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LAVORO - DECRETO DIGNITA' - IN VENETO PIÙ POSTI A TEMPO INDETERMINATO. NEL 2019 + 66%. ASSESSORE DONAZZAN, “RISULTATI POSITIVI MA DA CONFERMARE SUL MEDIO-LUNGO TERMINE”

(2019-09-07)

Aumentano in Veneto i posti di lavoro a tempo indeterminato, in particolare per le
trasformazioni dei contratti a tempo determinato. Ad analizzare i dati del primo
semestre 2019 è lo studio dell’Osservatorio di Veneto Lavoro. Il report mette sotto la
lente gli effetti del ‘Decreto dignità’, responsabile – secondo i tecnici dell’ente
regionale – dell’“eccezionale crescita delle trasformazioni a tempo indeterminato
verificatesi tra il 2018 e il 2019”.

Le trasformazioni da contratti a tempo determinato a indeterminato sono passate da
una media del 20%-30% ad una percentuale vicina al 40%. Nell’ultimo decennio
l’andamento medio in Veneto delle trasformazioni oscillava tra le 30 e le 40 mila
l’anno, con due importanti eccezioni: il 2015, quando anche per effetto dei generosi
esoneri contributivi se ne sono verificate oltre 53 mila, e il 2018, con circa 60 mila
trasformazioni.

I primi sei mesi del 2019 mostrano un’ulteriore crescita, con 42.300 trasformazioni già
effettuate e un incremento del 66% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Tra le cause dell’incremento non solo il ‘Decreto dignità’, ma anche le agevolazioni
per l’assunzione di giovani fino a 35 anni di età, introdotte nel 2018 e confermate per
il 2019, oltre a quello che i ricercatori di Veneto Lavoro chiamano “effetto platea”, in
base al quale un incremento delle assunzioni a tempo determinato in un certo periodo
determina un corrispondente incremento delle trasformazioni, a distanza mediamente
di 9-10 mesi. Tale fenomeno spiegherebbe, ad esempio, circa un quarto
dell’incremento delle trasformazioni registrato nel 2018.

Intervenendo in maniera rilevante sulla disciplina del lavoro a tempo determinato, il
‘Decreto dignità’ ha prodotto effetti tangibili soprattutto nel breve termine. Tra le
principali novità, la riduzione della durata massima dei contratti a tempo determinato
da 36 a 24 mesi e del numero massimo di proroghe previste da 5 a 4, la previsione di
un costo contributivo aggiuntivo dello 0,5% per ogni rinnovo e la reintroduzione della
necessità della causale per contratti di durata superiore ai 12 mesi, proroghe comprese.

Per adattare le proprie esigenze occupazionali alle nuove norme le imprese hanno
reagito adottando diverse strategie: da un maggiore ricorso al lavoro intermittente o al
lavoro somministrato a tempo indeterminato all’incremento del turnover tra lavoratori
a termine; da un più attento utilizzo di rapporti di lavoro identificabili come
“stagionali” (esclusi dall’obbligo di causale) ad una accelerazione delle trasformazioni
per evitare il superamento dei 24 mesi, l’apposizione di causali e i costi aggiuntivi.

Secondo Veneto Lavoro buona parte delle trasformazioni avvenute a seguito del
‘Decreto dignità’ sarebbero avvenute comunque in tempi più dilatati, determinando un
effetto marginale sul volume complessivo dei posti di lavoro. Se, quindi, in termini di
qualità del lavoro, sembra esserci stato un lieve spostamento a vantaggio
dell’occupazione stabile rispetto a quella a termine, per verificare se si tratti o meno di
uno spostamento strutturale e permanente sarà necessario attendere la fine dell’anno in
corso.

“Aumentano i posti di lavoro, e questo è un buon risultato: il ‘Decreto dignità’ ha
avuto effetti positivi, soprattutto sul fronte dei contratti a tempo indeterminato –
annota l’assessore regionale al lavoro, Elena Donazzan. che auspica che tali risultati
possano essere confermati anche sul medio-lungo periodo. L’assessore tuttavia
avverte: “In Veneto c’è un mercato del lavoro ancora una volta più efficace e dinamico
che altrove, per questo manterremo alta l’attenzione rispetto a incentivi
all’occupazione e sostegno alle imprese e marcheremo a vista l’operato del nuovo
governo."(07/09/2019-ITL/ITNET)

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