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DONNE - SARDEGNA AL VOTO : CANDIDATI GOVERNATORE FIRMANO "CARTA DI IMPEGNI" PER LA PARITA'". MARILOTTI (COORDINAM.3) "RISULTATO STORICO" MA NECESSARIA IMMEDIATA CAMPAGNA D'INFORMAZIONE "

(2019-02-18)

La Sardegna al voto il 24 febbraio.  E i 7 candidati (tutti uomini) firmano la Carta di Impegni per la Parità. Ma c'è l'incognita della doppia preferenza di genere

Il 24 febbraio la Sardegna va al voto per il rinnovo del Consiglio Regionale. Sette gli sfidanti alla carica di governatore, e ancora una volta, tutti uomini.
Ma le donne sarde, escluse per troppo tempo dai piani alti della politica, fanno quadrato e, grazie ad un accordo trasversale, danno vita alla "Carta di Impegni per la Parità", firmata, il 26 gennaio scorso, dai sette aspiranti alla presidenza della Regione, in una Convention promossa dal "Coordinamento3- Donne di Sardegna", una associazione a cui fanno riferimento donne  di tutti gli schieramenti e appartenenze. Un fatto inedito, per quel che se ne sa, qui e altrove e per certi versi, epocale.. Un prezioso documento, che propone il cambiamento delle strategie del governo regionale "in un'ottica di genere".  In cinque punti racchiude obiettivi irrinunciabili per l'attuazione delle Pari Opportunità (PO) in Sardegna: la governance, con l'istituzione dell'Assessorato Regionale PO e della Commissione Regionale PO, con pieni poteri di intervento per il superamento delle condizioni di discriminazione che caratterizza tuttora la condizione della donna in Sardegna sotto molteplici aspetti;  la partecipazione paritaria delle donne in tutti gli ambiti decisionali pubblici e privati; un piano straordinario per l'occupazione femminile, con la promozione del valore sociale della maternità e adeguate azioni di welfare; l'istituzione del percorso salute-donna fra prevenzione ed efficienza dell'assistenza sanitaria; la piena e immediata operatività dell'Osservatorio Regionale sulla Violenza di Genere, l'efficientamento dei centri antiviolenza e un programma sistematico di informazione e formazione che parta dalle scuole.

Un risultato storico, frutto della capacità femminile di dialogare, tessere relazioni, creare reti e preziose sinergie, oltre le differenze anche profonde, per un bene comune. “La sottoscrizione della Carta è un impegno formale, ma noi naturalmente vigileremo perché vengano attuati gli impegni presi - ha sottolineato Luisa Marilotti, della segreteria del Coordinamento 3, già Consigliera regionale di Parità e tra le autrici della Carta- impegni che avranno riflessi importanti non solo sulle donne ma sulla società sarda nel suo insieme. Intanto ci auguriamo che da questa tornata elettorale la presenza di donne in Consiglio Regionale possa essere ben più consistente”. Per la prima volta infatti, la Sardegna va al voto con la Doppia Preferenza di Genere (Dpg), approvata quasi all'unanimità dal Consiglio Regionale il 21 novembre 2017, dopo una una battaglia pluriennale e unitaria delle donne sarde,  che ha coinvolto tutte le istanze della società a partire dalle stesse amministrazioni comunali.

Tra i primi tre Comuni a esprimersi a favore della Dpg c'è Capoterra, nel cagliaritano. Prima firmataria della mozione è stata Vittorina Baire,  consigliera comunale, presidente della Commissione PO dello stesso comune e candidata per il Pd a sostegno della coalizione del Centrosinistra con Massimo Zedda candidato presidente . “La Sardegna in questa tornata elettorale in cui si vota con la Dpg può davvero fare la differenza per ridurla, questa differenza- afferma- che è macroscopica nei numeri: 4 consigliere regionali su 60, solo una in più deI primo Consiglio Regionale nel 1949, che ne contava appena 3. Ma è necessaria una alleanza tra le donne per fare un gioco di squadra. Per una gestione della cosa pubblica a più voci ci vogliono più donne in Consiglio, che possono fare massa critica e avere uno sguardo diverso, per cambiare regole, modi, tempi della politica. Occorre davvero cambiare pagina e "volto" alla massima assemblea legislativa sarda e rappresentare quelle istanze che in 70 anni sono state sempre trascurate”.

Rita Mameli, candidata nella lista del Psd'az, a sostegno della coalizione del centrodestra, con Christian Solinas candidato presidente: “È uno strumento che, utilizzato in maniera opportuna e corretta, può favorire l'elezione di un maggior numero di donne e promuovere un cambiamento nella vita politica del Consiglio regionale della Sardegna -ha detto - ma può essere usato anche in maniera strumentale ed essere così vanificato, Lo stiamo purtroppo vedendo nella campagna elettorale in corso, in cui candidati maschi si abbinano a più donne, le quali ovviamente riceveranno un  numero nettamente inferiore di preferenze e non saranno elette". La Dpg non è un meccanismo automatico e lo hanno dimostrato le recentissime elezioni in Abruzzo, dove sono state elette appena 5 donne su 45 uomini.

Per Marta Onnis, psicologa, candidata con la lista Autodeterminazione a sostegno di Andrea Murgia, candidato presidente: "La Dpg apre una possibilità in più per le donne di essere elette, ma non garantisce una pari rappresentanza di genere in Consiglio Regionale.Il sistema patriarcale continua a mantenere lo status quo. Nell'ultima legislatura il Consiglio Regionale era composto da 4 donne e 56 uomini, e prima erano 8 su 80.

Chi si siederà in Consiglio Regionale dovrà fin da ora assumere la responsabilità di cambiare la legge elettorale in almeno due punti: le soglie di sbarramento, riconosciute come antidemocratiche, e la rappresentanza di genere dell'intera cittadinanza".

“C' è un effervescente e inedito fermento delle donne in tutto il mondo, e anche in Sardegna- sottolinea Patrizia Desole, candidata nelle liste del Pd, a sostegno di Massimo Zedda nella coalizione del centrosinistra, e presidente del centro antiviolenza Prospettiva Donna di Olbia - lo dimostrano le elezioni americane di metà mandato, caratterizzate dall'ampia partecipazione del mondo femminile alla competizione elettorale. Così anche le donne sarde sono riuscite a unirsi per una causa comune, hanno lottato per ottenere uno dei troppi diritti negati come la Dpg. Si tratta di un punto di partenza e non di un arrivo, un primo passo per far sì che le donne entrino sempre più all’interno delle Istituzioni ricoprendo ruoli rilevanti. Le donne hanno capito che, oggi più che mai, è necessario impegnarsi in prima persona di fronte all'arretramento dei diritti in generale, e in particolare di quelli legati al mondo femminile".

“Da sempre il M5S ha garantito la partecipazione nella politica attiva alle donne che oggi sono in gran numero Parlamentari, ma anche sindache e ministre- ha detto Carla Cuccu, avvocata, candidata con M5S a sostegno di  Francesco Desogus, candidato presidente- Se sarò eletta il mio impegno sarà di sostenere la Carta di Impegni per la Parità, promossa dal Coordinamento3, che è in linea con i contenuti nel nostro programma elettorale, in materia di conciliazione vita-lavoro, sostegno ai centri antiviolenza, lotta alle discriminazioni, delega alle pari opportunità e Commissione Pari opportunità consiliare. Politiche che impronteranno la nostra azione a tutti i livelli”.

  "Siamo di fronte a un appuntamento cruciale ha sottolineato Carmìna Conte, presidente di Coordinamento 3- l'allarme che abbiamo percepito in queste settimane di campagna elettorale e che le candidate e le sostenitrici  in tutti gli schieramenti ci hanno segnalato, e confermato, che la Dpg è un meccanismo che non si conosce ancora e su cui c'è anche molta confusione, oltre che vari tentativi di strumentalizzazione. Per questo, contro il rischio serio di una sua vanificazione, abbiamo fatto una richiesta formale al presidente della Regione Francesco Pigliaru, chiedendo una urgente campagna istituzionale di informazione attraverso i media regionali.

In Sardegna c'è bisogno di aprire una stagione nuova, affrontando in modo radicalmente diverso i problemi gravi che contraddistinguono  l'attuale difficile momento:  siamo convinte che tante  donne nel Consiglio Regionale con i valori e le competenze di cui sono espressione potranno imprimere  quella svolta per il superamento di troppe disuguaglianze e discriminazioni".affermano le donne sarde che si sono battute strenuamente per il alla piena partecipazione nelle scelte della regine.(18/02/2019-ITL/ITNET)

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