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ITALIANI ALL'ESTERO - ITALIA/NORVEGIA - ALLA SIOI SIMPOSIO SU CONNESSIONI ARTICHE TRA COOPERAZIONE E SFIDE FUTURE GLOBALI E LOCALI - FRATTINI (PRES. SIOI): UNA REGIONE CHE STA DIVENTANDO SEMPRE PIU' IMPORTANTE"

(2018-09-18)

  Si e’ svolto questa mattina presso la Societa’ Italiana per l’Organizzazione Internazionale, Sioi, il simposio internazionale “Connessioni Artiche. Italia e Norvegia tra cooperazione e sfide future”.
Un’ occasione per conoscere meglio questa remota regione che pone delicati problemi di ordine ambientale e, allo stesso tempo, suscita nei paesi rivieraschi e non solo crescenti e molteplici interessi legati sia alle risorse energetiche del territorio che all’apertura di nuove rotte artiche per il commercio.

Al centro del simposio i rapporti di collaborazione tra Italia e questa regione artica, una regione in cui  il nostro paese è presente da molti anni. Grazie al lavoro della Diplomazia e agli strumenti della ricerca scientifica, l‘Italia è riuscita infatti a conquistare un seggio di osservatore presso il Consiglio Artico. Inoltre, a partire dagli anni Sessanta, nell’ex villaggio minerario di Ny-Ålesund, situato nelle Isole Svalbard, diventato un importante centro di ricerca per lo studio dell’ambiente artico e delle sue componenti -atmosfera, idrosfera, criosfera, litosfera, biosfera- l’Italia, insieme ad altri 11 paesi, ha una stazioni di ricerca dove si sviluppano progetti e continui monitoraggi. E proprio qui si trova la base permanente Dirigibile Italia, una base scientifica inaugurata nel maggio 1997 e gestita dal Polar Network del CNR. Una base che monitora anche la Amundsen-Nobile Climate Change Tower, la torre di misurazione dei parametri atmosferici inaugurata il 30 aprile 2009.

E dell’importanza della regione Artica e della lunga esperienza italiana in questi territori ha parlato,nell’aprire il simposio, Franco Frattini, Presidente della Sioi.
“Il primo motivo per cui questa regione sta diventando sempre piu’ importante e’ di ordine geopolitico ovvero e’ diventata un terreno di incontro. Cito l’Artic Council, un forum di cui l’Italia fa parte come Osservatore Permanente che permette a paesi, spesso distanti su molti argomenti, di cooperare. Penso agli Stati Uniti e alla Russia che talvolta non hanno lo stesso approccio su molti temi ma che qui si incontrano in un’atmosfera di dialogo” ha esordito Frattini.

"In questa zona ci sono opportunita’ di investimento e di nuove rotte commerciali ma bisogna muoversi con accortezza, tenendo bene in mente il concetto di sostenibilita’ per evitare il rischio di distruggere un ambiente unico al mondo. Si dice solitamente che i problemi che nascono nelle zone Artiche non rimangono confinati qui. Se si distrugge l’Artico ci sono ripercussioni in tutto il mondo. E scienza e ricerca debbono essere degli strumenti per proteggere e conservare il delicato equilibrio ambientale evitando sfruttamenti preoccupanti come quello minerario avvenuto alcuni anni fa in Islanda,” ha affermato Frattini soffermandosi anche sulla 'dimensione umana' di questi territori.

“In queste zone vivono quattro milioni di persone. Sono comunita’ che si sono insediate qui da secoli e che non hanno alcuna intenzione di emigrare a causa di sfruttamenti impropri della terra e del ghiaccio. Io personalmente ho incontrato i Sami e gli Inuit e loro vogliono rimanere dove sono sempre vissuti e conservare la loro identita’. E questo e’ un aspetto da considerare anche per evitare un’emigrazione dalle terre del Nord dovuta magari allo scioglimento dei ghiacci o al fatto di non potere piu’ cacciare,” ha sottolineato Frattini.

Sulla cooperazione italo-norvegese nell’Artico si e’ soffermata anche Margit T. Tveiten, Ambasciatrice della Norvegia in Italia.
"L’Artico e’ una delle maggiori aree di cooperazione tra Italia e Norvegia. I ricercatori italiani sono molto attivi nel centro di Ny-Ålesund e so che lo scorso anno l’Ambasciatore Italiano in Norvegia, Alberto Colella, ha visitato questo centro.
Voglio anche ricordare le numerose strategie sull’Artico elaborate insieme e le ricerche pubblicate congiuntamente,” ha dichiarato Tveiten sottolineando anche la fragilità della regione artica.

“L'Artico e’ al centro di interessi nazionali ed internazionali e a questo riguardo voglio focalizzarmi su due punti. Il primo concerneun utilizzo  che non tenga conto della sostenibilita’. L'Artico e’ particolarmente fragile e ogni attività che si svolge qui deve prendere in considerazione questo elemento. Il 10% della popolazione norvegese vive in questa regione e le risorse naturali vanno sfruttate con molta attenzione. La seconda questione invece concerne la cooperazione internazionale che nella regione Artica e’ molto intensa ed eccellente. Questo e’ un elemento di forza da ogni punto di vista di cui tenere conto in ogni azione che si intraprende,” ha evidenziato Tveiten.

Presente al simposio anche l’ambasciatore Alberto Colella che ha sottolineato come l’Artico sia divenuto un luogo sempre piu’ 'alla moda’.
“L’Italia e l’Artico sono legate da un rapporto che dura da moltissimo tempo. La maggior parte delle persone ritiene che questo sia iniziato con la spedizione scientifica di Umberto Nobilenel periodo  tra le due guerre ma in realtà questo non e’ del tutto vero: gli interessi economici, scientifici e politici e soprattutto la passione per l’ignoto dell’Italia verso questa regione non sono nuovi,” ha affermato Colella ricordando i numerosi esploratori che nei secoli si sono avventurati in queste regioni come il mercante Phyteas vissuto nel IV secolo A.C.; i veneziani Nicolo’ e Antonio Zeno che disegnarono mappe di questa aerea nel 1300; Pietro Querini che arrivo' in questa zona dopo un naufragio nel 1432; Giovanni e Sebastiano Caboto che vi giunsero' nel 1550; Francesco Negri che scrisse un libro di viaggi su queste terre nel XVII secolo e infine il navigatore Giacomo Bove che esploro’ l’Artico intorno al 1880.

Massimo Inguscio, Presidente del Consiglio Nazionale Italiano delle Ricerche (CNR) ha invece evidenziato come l’Artico sia la regione degli estremi, il luogo dove tutti i fenomeni si amplificano, dal permafrost allo scioglimento dei ghiacci.
“Questa condizione permette di svolgere ricerche multidisciplinari, per questo l'Artico e’ cosi interessante. E' un simbolo fondamentale, inoltre, di ricerche internazionali congiunte. E gli scienziati italiani sono estremamente felici di collaborare con la Norvegia e altri paesi,” ha affermato Inguscio, evidenziando come tutto quello che accade nell’Artico abbia delle ripercussioni anche nel Mediterraneo.
“Pochi anni fa l'Italia ha deciso di organizzare le sue ricerche nella regione Artica in modo piu’ coerente. Il Parlamento ha cosi' istituito un Comitato per il Coordinamento delle Ricerche Artiche e risale ad un mese fa la decisione di istituire l'Institute for Polar Sciences per coordinare al meglio il nostro impegno in questa area,” ha aggiunto Inguscio, ricordando come lo stesso Obama aveva portato avanti un suo programma di collaborazione internazionale per l’Artico.

Tra i relatori del simposio Carmine Robustelli, Inviato Speciale per l’Artico del MAECI, che ha evidenziato come l’Artico e le sue sfide siano allo stesso tempo globali e locali e come ci sia una sempre maggiore consapevolezza ed attenzione riguardo questa zona in modo particolare per quanto riguarda la sostenibilita’ e il cambiamento climatico.

‘"Quello che succede nelle regioni Artiche riguarda tutti e di conseguenza l’Artico deve diventare un modello dove implementare soluzioni sostenibili. Sempre piu’ giovani sono interessati all’Artico perché interessarsi di questa area significa interessarsi al futuro. L’Artico, infatti, e’ diventato in questo senso un simbolo, in grado, inoltre, di collegare l’Oriente con l’Occidente, non solo Nord e Sud. E' un collegamento fisico e ideale,” ha dichiarato Robustelli ricordando come il Governo Italiano quest’anno abbia inserito per la prima volta nel proprio bilancio uno stanziamento triennale specifico per la ricerca nell’Artico.
“L'Italia e’ orgogliosa del lavoro che stanno facendo gli stati limitrofi che fanno parte parte del Artic Council e molto contenta del modo in cui hanno accolto l’Italia ed altri paesi che pur essendo osservatori vengono tuttavia trattati come quelle nazioni che sono parte integranti di questo Consiglio. Sinora la cooperazione internazionale in questa regione e’ stata esemplare e dovrebbe servire come esempio in altri campi. Il nostro paese auspica che ci siano sempre piu’ incontri per avere una sempre maggiore conoscenza dei problemi dell’Artico in modo che l’Unione Europea, che comprende sia paesi artici che non, possa dare un suo contributo unitario per lo sviluppo di questa zona e per la risoluzione delle sue problematiche,” ha concluso Robustelli.

Da segnalare l’intervento di Bjørn Midthun, Direttore della Section for the High North, Polar Affairs and Marine Resources del Ministero Norvegese degli Esteri che ha evidenziato alcune criticita’.
“Ci sono zone nel mondo dove ci sono conflitti per il diritto di presenza e appartenenza ma sinora questo non e’ stato il caso dell’Artico dove tutti si sono attenuti al rispetto delle leggi internazionali. Mi ha colpito pero' che nella relazione dell’Italia su questa tema non si e’ parlato della Russia mentre per noi norvegesi questo e’ un fattore di primaria importanza. Questo paese infatti si affaccia sull’Artico e ha stabilito una grossa base militare nella penisola di Kolar che e’ proprio al confine con la Norvegia, nella parte settentrionale. Da qui possono controllare tutti i movimenti nell’Alto Atlantico e questo devo dire e’ per noi norvegesi motivo di preoccupazione. La Russia e’ oggetto di sanzioni internazionali per le ragioni politiche che conosciamo e condividiamo. Allo stesso tempo debbo riconoscere che nel Nord abbiamo avuto modo di cooperare con loro su varie tematiche locali e pensiamo che questa debba essere la filosofia nei rapporti bilaterali,” ha concluso Midthun.(ITL/ITNET)

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