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IMPRESE ITALIANE NEL MONDO - COMMERCIO - ISTAT: VENDITE IN CALO - 0,7%. CONFESERCENTI: COMMERCIO E SPESA FAMIGLIE IN FRENATA, ALLARMI SU CRESCITA PEGGIORANO SITUAZIONE. DE LUISE: “DISSIPARE LE INCERTEZZE, PUNTARE SU INVESTIMENTI”

(2019-02-07)

  A dicembre 2018 si stima, sia per il valore che per il volume delle vendite al dettaglio, una diminuzione dello 0,7% rispetto al mese precedente. La flessione è sostanzialmente analoga per i beni alimentari (-0,6% in valore e -0,7% in volume) e per quelli non alimentari (-0,7% in valore e in volume). Lo affermano i dati Istat pubblicati oggi.

Nel quarto trimestre 2018, rispetto al trimestre precedente, le vendite al dettaglio registrano un aumento dello 0,1% in valore e dello 0,3% in volume. Le vendite di beni alimentari registrano una variazione negativa dello 0,3% in valore e dello 0,1% in volume, mentre quelle di beni non alimentari aumentano dello 0,2% in valore e dello 0,5% in volume.

Su base annua, le vendite al dettaglio registrano una variazione negativa dello 0,6% in valore e dello 0,5% in volume. Risultano in flessione le vendite di beni alimentari (-0,8% in valore e -1,3% in volume), mentre quelle di beni non alimentari diminuiscono dello 0,6% in valore e aumentano dello 0,2% in volume.

Per quanto riguarda le vendite di beni non alimentari, si registrano variazioni tendenziali eterogenee per i gruppi di prodotti. Gli aumenti maggiori riguardano Altri prodotti (+2,9%) e Mobili e articoli tessili per la casa (+1,9%), mentre le flessioni più marcate si registrano per Prodotti farmaceutici (-3,3%) e Giochi, giocattoli, sport e campeggio (-2,7%).

Sempre a livello tendenziale, il valore delle vendite al dettaglio registra un lieve aumento per la grande distribuzione (+0,2%) e una marcata flessione per le imprese operanti su piccole superfici (-2,2%). In lieve crescita il commercio elettronico (+0,6%).

Immediata la conferma di Confesercenti:
"La gelata di Natale chiude un anno nero per il commercio e conferma il rallentamento della spesa delle famiglie. Il mese di dicembre è stato, nonostante le festività, pessimo per i negozi: le vendite delle piccole superfici hanno registrato una flessione di 2,2 punti rispetto al dicembre del 2017, con un picco negativo di -3,6% per gli alimentari: uno dei risultati peggiori dell’anno. Ma la frenata non coinvolge solo i piccoli: nemmeno la crescita di web e discount basta a riportare in attivo il bilancio dell’anno, che per il commercio si chiude con una diminuzione in volume delle vendite dello 0,2%, che per le piccole imprese arriva a -1,8 punti percentuali, mentre nel 2017 la caduta si era “fermata” a -0,5%.  Così Confesercenti sui dati delle vendite al dettaglio diffusi dall’Istat.

La caduta complessiva delle vendite è dunque la spia di un indebolimento ulteriore dei consumi delle famiglie. L’ennesimo segnale di debolezza rilevato dalla nostra economia, fronte su cui si susseguono notizie sempre più negative ed allarmanti, con istituti di ricerca e istituzioni internazionali che prevedono per l’anno in corso un crollo della crescita, con stime di variazioni del Pil per il 2019 che si avvicinano sempre più allo zero. Le cause del rallentamento sono in prevalenza esterne, legate alle problematiche internazionali. Ma la raffica di revisioni al ribasso crea allarme tra gli operatori economici, con il rischio di intensificare la frenata degli investimenti e di dar luogo ad un atteggiamento ancora più prudente – per non dire attendista – da parte delle famiglie, che ci fa temere nel breve periodo un ulteriore riduzione della propensione alla spesa e, quindi, dei consumi.

“Il rallentamento internazionale è una magra consolazione: la nostra economia continua ad essere il fanalino di coda dell’Europa, crescendo poco quando c’è ripresa e perdendo molto più degli altri in caso di frenata”, commenta la Presidente di Confesercenti Patrizia De Luise. “Adesso è fondamentale mandare un segnale alle imprese e alle famiglie per dissipare le incertezze. Innanzitutto, confermando lo stop agli aumenti IVA previsti dalle clausole di salvaguardia, che appaiono sempre più difficili da rispettare, ma anche puntando con maggior decisione a sbloccare gli investimenti ed il credito, le leve di crescita più efficaci per contrastare il ciclo negativo, reperendo risorse dalla riqualificazione della spesa improduttiva”. (07/02/2019-ITL/ITNET)


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