarrino, una sinfonia modulata dalla Deuxième année de Pèlegrinage di Franz Listz e dedicata proprio allo "Sposalizio" di Raffaello. (22/12/2020-ITL/ITNET)

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