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ITALIANI E ITALIANI ALL'ESTERO - EUROPA - DISCORSO PRES. COMMISSIONE JUNCKER SULLO "STATO DELL'UNIONE": LE MIGRAZIONI . "APRIRE VIE DI ACCESSO LEGALI ALL'UNIONE EUROPEA"

(2018-09-12)

  Fra i temi affrontati nel discorso sullo "stato dell'Unione" dal Presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker : le Migrazioni.

"Leadership e spirito di compromesso sono di certo necessari subito, soprattutto in materia di migrazione. In questo
settore abbiamo fatto più progressi di quanto venga spesso affermato. Sono state accettate cinque delle sette
proposte della Commissione per riformare il sistema europeo comune di asilo. I nostri sforzi sono stati coronati dal
successo: il numero di rifugiati si è ridotto del 97 % nel Mediterraneo orientale e dell'80 % lungo la rotta del
Mediterraneo centrale. Le operazioni dell'UE hanno contribuito a salvare più di 690 000 persone in alto mare dal
2015.
Tuttavia, gli Stati membri non hanno ancora trovato il giusto equilibrio tra la responsabilità che ciascuno di essi deve
assumere per il proprio territorio e la necessaria solidarietà reciproca. Ma gli Stati membri devono dare prova di questa solidarietà se vogliono beneficiare dello spazio Schengen senza frontiere. Io sono e resto contro le frontiere interne. Devono essere abolite laddove sono state di nuovo introdotte. Il loro mantenimento sarebbe un inaccettabile passo indietro per il presente e il futuro dell'Europa.

La Commissione e varie presidenze del Consiglio hanno proposto numerose soluzioni di compromesso. Invito la presidenza del Consiglio austriaca ad avviare passi decisivi per trovare soluzioni sostenibili per una riforma equilibrata in materia di migrazione. Non possiamo continuare a bisticciare per trovare soluzioni ad hoc ogni volta che arriva una nuova nave. Le soluzioni ad hoc non bastano. Abbiamo bisogno di più solidarietà per il presente e il futuro: la solidarietà deve essere duratura.
Abbiamo bisogno di più solidarietà perché abbiamo bisogno di più efficienza. Ciò vale anche se vogliamo una protezione civile europea rafforzata. Se in un paese si propaga un incendio è l'intera Europa che va in fiamme.
Delle immagini più impressionanti di questa estate fanno parte non solo quelle degli incendi, ma anche l'applauso della popolazione svedese minacciata dal fuoco ai pompieri polacchi - Europe at its best!

Ma torniamo alla migrazione. Presentiamo oggi una proposta volta a rafforzare la guardia costiera e di
frontiera europea. Le frontiere esterne devono essere protette in modo più efficace. Pertanto proponiamo di
portare a 10 000 il numero di guardie di frontiera europee finanziate dal bilancio europeo entro il 2020.

Presentiamo anche una proposta per sviluppare l'Agenzia europea per l'asilo. Gli Stati membri hanno bisogno di un maggior sostegno dell'Europa per trattare le domande di asilo, e ciò deve avvenire in linea con la convenzione di Ginevra.
Presentiamo inoltre una proposta volta ad accelerare il rimpatrio dei migranti irregolari. La Commissione condivide questo compito con gli Stati membri.

Rinnovo il mio auspicio, che è anche un invito, ad aprire vie di accesso legali all'Unione europea. Abbiamo bisogno di migranti qualificati. Anche su questo punto la Commissione ha presentato da tempo proposte concrete che devono essere attuate...."

NELLO SPECIFICO, LO STATU QUO:

Nel 2017 gli arrivi irregolari sono diminuiti del 60%, per poi scendere ulteriormente nel primo semestre 2018.
L’Europa è uscita dalla modalità di crisi, ma è chiaro che la migrazione continuerà a rappresentare una sfida importante. Oggi non abbiamo bisogno di rimedi improvvisati, bensì di uno strumentario di soluzioni a lungo termine che doti l’Europa di quei mezzi adeguati alle sfide del futuro che le consentiranno di gestire la migrazione con responsabilità ed equità.

Negli ultimi tre anni l’agenda europea sulla migrazione proposta dalla Commissione Juncker a maggio 2015 ha orientato
l'evoluzione necessaria per rispondere alle sfide immediate.
È ormai giunto il momento di completare l'opera con una politica migratoria sostenibile a lungo termine.

" Abbiamo reso più sicure le nostre frontiere compiendo un salto di qualità nell'impostazione della gestione integrata
delle frontiere: abbiamo introdotto la verifica sistematica su tutti coloro che attraversano le frontiere dell’UE e abbiamo migliorato i sistemi informatici di cui ci serviamo per lo scambio d'informazioni in tempo reale tra gli Stati membri.

Oltre 1 600 operatori dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera potenziano oggi le capacità delle guardie di frontiera  nazionali pattugliando le frontiere esterne dell'Unione in Bulgaria, Grecia, Italia e Spagna. Proponiamo oggi un ulteriore rafforzamento dell’Agenzia che la trasformerebbe in una vera e propria guardia di frontiera e costiera
europea, dotata di 10 000 guardie di frontiera dell’UE e di un mandato potenziato per l'esecuzione dei rimpatri.

Negli ultimi tre anni abbiamo continuato a salvare vite umane e a lottare contro il traffico di migranti. Le operazioni dell’UE hanno contribuito a salvare la vita di oltre 690 000 persone e sono state avviate nuove operazioni a sostegno delle autorità degli Stati membri.

Nel Mediterraneo centrale è stata avviata a sostegno dell'Italia l’operazione Themis: ricerca e salvataggio restano la componente principale, ma aumenta la rilevanza dell'attività di contrasto al traffico di migranti e alla criminalità transnazionale. Quando ha cominciato a delinearsi per la Spagna una maggiore pressione migratoria nel Mediterraneo occidentale, abbiamo esteso a tutto l'anno l’operazione Indalo.

L’operazione Sophia ha proseguito l'attività di contrasto delle reti criminali in alto mare, intercettando oltre 151 presunti trafficanti e passatori e neutralizzando oltre 551 imbarcazioni che operavano illegalmente nel Mediterraneo.
Per aumentare la prevedibilità nelle operazioni di ricerca e salvataggio e predisporre lo sbarco in condizioni di sicurezza e in tempi rapidi delle persone soccorse nel Mediterraneo, la Commissione vaglia, insieme agli Stati membri, all’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e all’Organizzazione internazionale per le migrazioni, le possibilità di concludere intese regionali sugli sbarchi.

Abbiamo arginato la migrazione irregolare, riconducendo il numero di arrivi ai livelli del periodo precedente la crisi. Grazie alla dichiarazione UE-Turchia, nel Mediterraneo orientale gli arrivi sono diminuiti del 97% da quando ha preso effetto l'accordo. Grazie al lavoro che ci ha visti impegnati insieme all'Italia, la Libia, il Niger e altri paesi subsahariani, dall'anno scorso gli arrivi sulla rotta del Mediterraneo centrale sono diminuiti dell’80%. Attualmente intensifichiamo i lavori con la Spagna, il Marocco e altri paesi di origine e di transito per far fronte alla crescente pressione migratoria
sulla rotta del Mediterraneo occidentale. Sebbene la riva meridionale della Spagna registri più arrivi che negli anni
precedenti, i numeri restano bassi rispetto al culmine della crisi migratoria del 2015, anno in cui in Grecia si sono visti
10 000 arrivi in un solo giorno.

Lavoriamo per aumentare i percorsi sicuri e legali offerti alle persone bisognose di protezione internazionale, perché è questa una delle vie che scoraggeranno dall'intraprendere nell'irregolarità un viaggio pericoloso facilitato da reti criminali di trafficanti. Dal 2015 oltre 32 000 persone fra le più vulnerabili, provenienti da tutto il mondo, hanno trovato rifugio nell’UE grazie all'aiuto offerto dai programmi di reinsediamento dell'Unione.

Nell’ambito del nuovo meccanismo di reinsediamento dell’UE proposto dal Presidente Juncker gli Stati membri
hanno assunto l'anno scorso il più consistente impegno collettivo di reinsediamento nella storia dell'UE: da qui a
fine 2019 saranno reinsediate almeno 50 000 persone.

Lavoriamo a una politica unionale di rimpatrio più efficiente. L’Europa resterà sempre solidale con le persone realmente bisognose di protezione, ma, per rassicurare i cittadini europei sul fatto che controlliamo le nostre frontiere, è essenziale rimpatriare coloro che, invece, non fuggono dalla guerra o dalla persecuzione e che non hanno diritto a rimanere nell'UE. La cooperazione con i paesi extraeuropei ha compiuto progressi: sono state concordate nuove intese ed è stato dato sostegno agli Stati membri per il varo di programmi di rimpatrio volontario assistito e di reinserimento.

Affrontiamo le cause profonde della migrazione irregolare collaborando strettamente con i paesi extraeuropei. Intendiamo affrontare le ragioni di fondo che inducono a spostarsi le persone, alle quali vogliamo offrire la possibilità di costruirsi una vita più vicino a casa invece di intraprendere il viaggio, spesso fatale, verso l’Europa.

Stiamo rinsaldando la cooperazione con vari paesi di origine e di transito d'importanza fondamentale attuando  partenariati su misura in materia di migrazione. Dopo il promettente inizio con partner quali Niger ed Etiopia,  cooperiamo oggi anche con altri paesi fondamentali dell'Africa e dell'Asia. Lavoriamo a stretto contatto con i nostri vicini immediati per superare le sfide che ci vedono accomunati; ad esempio, collaboriamo con la Turchia per aiutare i profughi accolti nel paese e intensifichiamo la cooperazione con paesi quali il Marocco.

Abbiamo dato prova di solidarietà al nostro interno sostenendo gli Stati membri sottoposti a una pressione particolare; il meccanismo di ricollocazione del 2015 si è concluso positivamente con la ricollocazione dalla Grecia e dall’Italia di tutte le persone ammissibili. L’UE ha mobilitato risorse finanziarie senza precedenti per sostenere gli Stati membri sottoposti a pressioni migratorie: la Grecia ha ricevuto fondi UE per 1,6 miliardi di €, l’Italia per quasi 872 milioni di € e la Spagna per quasi 725 milioni di €.

Abbiamo proposto di destinare alla migrazione e alla gestione delle frontiere nel periodo 2021-2027 quasi il triplo dei finanziamenti, passando dagli attuali 13 miliardi a 33 miliardi di €. La maggiore consistenza dei finanziamenti assicurerà la protezione effettiva delle frontiere esterne dell’UE e puntellerà una politica migratoria solida, realistica ed equa.

I lavori su cinque delle sette proposte legislative presentate dalla Commissione per adattare il sistema europeo di asilo sono in dirittura d'arrivo. Si progredisce anche sui restanti fascicoli, ossia la riforma del "regolamento Dublino" sulle norme per la determinazione dello Stato membro responsabile dell'esame della domanda di asilo e il regolamento sulla procedura di asilo. L'accordo su tutte le componenti del rafforzamento del sistema europeo comune di asilo, tra cui l'ulteriore potenziamento delle capacità operative della nuova Agenzia europea per l’asilo, dovrebbe essere raggiunto entro l’anno. 

Con lo strumento per i rifugiati in Turchia l’UE ha trovato soluzioni di finanziamento innovative per offrire ai profughi
siriani condizioni dignitose e aiutarli a rifarsi una vita.

Abbiamo mobilitato la prima quota di 3 miliardi di € dello Nel Mediterraneo orientale e in quello centrale arrivi diminuiti
rispettivamente del 97% e dell’80% strumento per il periodo 2016-2017, assegnando tutti i relativi contratti, e a giugno 2018 i leader dell’UE hanno deciso l'erogazione della seconda quota di pari importo, così da poter mantenere in futuro questo sostegno vitale; i primi 400 milioni di € sono già stati mobilitati.

  Attraverso  il fondo fiduciario regionale dell'Unione europea in risposta alla crisi siriana sono stati inoltre mobilitati 1,5
miliardi di € per potenziare la risposta dell’UE in termini di aiuti e soddisfare i bisogni a più lungo termine dei profughi
e delle comunità che li accolgono: in Iraq, Giordania, Libano e Turchia sono in corso 46 progetti che offrono istruzione,
protezione, assistenza sanitaria e sostegno socioeconomico a oltre due milioni di siriani.
Dotato di 4,09 miliardi di €, il fondo fiduciario di emergenza per l’Africa è uno degli strumenti più efficaci dell’UE per finanziare progetti collegati alla migrazione e affrontare le cause profonde del fenomeno; ad oggi sono stati approvati 165 programmi vertenti su sviluppo economico, governance, sicurezza alimentare, assistenza sanitaria e migrazione, anche in termini di assistenza mirata di primo soccorso alle persone bisognose di protezione e di sostegno ai rimpatri volontari. Occorre ora mantenere questo sostegno rialimentando il fondo fiduciario. (12/09/2018-ITL/ITNET)

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