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UNIVERSITA' ITALIANE NEL MONDO: FANO MARINO CENTER A BOLOGNA IN RAPIDA CRESCITA A LIVELLO NAZIONALE ED INTERNAZIONALE

(2020-07-31)

  Un nuovo sito internet, un nuovo logo, i primi articoli scientifici e progetti didattici. Non è stata interrotta neppure dal lockdown l’attività dei ricercatori che hanno iniziato a popolare gli edifici dell’Università di Bologna di Viale Adriatico dove ha sede il Fano Marine Center, laboratorio congiunto per lo studio della biodiversità e delle biotecnologie marine. Proseguono i progetti dell’Acquario e del rinnovo dell’edificio

      Sono complessivamente 51 i ricercatori, tecnici di supporto alla ricerca e componenti lo staff amministrativo, ovvero il personale cosiddetto “affiliato”, che, a partire dal mese di gennaio, hanno iniziato a popolare i locali del Fano Marine Center, ma soprattutto hanno iniziato a tessere una serie di relazioni e contatti che rappresentano la linfa vitale di cui si nutre l’attività di ricerca.

Il Fano Marine Center è una struttura di ricerca autonoma ed internazionale che ha sede nel plesso di Viale Adriatico del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Bologna. Ci sono i biologi e ecologi marini e molecolari, i microbiologi, i bioinformatici, i chimici, i geologi, i biotecnologi, i medici veterinari, gli antropologi, gli ingegneri, gli scienziati ambientali; tutti appartengono all’Università di Urbino, all’Università Politecnica delle Marche, all’Istituto per le Risorse Biologiche e le Biotecnologie Marine del Cnr di Ancona (IRBIM CNR), alla Stazione Zoologica Anton Dorhn oltre che a vari dipartimenti dell’Università di Bologna, tutti enti che, assieme al Comune di Fano, hanno siglato l’accordo che ha portato alla nascita del centro. Diversi sono gli articoli scientifici pubblicati su riviste internazionali che presentano la ricerca anche con l’affiliazione Fano Marine Center, su argomenti di punta come ad esempio quelli sul microbioma, risposte citoprotettive e cambiamenti climatici, quelli sulle analisi storiche della sedimentazione costiera e impatti sugli organismi bentonici, quelli sulla riproduzione degli invertebrati marini, quelli sui meccanismi fondamentali di accrescimento scheletrico, o quelli su l’accumulo di inquinanti organici negli invertebrati del Mar Mediterraneo.

Poi a febbraio è scoppiata l’emergenza COVID-19. Il Coronavirus ha solo apparentemente segnato una battuta di arresto. Il periodo del lockdown è infatti stato impiegato per portare a termine alcune attività “a distanza”.

In particolare è stato messo online alcune settimane fa il nuovo sito internet del Centro, raggiungibile all’indirizzo: https://fanomarinecenter.eu/it  Progettato dall’Università di Bologna è stato realizzato con Plone, un Content Management System open source. Si tratta di un software estensibile, facile da usare, produttivo e personalizzabile sia per quanto riguarda la grafica, sia nella strutturazione dei singoli template (modelli di pagina). L’architettura informativa del sito è nata da attività di benchmarking tra i siti di settore nazionali e internazionali.

L’obiettivo è stato quello di far emergere i contenuti di interesse del Centro, di promuovere la ricerca integrata e multidisciplinare e i ricercatori che la portano avanti a livello nazionale e internazionale. Una volta abbozzata l’architettura è iniziato un fitto dialogo tra i tutti i partner. Grazie agli spunti dei ricercatori il sito si è arricchito e popolato di testi e immagini. Una pagina è stata dedicata anche alla città di Fano e alla lunga storia che la lega al mare. A breve andrà online anche la versione inglese.

Il periodo del lockdown è stato utile anche per proseguire nella progettazione degli spazi comuni e dell’acquario.

La visita all’acquario di Fano sarà concepita come un viaggio educativo nel mondo marino dalla battigia all’ambiente pelagico, dai mari temperati a quelli tropicali e offrirà la possibilità di affrontare diverse tematiche dall’ecologia- biologia e conservazione delle singole specie ospitate, alle problematiche del Mar Mediterraneo e quelle a carattere globale.

Il percorso espositivo si articola in 8 vasche di forme diverse e volumi variabili da 2000 a 27000 litri. La diversità di dimensioni delle vasche consente l’esposizione di specie animali e vegetali di nei loro microhabitat ricreati, fino a quelle più grandi con visione fino a di 6 metri di ampiezza. Si crea inoltre un’alternanza di scala che accompagna il visitatore per tutto il suo “viaggio”. (31/07/2020-ITL/ITNET)

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