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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - ITALIA-FRANCIA - A TRIESTE UNA MOSTRA CELEBRA LA PASSIONE FOTOGRAFICA DI ROBERT DOISNEAU

(2019-04-12)

L’ Ente Regionale per il Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia-Erpac in collaborazione con diChroma Photography di Madrid e l’Atelier Robert Doisneau, Parigi, presenta al Magazzino delle Idee di Trieste dal 13 aprile al 23 giugno 2019 la mostra “Robert Doisneau. Across the Century”.
L’esposizione, attraverso 88 stampe d’epoca, narra la passione fotografica dell’autore che ha più celebrato la bellezza misconosciuta della quotidianità, creando un immaginario collettivo basato sulla vita della gente comune.

“Quello che io cercavo di mostrare era un mondo dove mi sarei sentito bene, dove le persone sarebbero state gentili, dove avrei trovato la tenerezza che speravo di ricevere. Le mie foto erano come una prova che questo mondo può esistere.”

Robert Doisneau nasce a Gentilly il 14 aprile 1912. Un ragazzo timido che sviluppa un acuto senso d’osservazione e un grande amore per i sobborghi che frequenta, e che diventeranno il suo argomento d’indagine per oltre cinquant’anni.

Studia litografia all’École Estienne e nel 1929 inizia ad occuparsi di fotografia lavorando per il fotografo pubblicitario André Vigneau, per poi passare, agli inizi degli anni ’30, a lavorare come fotografo industriale per la Renault. In questo periodo inizia a riprendere Parigi, definendola: “un teatro dove il biglietto si paga con il tempo perso”.

Una vita scandita dagli scatti. Scatti industriali e talvolta pubblicitari. Scatti di una periferia grigia, fabbriche, bambini solitari o ribelli, la guerra vissuta dalla Resistenza, parigini comuni, al lavoro o in festa, qualche rifugiato nella campagna francese e l’incontro fugace con artisti e gente di spettacolo. Ogni fotografia si inserisce in una realtà tangibile.

“La mia vita è telescopica. Nulla era progettato, solo l’improvvisazione giorno per giorno. Ciò non era affatto intelligente.”

Il suo comportamento artistico, più istintivo che intellettuale, volta intenzionalmente le spalle a qualsiasi sofisticazione formale e lascia intervenire il caso come attore a pieno titolo. Non volendo offuscare l’emozione con la preoccupazione per la composizione e rifiutando le regole imposte, Doisneau non si è mai piegato ai modi grafici, ma fotografa il mondo come avrebbe voluto che fosse. Un universo di finzione, al quale ciascuno è libero di contribuire con la propria storia.

La sua ricerca essenziale si trova in quell’incessante captazione di momenti minuscoli di un mondo che osserva con acutezza per restituircene un riflesso modificato. Dà vita ad una finzione mutuata direttamente dalla realtà, proponendoci un universo più accettabile attraverso le immagini.

Il racconto della mostra “Across the Century”, ci viene offerto da una delle figlie dell’artista, Francine Deroudille che assieme alla sorella Annette, ha ritrovato in un baule la selezione di immagini presenti in mostra:

“Il progetto era al tempo stesso semplice e ambizioso: riassumere in 88 stampe un’opera fotografica, quella di nostro padre, realizzata in oltre 60 anni. La prima selezione, mia sorella Anenette e io, l’abbiamo fatta nel baule delle fotografie d’epoca. La scelta è stata istintiva e rapida, dettata dalla necessità di accostare le fotografie essenziali a fotografie meno conosciute, che potessero testimoniare il suo fototropismo verso le bellezze della più normale quotidianità. La selezione delinea un mondo che non ha più nulla a che vedere con la realtà, il mondo che noi figlie abbiamo condiviso con lui. Tutti i personaggi presenti nelle foto sono fuggiti con la loro personale poetica per raggiungere un mondo del tutto immaginario.”

Al Magazzino delle Idee sono esposte tutte le tematiche su cui Doisneau ha lavorato: la vita quotidiana, la vita di strada, i sobborghi, Parigi, i bambini, la ricostruzione della Francia dopo la seconda guerra mondiale. Una vera e propria passeggiata nel XX secolo, attraverso le sue immagini più iconiche come il Bacio all’Hotel de Ville, la fotografia più riprodotta in assoluto nella storia della fotografia, e altre meno note al grande pubblico.(12/04/2019-ITL/ITNET)

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