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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - LETTERATURA - LE ULTIME SUL JOHN FANTE FESTIVAL A TORRICELLA PELIGNA

(2018-08-09)

Dal 24 al 26 agosto a Torricella Peligna in Abruzzo al via la XIII edizione del JOHN FANTE FESTIVAL “Il dio di mio padre”, diretto da Giovanna Di Lello. La manifestazione, fin dalla prima edizione, è organizzata dal Comune di Torricella Peligna per ricordare e omaggiare lo scrittore americano John Fante (1909-1983), il cui padre Nicola era un muratore originario proprio di questo piccolo paese abruzzese. (VEDI INTERVISTA ITALIANNETWORK : http://www.italiannetwork.it/news.aspx?id=53683)

Tra gli ospiti presenti in questa edizione, che affronta il tema delle migrazioni e celebra l’anniversario degli 80 anni dalla pubblicazione del romanzo “Aspetta primavera, Bandini” di John Fante: i figli dello scrittore Jim e Victoria Fante, Eraldo Affinati, Umberto Galimberti, Ernesto Assante, Francesco Durante, Luca Briasco, Toni Ricciardi, Fabio Stassi, Alessio Romano, Tatjana Rojc, Carlo Paris, Antonio Buonanno.

Giovedì 23 a Pescara alle 18.30 presso la Sala conferenza Museo Arte Moderna Vittoria Colonna si svolgerà l’anteprima del festival con i figli dello scrittore Jim e Victoria Fante e una conversazione con Frank Spotnitz, sceneggiatore e produttore hollywoodiano di serie televisive come "X-Files" e tra i creatori de “I Medici”, grande appassionato di Fante. Sabato 25 a Torricella Peligna, oltre agli incontri letterari, ci sarà la proiezione del film “Le ragioni del cuore. Aspetta Primavera, Bandini” del regista belga Deruddere. La proiezione sarà accompagnata dalle letture dell’attrice Silvia D’Amico tratte dal romanzo “Aspetta Primavera, Bandini”.

Venerdì 24 agosto, giornata nella quale sarà annunciato il vincitore, saranno ospiti del Festival anche i tre finalisti del Premio John Fante Opera Prima 2018: Pietro Criaco, Via dall’Aspromonte (Rubbettino), Peppe Millanta, Vinpeel degli orizzonti (Neo Edizioni), Eugenio Raspi, Inox (Baldini Castoldi).

“Avanzava, scalciando la neve profonda. Era un uomo disgustato. Si chiamava Svevo Bandini e abitava in quella strada, tre isolati più avanti. Aveva freddo, e le scarpe sfondate. Quella mattina le aveva rattoppate con dei pezzi di cartone di una scatola di pasta. Pasta che non era stata pagata. Ci aveva pensato proprio mentre infilava il cartone nelle scarpe. Detestava la neve. Faceva il muratore e la neve gelava la calce tra i mattoni che posava. Era diretto a casa, ma che senso aveva tornare a casa? Anche da ragazzo in Italia, in Abruzzo detestava la neve. Niente sole, niente lavoro. Adesso viveva in America, nella città di Rocklin, Colorado.” (09/08/2018-ITL/ITNET)

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