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PATRONATI ITALIANI NEL MONDO - FRONTALIERI: PROGETTO EURADRIA A SUPPORTO LAVORATORI FRONTALIERI FRA SLOVENIA E ITALIA - PARTECIPANO CGIL CISL E UIL E PATRONATI INAS E INCA SLOVENIA

(2019-10-11)

  Il progetto EURADRIA è un partenariato tra enti istituzionali e sindacali di Italia e Slovenia, il cui obiettivo è quello di fornire supporto, informazione e tutela agli oltre diecimila lavoratori frontalieri della regione. INCA Slovenia, partner del progetto,  ne racconta  gli obiettivi e gli ultimi sviluppi sul web site di ITACA, ASSOCIAZIONE TRANSNAZIONALE con sede a Bruxelles.

Martedì 24 settembre sono partite le tavole rotonde programmate e organizzate da CISL FVG con la Collaborazione di tutti i partner del progetto EURADRIA 2019: Regione Friuli Venezia Giulia (capofila), SDGZ URES –Trieste (Slovensko deželno gospodarsko združenje- Unione Regionale Economica Slovena ), UIL-FPL Trieste (UIL Federazione Poteri Locali), Obalna sindikalna organizacija – KS 90 (Organizzazione sindacale costiera Confederazione sindacale 90), PGZ (Camera di commercio costiera Slovena), Patronato INAS Slovenia, CISL, ZRSZ (istituto – servizio per l’impiego), ANPAL, CGIL Trieste, INFORMEST e Patronato INCA CGIL Slovenia.

Alle tavole rotonde, oltre a tutti i partner di progetto, hanno partecipato attivamente, confrontando le proprie esperienze e prassi e manifestando pieno supporto al tavolo in costruzione, i rappresentanti delle istituzioni INPS, INAIL, ZPIZ (Ente previdenziale Sloveno), FURS (Agenzia delle Entrate slovena), CSD Slovena (Centro di assistenza sociale, parte dell’unità centrale per la famiglia e gli affari sociali), ZZZS (Istituto di assicurazione sanitaria Slovena), CCIAA (Camera di Commercio, Industria, Agricoltura e Artigianato), Autorità portuale di Trieste, CONFAGRICULTURA Trieste (Confederazione Generale dell’Agricoltura Italiana), Università degli Studi di Trieste, ASUITS (Azienda Sanitaria Universitaria di Trieste).

Attraverso confronti e discussioni dei casi concreti e lo scambio di buone pratiche tra tutti i partner, sono state affrontate una serie di tematiche cruciali che interessano oltre 10mila persone in entrata e uscita tra Slovenia e Italia. Questioni quotidiane con fortissime ricadute sul territorio, che si tratti di richieste di assistenza per assegni familiari, disoccupazione, malattia, infortunio, disabilità e anche fiscalità.

Presentando i casi dietro i quali ci sono storie di persone vere, frontalieri per scelta o necessità: si tratta di lavoratori che lavorano in uno Stato, ma risiedono in un altro e che, per definizione legislativa, si spostano almeno un giorno alla settimana. Storie che hanno dei nomi, come quella di un lavoratore artigiano sloveno, oggi disabile e con “l’eterna sensazione di avere una frontiera dentro”; o quella di un lavoratore che lavora in Italia come operaio e che ha lottato per gli assegni familiari, dovendosi occupare di un figlio paralizzato; o, ancora, la storia di un tornitore rimasto senza due dita e imbrigliato nella burocrazia di confine del riconoscimento dell’infortunio. Succede troppo spesso che i lavoratori siano totalmente ignari dei propri diritti oppure che chiedano assistenza e tutela quando ormai è troppo tardi per poterli aiutare: eppure basterebbe un po’ di informazione in più.

Informazioni che oggi, grazie al progetto Euradria, finanziato dalla Commissione Europea (con capofila la Regione Friuli Venezia Giulia) tramite la Direzione centrale lavoro, formazione, istruzione e famiglia, vengono veicolate non solo dagli InfoDesk aperti tra Italia e Slovenia e dedicati ai lavoratori e agli imprenditori, ma anche attraverso iniziative più “tecniche” come la serie di tavole rotonde di studio e discussione tra i partner su tematiche specifiche.

L’obiettivo del progetto EURADRIA è proprio quello di abbattere gli ostacoli che incidono sulla mobilità dei lavoratori frontalieri, sapendo che il permanere di questi ostacoli non produce certo un effetto di dissuasione alla mobilità delle persone ma, piuttosto, favorisce il perpetuarsi di un mercato del lavoro irregolare con tutte le conseguenze che a questo si accompagnano; trovare assieme percorsi e momenti di conoscenza reciproci per cogliere o individuare buone pratiche da diffondere il più possibile, grazie al supporto della Regione Friuli Venezia Giulia; rendere questi incontri più regolari, se non permanenti, perché solo condividendo e discutendo dei problemi reali, nonostante le diverse interpretazioni dei regolamenti europei e le diverse interpretazioni delle legislazioni nazionali, possiamo raggiungere gli ambiziosi obiettivi che il progetto si è dato. (11/10/2019-ITL/ITNET)

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