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ITALIANI E ITALIANI ALL'ESTERO - COVID-19/ FONDI "EMERGENZA" - SOTTOSEGR.MERLO( MAECI): EROGATI SECONDO REGOLE E PROCEDURE DISCIPLINA ORDINAMENTO E FUNZIONI UFFICI CONSOLARI. "CURA ITALIA" AMPLIFICA MARGINI INTERVENTO".

(2020-05-19)

  "I 4 milioni di euro aggiuntivi che il Cura Italia, convertito in legge, assegna al MAECI quest’anno, sono destinati ad assistere  italiani all’estero in condizioni d’indigenza o necessità. I fondi integrativi serviranno in particolare ad
aiutare i connazionali più vulnerabili ad affrontare le conseguenze dell’emergenza Covid."  Ad intervenire rispondendo alle due interrogazioni poste dagli On.li di Forza Italia Fucsia Nissoli e Osvaldo Napoli e dell'on. Lia Quartapelle Procopio  (PD), il Sottosegretario Agli Affari Esteri con delega per gli italiani all'Estero, Ricardo Merlo che, sui criteri di erogazione dei fondi, ha dichiarato

" Essi verranno erogati secondo regole e procedure già previste dalla disciplina generale sull’ordinamento e le funzioni
degli uffici consolari (Decreto Legislativo n. 71 del 2011, articoli 24-27).

L’ufficio consolare può concedere sussidi ai cittadini che versano in stato d’indigenza, e, in via eccezionale, erogazioni in
denaro con promessa di restituzione, per comprovata urgenza, nel caso vi sia uno stato di occasionale grave necessità non altrimenti fronteggiabile. Il Cura Italia amplia, per un periodo di tempo, i margini d’intervento della nostra rete all’estero. E introduce la possibilità, fino al 31 luglio 2020, di erogare sussidi anche a cittadini non residenti nella circoscrizione consolare (comma 4-ter, dell’articolo 72).

Per valutare lo stato di necessità e accertare l’indigenza, ciascun Ufficio della rete diplomatico-consolare si avvale di
parametri motivati e trasparenti, anche sulla base del contesto locale, come, ad esempio: numero dei componenti e reddito complessivo del nucleo familiare, costo della vita in loco, possibilità di accesso ai sistemi di welfare pubblico laddove presenti. E ciò al fine di individuare una soglia d’indigenza che rappresenti il parametro guida per l’erogazione del sussidio. Così prevede la Circolare MAECI n. 2 del 2018 sull’assistenza ai connazionali all’estero.

L’ammontare del sussidio non può quindi essere predeterminato, ma viene  valutato in base alle effettive esigenze dei
connazionali e alle caratteristiche e specificità del Paese in cui questi si trovano.
La possibilità introdotta dal Cura Italia di erogare sussidi anche a cittadini non residenti nella circoscrizione consolare
fino il 31 luglio 2020 introduce certamente un elemento di flessibilità che contribuisce ad accrescere l’efficacia dell’azione degli uffici consolari. Una proroga di tale termine non appare, tuttavia, al momento strettamente necessaria, dato che quello della residenza è un criterio che in realtà può essere superato, seppur in via del tutto straordinaria, già in base alla disciplina sul funzionamento degli uffici consolari (articolo 74 del Decreto Legislativo n. 71 del 2011).

Ciò è possibile se il connazionale che ne fa richiesta versa in condizioni evidenti ed effettive d’indigenza (anche sopravvenuta a seguito, ad esempio, della chiusura di attività economiche e commerciali o della perdita d’impiego) e che sia stato accertato che il connazionale non sia in grado di contrarre un prestito con promessa di restituzione né di restituirne l’ammontare (neanche in tempi più estesi rispetto ai tre mesi di norma prescritti).

Quanto ai criteri per la ripartizione delle dotazioni finanziarie assegnate dal Cura Italia, non è prevista una suddivisione
preordinata tra le diverse Sedi, dal momento che non è possibile conoscere in anticipo le richieste di assistenza economica dei connazionali, né la loro entità.

La Farnesina provvederà, quindi, a erogare i finanziamenti sulla base di motivate richieste d’integrazione di bilancio degli
Uffici all’estero contenenti informazioni dettagliate relative al numero di connazionali che hanno bisogno di essere assistiti e all’ammontare necessario per poter far fronte alle richieste di assistenza. Ciò al fine di poter allocare al meglio le nuove risorse disponibili.

Con il diffondersi dell’epidemia da Covid-19, le richieste d’integrazione di bilancio da parte degli Uffici della rete diplomatico-consolare stanno, naturalmente, aumentando in maniera notevole. Per fornire qualche numero, negli ultimi due mesi sono pervenute dalla rete diplomatico-consolare 27 richieste d’integrazione di bilancio per un ammontare complessivo di circa 500.000 euro, così ripartite: il 28 per cento dall’Europa, il 25 per cento dall’Africa, il 20 per cento dall’America Latina, il 18 per cento dall’Asia, il 4 per cento dall’America Settentrionale, come pure il 4 per cento dall’Oceania.

Mentre molti connazionali, soprattutto quelli residenti nei Paesi dell’Unione Europea, potrebbero continuare ad accedere
alle coperture previste dai locali sistemi di welfare, sono numerosi i cittadini italiani che invece hanno all’estero un lavoro sommerso o non hanno registrato la propria presenza presso le autorità locali. In questo caso non potrebbero accedere alle misure di sostegno sociale o assistenziale nei Paesi in cui si trovano.

La situazione per questo gruppo particolarmente vulnerabile di connazionali potrebbe ulteriormente aggravarsi qualora
il prolungamento della crisi non permettesse loro di riprendere a lavorare. Potrebbe quindi senz’altro essere opportuna
un’ulteriore integrazione dei fondi per l’assistenza, il cui valore tuttavia è al momento difficile da quantificare.

Vorrei, infine, ricordare che, sin dall’inizio dell’emergenza epidemiologica, la Farnesina ha fornito indicazioni operative
a tutte le Sedi della rete per assicurare la massima assistenza possibile ai nostri connazionali all’estero in una congiuntura imprevista e del tutto straordinaria. Con le novità poi introdotte dal Cura Italia, nuove, specifiche istruzioni sono state diramate a tutti i nostri uffici all’estero sulle modalità di erogazione dei sussidi, e sulla necessità di darne la più ampia diffusione possibile ai connazionali e alle nostre comunità, anche attraverso gli organi di rappresentanza degli italiani all’estero." ha concluso il SottoSegretario Ricardo Merlo.

  All'intervento dell'esponente del Governo hanno fatto seguito la dichiarazione dell'on.Osvaldo NAPOLI (FI),cofirmatario dell'interrogazione presentata dall'on. Fucsia Nissoli, è stata di totale insoddisfazione.  A suo avviso, l’Esecutivo non ha stabilito criteri chiari ed univoci per l’accesso alle misure di sostegno che rischiano, dunque, di essere soggette alla discrezionalità della burocrazia.
Inoltre, sottolinea l’esiguità delle risorse messe a disposizione – circa quattro milioni di euro – in rapporto al numero dei connazionali all’estero- circa sei milioni –, rilevando che si tratta di una elargizione modesta, del tutto inadeguata
considerando il ruolo che le nostre comunità all’estero possono svolgere in un percorso di rilancio dell’export italiano e, in generale, di promozione del Made in Italy nel mondo.

L'on. Lia Quartapelle (PD), invece,  si è dichiarata  soddisfatta della risposta del Governo. A suo avviso, la scelta di
adottare criteri elastici si è rivelata vincente, dal momento che le situazioni risultano assai eterogenee da Paese a Paese.
Ed ha espresso, inoltre, apprezzamento per la scelta di erogare i sussidi anche ai cittadini non residenti nella circoscrizione consolare, ricordando, a questo riguardo, la difficile situazione di taluni connazionali in Australia ed Oceania. Infine, ha preannuncito, a nome del proprio gruppo, l’impegno ad incrementare le risorse per il sostegno
degli italiani all’estero nell’ambito dell’esame del decreto-legge « Rilancio », anche per coprire i costi di ulteriori operazioni di rimpatrio, rinnovando l’apprezzamento per l’azione svolta dalla Farnesina in questo ambito nelle scorse settimane..(19/05/2020-ITL/ITNET)

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