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UNIVERSITA' ITALIANE NEL MONDO - LIBERA CIRCOLAZIONE RICERCA: LA PROPOSTA DI UN GRUPPO DI RICERCATORI DEL DIPARTIMENTO DI BIOLOGIA AMBIENTALE DE LA SAPIENZA

(2020-07-29)

  Un team di ricercatori, coordinati da Giovanni Destro Bisol del Dipartimento di Biologia ambientale, ha sviluppato una proposta maturata nell'ambito di uno studio che si basa su un aspetto legato alla pandemia da COVID-19, quello importante e positivo della disponibilità completa, veloce e senza barriere economiche delle nuove conoscenze mediche sul Coronavirus

Il dato fondamentale emerso nella ricerca, a cui hanno partecipato anche Marco Capocasa e Paolo Anagnostou, è che il 90% degli studi sul Coronavirus è stato pubblicato in accesso aperto e immediato, tra cui anche quelli pubblicate sulle riviste più prestigiose come Nature e Science, un valore quasi doppio di quello osservato per altre importanti malattie. Visto che l’infettività, la patogenesi e il decorso clinico del COVID-19 non sono ancora del tutto comprese, la disponibilità di nuove conoscenze può essere decisiva per migliorare sia gli approcci preventivi che quelli terapeutici.

La straordinaria condivisione delle ricerche sul Coronavirus si potrebbe però estendere, secondo i ricercatori, anche ad altre patologie di grande impatto sulla salute pubblica come le malattie cardiovascolari e i tumori le cui vittime sono di un ordine di grandezza superiore al bilancio, seppur provvisorio, delle vittime del COVID-19.

A indicare una strada sono gli stessi dati raccolti nel corso dello studio, i quali mettono in evidenza come più della metà del divario tra Coronavirus e le dieci patologie con la più alta mortalità a livello globale in termini di accesso aperto alle pubblicazioni potrebbe essere colmato semplicemente sfruttando la possibilità che molti publisher scientifici danno ai ricercatori di mettere immediatamente online gli articoli che hanno superato il vaglio del controllo scientifico, ma che non sono ancora stati composti tipograficamente. Per avvicinarsi al 100% di lavori in accesso aperto, bisognerebbe fare poi un ulteriore passo: eliminare le restrizioni alla condivisione dei lavori appena accettati, come l’embargo a tempo.

Una maggiore disponibilità dei risultati degli studi scientifici in medicina per gli studiosi e i professionisti avrebbe non solo un impatto importante sulla ricerca scientifica e la pratica clinica in generale, ma anche un forte significato etico. A trarne vantaggio sarebbero soprattutto le nazioni che dispongono di minori risorse per la ricerca e per le cure, ma che in molti casi soffrono delle conseguenze più gravi delle patologie.

"Il Coronavirus - spiega Giovanni Destro Bisol - può rappresentare un punto di svolta verso una disponibilità completa, veloce e senza barriere economiche delle nuove conoscenze mediche, quella che in ambito anglosassone viene definita 'health information for all'”. (29/07/2020-ITL/ITNET)

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