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IMPRESE ITALIANE NEL MONDO - BIOLOGICO - ITALIA PRIMA AL MONDO TRASFORMAZIONE PRODOTTI BIOLOGICI- ZANONI (ASSOBIO): "EXPORT +10% OVVERO 5% EXPORT ITALIANO

(2019-09-06)

L’Italia è tra i leader della produzione biologica a livello globale.
Siamo i maggiori produttori di agrumi al mondo (il 27% dell’intera superficie agrumicola
italiana è biologica), il primo Paese europeo per l’ulivo (è biologica oltre il 20% della
superficie nazionale a oliveti), per la frutta (quasi 25mila ettari, oltre l’11% della superficie
totale) e per gli ortaggi (55.000 ettari, quasi l’11% della superficie nazionale a orticole).
Siamo al secondo posto al mondo per superficie a vite biologica (oltre 105mila ettari il
15,8% della superficie nazionale a vite), il secondo produttore al mondo di cereali (dopo la
Cina): 10 ettari su 100 sono biologici, siamo al primo posto in Europa per numero di
aziende biologiche.

“I nuovi dati sull’andamento del mercato biologico – dichiara Roberto Zanoni, presidente di
AssoBio, l’associazione nazionale delle imprese di trasformazione e distribuzione dei
prodotti biologici - nonostante una situazione economica italiana non particolarmente
brillante, si confermano positivi, soprattutto per l’export, che ha visto nel 2018 un’ulteriore
crescita del 10%, superando i 2 miliardi e 200 milioni di vendite, che rappresentano ora più
del 5% dell’esportazione agroalimentare italiana.

Anche il mercato interno è cresciuto in modo positivo di oltre il 5% a confronto con la
staticità del settore alimentare convenzionale attualmente in linea con l’inflazione.

All’aumento delle vendite hanno contribuito in maniera
positiva sia la GDO, che altri canali: ristorazione, hotel, bar, gastronomie, mense, vendite
online. Inoltre ci auguriamo che entro l’anno sia approvata anche al Senato la normativa sul
biologico, già passata alla Camera dei Deputati con voto bipartisan.

La nuova legge consentirebbe una forte spinta verso l’agricoltura biologica grazie anche
all’introduzione dei biodistretti e ad investimenti mirati a favore dell’inserimento dei giovani
nel mondo agricolo”.

“Ai primati nell’ambito della produzione agricola - aggiunge - si affianca la leadership
mondiale delle aziende che trasformano i prodotti biologici: si tratta di oltre 18.000
imprese di ogni dimensione, cioè oltre 3mila in più di quelle tedesche e francesi, 15mila in
più della Spagna. Siamo il primo esportatore dell’Unione Europea (con oltre 2 miliardi di
euro) e il secondo al mondo dopo gli Stati Uniti: prodotti biologici italiani si trovano negli
scaffali dei negozi specializzati e dei supermercati di un’ottantina di Paesi, a
testimonianza della fiducia e dell’apprezzamento per la qualità dei prodotti delle aziende
italiane”.
“Questi numeri” – continua Zanoni – da un lato fanno naturalmente piacere, dall’altro ci
caricano di responsabilità per il nostro ruolo di rappresentanti del settore più dinamico e
performante dell’agro-alimentare italiano, che vede continuamente nuovi player via
via affiancare i pionieri del settore”.

“L’impegno è mantenere la leadership continentale per l’export, ma contemporaneamente
aumentare la quota di consumi nazionali. L’Italia è al quinto posto al mondo e al terzo
posto in Europa per entità del mercato interno, ma la spesa pro capite è ancora contenuta:
parliamo di 52 EUR/anno, più o meno come il Belgio, più dei 42 della Spagna o dei 35
della Gran Bretagna, ma pochi se confrontati con i 288 EUR della Svizzera, i 278 della
Danimarca o i 237 della Svezia”.

Gli strumenti per accompagnare e favorire la crescita del mercato interno?
“Migliorare continuamente il presidio della qualità, lavorare in ricerca e sviluppo per
rispondere a anticipare la domanda del consumatore, potenziare il sistema di controllo con
nuovi strumenti tecnologici, come le piattaforme per la tracciabilità delle transazioni. Ma
anche lavorare sempre più sul versante dell’informazione, come Sana fa da oltre
trent’anni.

L’impegno su informazione e promozione deve coinvolgere il sistema delle
imprese e, auspicabilmente, il ministero delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del
turismo. Il regolamento europeo riconosce che la produzione biologico esplica una
duplice funzione sociale, non solo rispondendo alla domanda dei consumatori di prodotti
naturali, genuini e affidabili, ma anche fornendo beni pubblici che contribuiscono alla
tutela dell’ambiente, al benessere degli animali e allo sviluppo rurale.

Il ministro Centinaio aveva espresso la sua convinzione che la produzione biologica è uno degli
strumenti più efficaci per salvaguardare l’immensa ricchezza della nostra biodiversità.
Contiamo su un Piano d’azione nazionale che contribuisca a rafforzare la conoscenza
della produzione biologica e dei suoi benefici ambientali e sociali, irrobustendo un
settore che si fonda sulla sostenibilità e garantisce occupazione “pulita”. conclude Zanoni
(06/09/2019-ITL/ITNET)

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