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DIRITTI DEI CITTADINI - LA FAMIGLIA ITALIANA: BORZI' ESERCITO DEL BENE MA SCOLLEGATO. BUDANO : SERVONO RISPOSTE MULTIDIMENSIONALI. ROSSINI: BENE REDDITO CITTADINANZA MA SERVE FASE 2. MIN.BONETTI:"NEL FAMILY ACT COINVOLGERE TUTTI SOGGETTI ATTIVI

(2019-12-04)

  Alla presentazione del rapporto IREF/ACLI (http://www.italiannetwork.it/news.aspx?ln=it&id=60279) sulla famiglia e’ intervenuta Lidia Borzi', Presidente Provinciale delle Famiglie delle ACLI di Roma, che ha subito affrontato il tema della natalita’.

"La famiglia viene da noi considerata la prima officina di futuro, purtroppo sappiamo pero' che la famiglia non e’ sostenuta in Italia. Neanche nella citta’. Molto spesso le politiche assistenziali vengono confuse con le politiche per la famiglia che sono invece politiche per lo sviluppo,” ha esordito Borzi’.

"Quotidianamente su Roma cerchiamo di declinare il nostro impegno verso la famiglia su due filiere: lavorare per e con le famiglie tra visione e concretezza. Stiamo cercando di ascoltare questo grido della citta’ con i Punti Famiglia: ce ne sono quattro molti attivi nella citta’. Senza dimenticare il camper. Nel nostro piccolo, su Roma, stiamo portando avanti un modello di inclusione attiva, di promozione sociale che mette al centro la famiglia e passa dall’ascolto dei bisogni e prova a costruire delle risposte coerenti che misuri l’impatto che le risposte politiche hanno sul soggetto sociale,” ha aggiunto Borzi'.

“'Nella nostra citta’ c'é un grande esercito del bene ma spesso scollegato e le istituzioni non raccolgono e non mettono a sistema tutto quello che fanno le organizzazioni sociali. Eppure, solo le istituzioni possono fare diventare le buone pratiche delle buone politiche” ha sottolineato  Borzi’, annunciando il lancio del portale Parete Famiglia, un luogo di raccolta di tutti i servizi per la famiglia.

"Stiamo inoltre lavorando tanto sulla poverta’ educativa insieme con grandi organizzazioni e questo e’ un tema che sa di futuro. La strada che hanno preso le ACLI nazionali e’ quella di provare a costruire delle risposte per il domani investendo sulla famiglia,” ha concluso Borzi’

Tra i relatori Gianluigi De Palo, il consigliere di Presidenza Acli, che definito la questione della denatalita’ una peste bianca.
"Gli anziani nel 2035 dovrebbero essere 5 milioni e queste persone dove andranno a finire? In strutture pubbliche, e questo comportera’ un aumento dei costi. Crollera’ il welfare, così come crollera' il sistema sanitario. In futuro bisognerà pagare le pensioni perché se non c'é un ricambio crolla tutto. Noi abbiamo un petrolio: la famiglia che pero’ non riusciamo a mettere a frutto. Ed e’ una grande sconfitta,” ha dichiarato De Palo sottolineando come con la crescita del numero dei figli cresca anche per molte famiglie il rischio poverta’.

“E’ un dato allarmante in un paese a natalita’ bassissima. Urge quindi una sintesi, e l' auspicio e’ quello di sollecitarla proponendo soluzioni. Qualche anno fa si parlava di Quoziente familiare che pero’ non e' apprezzato dai sindacati. Quindi il Forum ha proposto il Fattore Famiglia che non era pero’ comprensibile dalla famiglie. Da anni noi insistiamo con l'assegno unico.Abbiamo chiesto di mettere insieme le tante risorse e dare a tutti, ma proprio a tutti,un assegno universale. Deve passare l’idea che un figlio e’ un bene comune. Sono coloro che pagheranno un domani le pensioni,” ha affermato De Palo.

Presente Gianluca Budano, Consigliere di Presidenza Nazionale Acli, che ha esordito precisando come otto malati di alzheimer su dieci siano a carico delle famiglie.
“Esiste una sorta di welfare parallelo che se non esistesse creerebbe un fabbisogno inevaso. Ma ci sono anche i problemi legati alla povertà sanitaria, alla poverta’ minorile e alla violenza sulle donne.E sinora ci sono state solo politiche a spot, politiche legate ad un frammento. Il soggetto famiglia richiede invece delle politiche sistematiche, integrate che la considerino nel suo complesso. Almeno attraverso tre elementi su cui abbiamo fatto anche delle proposte:la riforma del sistema del welfare di accesso attraverso la creazione di uno sportello unico per la famiglia; poi la demonetizzazione di alcuni servizi: per alcune fasce inoltre, come i minori e la disabilita’, ci vogliono denari e servizi. C'é poi il tema del reddito, su cui bisogna dire che per quanto riguarda le politiche pubbliche qualcosa si muove,” ha spiegato Budano.
"In questa ottica, abbiamo provato a costituire un tavolo interno per integrare i soggetti che si occupano di politiche familiari nella nostra organizzazione, per parlare un linguaggio comune e affinare strategie comuni,” ha sottolineato Budano.
"Siamo chiamati davanti a una multicomplessita’ e a una multiproblematicita’ che presentano famiglie con fragilita’ e dobbiamo dunque pensare a risposte multidimensionali,” ha concluso Budano.

Al tavolo dei relatori anche il Presidente nazionale delle Acli, Roberto Rossini, che ha avanzato la proposta di " Livelli essenziali di prestazione per le famiglie italiane” “pur apprezzando l’azione del governo attuale che “ha rimesso al centro dell’agenda le politiche di sostegno ai nuclei familiari e le linee guida annunciate dalla ministra Bonetti, le Acli non possono non sottolineare il contesto difficile e disomogeneo, con divari di assistenza e scolarizzazione enormi tra Nord e Sud, nel quale dare attuazione a politiche di sostegno universali”. Per questo, “anche in virtù di un’avanzata discussione sull’autonomia regionale differenziata, proponiamo che le misure di sostegno alla genitorialità, gli investimenti sulla natalità, asili nido e formazione scolastica siano inseriti all’interno di un disegno più ampio e organico di Livelli essenziali di prestazione”.
“Bisogna garantire che oltre al denaro erogato, ci possano essere una serie di servizi per riuscire ad intervenire sulla questione della poverta’. Per quello che attualmente si puo’ dire, il reddito di cittadinanza sta andando bene dal punto di vista del numero delle persone raggiunte, e sta andando bene in termini di sostegno economico. Pero’ fa fatica a partire la fase 2 che e’ quella relativa ai progetti di lavoro” ha precisato Rossini.

Sull’attenzione del governo nei confronti delle politiche familiari si e’ soffermata l'On. Elena Bonetti, Ministro delle Pari Opportunita’ e la famiglia. 

“Uno dei dati piu’ devastanti e’la denatalita’ che ha raggiunto il tasso di fecondita' di 1,29. Un dato preoccupante.E’ un'attitudine del nostro paese non piu' individualec he dice di non essere piu’ nelle condizioni di strutturare una progettualita’ di se’ in futuro. Il fatto che oggi non ci si apra ad una progettualità familiare e’ una responsabilita’ della comunita’ tutta intera di non sapere favorire questa liberta’ di scelta e questo desiderio. Questa possibilità che tutti debbono avere, richiede un intervento strutturale. Come tutti i progetti e i processi complicati di prospettiva non possono essere risolti con dinamiche semplici o veloci,tuttavia la strada va costruita e indirizzata,” ha precisato il Ministro Bonetti sottolineando che le diverse politiche familiari avanzate, come il Family Act, debbono coinvolgere tutti i soggetti attivi in questo settore.

“ All’interno del Family Act, che vuole essere un progetto integrato per promuovere la dimensione sociale del paese, vorremmo attivare diverse misure. Alcune finalizzate a valorizzare la famiglia come nucleo sociale fondante di cui il Paese si deve fare carico. Per esempio le politiche sugli asili nido che prevedono contributi per le famiglie per iscrivere i bambini al nido. Poi abbiamo stanziato 2.3 miliardi di euro in dieci anni per un fondo straordinario per la costruzione di nuovi asilo nido per coprire queste carenze,” ha evidenziato Bonetti.

"Questa progettualità, sostegno alla famiglia e creazione di asili nidi, e’ la dinamica che va attuata per affermare che non solo vanno offerti dei servizi alle famiglie ma che il Paese si deve fare carico, con le famiglie, dell’educazione dei bambini.Il diritto all'educazione necessita dell'attuazione della nostra responsabilità e che non può solo essere relegata alla famiglia. E’ un'alleanza che va costruita con la famiglia,” ha aggiunto Bonetti sottolineando come le famiglie oggi siano il luogo dell’incontro, e il luogo dove si incontrano le differenze. 

"Se cosi e’, questo significa che deve esserci corresponsabilita’ tra le donne e gli uomini. Debbono esserci alleanze tra generazioni che permettano un nuovo equilibrio che metta al centrole nuove generazioni. Quindi accanto al problema denatalita’, c'é anche quello di attivare tutte le energie positive che i giovani sanno mettere in campo. Abbiamo politiche troppo sbilanciate verso certe fasce generazionali,” ha affermato Bonetti ribadendo come l’introduzione del congedo di paternita’ garantisca al bambino la presenza educante di tutta la comunita’ nel quale e’ inserito. 

Il Ministro Bonetti ha anche ricordato il bando ‘Educhiamo’, in uscita a gennaio, per finanziare con 30 milioni di euro, progetti educativi nell’ottica di una territorialita’.

Il Ministro ha inoltre sottolineato come le famiglie abbiano bisogno di maggiore ricchezza.
"L'Assegno Unico serve per attivare politiche di investimento non assistenziali che riconoscano come le famiglie diano un apporto fondamentale alla collettivita’,” ha dichiarato Bonetti auspicando una defiscalizzazione per le spese legate allo studio. 

Tra i relatori, Antonietta Censi, docente di sociologia della famiglia Universita’ 'La Sapienza’ che ha ribadito come non esista piu’ un unico tipo di famiglia. “Ci sono tanti volti e diversamente complessi. Fare famiglia oggi non significa seguire un percorso unico e irreversibile. Comprende tanti modi: oggi ci troviamo di fronte ad una societa’ dove si privilegia l'etica della scelta. La famiglia fa riferimento al passato, alla tradizione ma anche a valori nuovi che Prescindono dal matrimonio. Coniugalita’, generativita' e genitorialita’ non si declinano piu’ insieme,” ha affermato Censi lamentando la chiusura dei Centri per la Famiglia in parte sostituiti dai Punti per la famiglia.

Da segnalare l’intervento di Carla Collicelli, collaboratrice CNR,ha evidenziato la bassa considerazione della famiglia nella riflessone politica. “E’ un paradosso perche’ la nostra societa’ era fondata sulla famiglia. Quali elementi determinano questa bassa considerazione? Prima di tutto, una sorta di divisone dei compiti che si e’ consolidata, tra il pubblico e il privato e la Chiesa. Come si ci fossero due realta’ che non si integrano. Si ha la sensazione, in questo mondo cattolico, che ci sia una titolarita’ limitata, come se le cose di famiglia riguardassero solo una parte di societa’. Un secondo elemento, la famiglia ha subito e sta subendo processi di disgregazione, vi sono tante generazioni ma esili, la solidità della famiglia va scomparendo. E’ una lunga catena ma molto fragile. E’ un soggetto, secondo molti studiosi,che sta scomparendo: siamo tutti singoli individui,” ha affermato Collicelli.

"Inoltre oggi la famiglia e’ fortemente femminilizzata: il ruolo normativo una volta attribuito alla figura paterna e’ ricaduto sulle spalle delle donne. E questo e’ un ulteriore elemento che porta alla scarsa considerazione della famiglia. Sembra che se la famiglia e’ sempre piu’ una questione di donne non e’ molto importante occuparsene,” ha concluso Collicelli lamentando l’invisibilita’ della famiglia nelle politiche pubbliche.  (04/12/2019 -ITL/ITNET)

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