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ANZIANI E PENSIONATI ITALIANI - DISAGIO ANZIANI - UECOP: AL 10,9% E’ DOPPIO DI MEDIA UE . LO SPREAD DEL BISOGNO FRA ITALIA E GERMANIA TOCCA 810 PUNTI-

(2018-10-18)

Tocca gli 810 punti base lo “spread della miseria” per gli anziani fra Italia e Germania con quasi 1,4 milioni di persone sopra i 65 anni che da nord a sud della Penisola si trovano in uno stato di grave deprivazione materiale senza potersi pagare un pasto completo o le bollette di luce e riscaldamento. E’ quanto emerge da un’analisi dell’Unione europea delle cooperative Uecoop sulla Relazione 2018 della Commissione europea per gli Affari sociali in occasione della Giornata mondiale per l’eliminazione della povertà proclamata dall’Onu.

In Italia – spiega Uecoop – dall’inizio della grande crisi del 2008 gli over 65 in miseria hanno fatto un balzo del 4,2% arrivando nel 2016 a rappresentare il 10,9% di una popolazione di 13,5 milioni di persone, registrando un’incidenza di quasi 4 volte superiore rispetto alla Germania ferma al 2,8% e quasi doppia rispetto alla media Ue che è del 5,8%.

Dei 5,5 milioni di anziani in miseria che risiedono in Europa – sottolinea Uecoop - più di 1 su 4 vive in Italia che registra la situazione più drammatica tra i Paesi fondatori dell’Unione visto che la Francia è al 2,9%, il Belgio al 2,1%, l’Olanda all’1,2% e il Lussemburgo addirittura allo 0,2%. Mentre fanno peggio solo alcuni Stati dell’Est entrati di recente nella Ue come ad esempio la Bulgaria che ha il 37,5% degli over 65 in uno stato di grave deprivazione materiale, la Romania che ha il 22,5%, la Lituania al 17,3% o la Croazia con il 14,5%. Mentre sempre oltre l’ex Cortina di ferro si posizionano meglio dell’Italia l’Ungheria di Orban con il 10,2%, la Slovacchia con l’8%, la Polonia con il 5,9% o la Repubblica Ceca con il 3%. A fronte di una situazione italiana dove ci sono 13,5 milioni di persone sopra i 65 anni e con 6 pensionati italiani su 10 che prendono meno di 750 euro al mese – sottolinea Uecoop -  la gestione della terza età diventa un punto fondamentale del welfare sia sul fronte pubblico che su quello privato con la necessità di un sempre maggiore coinvolgimento delle oltre 9.700 cooperative sociali e di assistenza che operano sul territorio nazionale.

Anche perché – rileva Uecoop – la popolazione over 65 è destinata ad aumentare a 20 milioni entro il 2050 con addirittura 5 milioni di anziani non autosufficienti nei prossimi dieci anni. La sfida del futuro – continua Uecoop – è quella di potenziare l’assistenza pubblica e privata attraverso il meglio delle professionalità che si potranno mettere in campo a fronte di 12,2 milioni di italiani che – sottolinea Uecoop – rinunciano a curarsi per difficoltà economiche e oltre 7 milioni che si sono indebitati per farlo e 2,8 milioni che hanno venduto casa per pagarsi delle cure mediche secondo il Censis. In questo scenario è necessario potenziare un sistema di welfare che valorizzi – conclude l’Unione europea delle cooperative Uecoop – la parte più avanzata quel mondo cooperativo per affiancare con qualità e professionalità il servizio pubblico dando risposte ai bisogni della gente e al tempo stesso promuovendo il lavoro e l’occupazione.

Tra l'altro, è necessario considerare che vi sono delle ulteriori aggravanti relative allo stato di salute: si calcola siano  oltre 2 milioni gli anziani colpiti da depressione o ansia cronica grave pari a oltre la metà (54,6%) del totale della popolazione italiana che accusa i sintomi male di vivere. E’ quanto emerge da un’analisi dell’Unione europea delle cooperative Uecoop su dati Istat in occasione della Giornata mondiale della salute mentale.

Il benessere psichico è una componente essenziale della vita secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ed è la chiave di volta – sottolinea Uecoop - per superare le tensioni della vita di tutti i giorni, mentre la sua compromissione può avere un notevole impatto sul bisogno di servizi sanitari specializzati.

Considerata una popolazione di over 65 che entro il 2050 arriverà a 20 milioni – rileva l’Unione europea delle cooperative - l’invecchiamento progressivo della popolazione pone il problema anche dal punto di vista psicologico perché con l’età aumentano i sintomi di depressione e ansia, disturbi che nelle persone con più di 65 anni hanno registrato un aumento del tasso di incidenza di oltre il 15% in dieci anni. Esiste quindi un bisogno sociale strategico di assistenza qualificata sul fronte della salute mentale in famiglia come nelle residenze assistite dove gli ospiti almeno all’inizio si devono abituare a un nuovo ambiente, magari con limitazioni di abitudini e privacy, mentre se l’anziano resta in casa i parenti vanno accompagnati nell’assistenza e nella comprensione di comportamenti e atteggiamenti quotidiani. Le famiglie non possono essere lasciate sole – conclude Uecoop – e diventa quindi strategico potenziare un sistema di welfare che metta insieme il meglio del pubblico e il meglio del privato con il mondo cooperativo che sta già garantendo sostegno e cura, dentro e fuori le mura domestica grazie a oltre 328mila addetti sul territorio nazionale.

Ma quanto fatto finora non basta, nelle case di riposo italiane esiste in media 1 posto letto per 41 anziani con una richiesta sempre in crescita e prezzi che vanno dai 1.500 ai 3.000 euro al mese con un vero e proprio boom delle case di riposo private che negli ultimi dieci anni hanno aumentato del +40% la loro offerta.  Con il pericolo che la qualità lasci non solo a desiderare ma diventi solo un lucroso - quanto tragico commercio - a danno di disabili, alettati e non autosufficienti, come le operazione della Guardia di Finanza fanno rilevare. Il bisogno di assistenza, di una buona assistenza professionale, è in aumento costante .

Le regioni più deficitarie sono la Campania con 149 anziani per posto letto, il Lazio con 88, la Calabria con 75 e la Puglia con una media di 74 anziani per posto disponibile nelle case di riposo. Le situazioni migliori al Nord con il Trentino Alto Adige che guida la classifica con 23 anziani per posto letto, il Piemonte con 24 e il Friuli Venezia Giulia e la Liguria con 27. Fanno comunque meglio della media nazionale Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Molise con valori medi che oscillano fra i 29 e i 34 anziani potenziali per posto letto.

L’invecchiamento progressivo della popolazione pone la sfida di un’assistenza di qualità a lungo termine anche all’esterno del perimetro della famiglia – spiega Uecoop – con la necessità di potenziare un sistema di welfare che metta insieme il meglio del pubblico e il meglio del privato con il mondo cooperativo che sta già garantendo assistenza e cura, dentro e fuori le mura domestica grazie a oltre 328mila addetti sul territorio nazionale. Ma se la famiglia resta il principale ambito di vita degli anziani è innegabile che le case di riposo stiano diventando la nuova frontiera dell’assistenza – sottolinea Uecoop – con il record di quasi 500 milioni di euro investiti da società italiane e straniere (per il 60% i capitali sono francesi) nell’ultimo anno per compravendite di strutture per anziani soprattutto nel nord e nel centro Italia fra Lombardia, Piemonte, Lazio e Toscana secondo il report di Collier International Italia.

Con 7 posti letto su 10 gestiti da privati – spiega Uecoop - l’assistenza nelle case di riposo è cresciuta per quasi 50mila nuovi posti e le strutture a disposizione degli anziani sono passate da 5.691 a 7.398 con un aumento del 30% nel decennio. Considerato il trend di invecchiamento della popolazione – sottolinea Uecoop – diventa quindi strategico formare una platea di professionisti dell’assistenza in grado di seguire al meglio gli anziani dentro e fuori le residenze, ma è necessario anche aiutare le famiglie che non potendo più seguire un parente a casa sono obbligate a trovare una sistemazione in casa di riposo aggravando il bilancio domestico di un’ulteriore spesa. In questo scenario è necessario potenziare un sistema di welfare che valorizzi – conclude l’Unione europea delle cooperative Uecoop – il meglio di quel mondo cooperativo in grado di affiancare con qualità e professionalità il servizio pubblico, dando risposte ai bisogni della gente e al tempo stesso promuovendo il lavoro e l’occupazione.(18/10/2018-ITL/ITNET)

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