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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - GERMANIA - ALL'APICE DELL'ILLUSIONE OTTICA CON LE SCULTURE DI FABIO VIALE ALLA GLIPTOTECA DI MONACO. ITALIANNETWORK INTERVISTA IL CURATORE CHRISTIAN CLIWITZKY

(2018-07-09)

E' la Gliptoteca di Monaco di Baviera, uno dei più importanti musei tedeschi, famoso per la sua collezione di sculture, rilievi e mosaici greci e romani, ad ospitare la mostra "Scolpito nella pietra. Sculture di Fabio Viale”, una rassegna dedicata allo scultore di origini piemontesi (Cuneo 1975) che ha fatto del marmo il suo materiale d’elezione.
Un materiale che riesce a trasformare e a cesellare in ogni particolare, da cui fa emergere pneumatici, teschi, cassette della frutta e statue d’impronta classica decorate con elaborati tatuaggi che ricordano quelli dei detenuti russi o dei criminali giapponesi della Yakuza. Lavori che creano spiazzamenti percettivi, confondono l’osservatore per la capacita’ dell’artista di dare al marmo le ‘sembianze' del polistirolo, del legno o della gomma.

Lavori diversissimi tra loro, quelli realizzati da Fabio Viale, alcuni estremamente contemporanei, altri di impostazione classicista ma arricchiti da dettagli sorprendenti, da cui emerge netto il suo gusto per una sperimentazione anticonvenzionale. Lavori che si inseriscono splendidamente fra i capolavori assoluti della Gliptoteca di Monaco, come le figure arcaiche provenienti dal tempio di Atena Afaia a Egina del 500 a.C. circa, l'Alessandro Rondanini del 338 a.C. e il celeberrimo Fauno Barberini del 220 a.C. ritrovato nei fossati di Castel Sant'Angelo attorno al 1624 e venduto direttamente dai Barberini a Ludovico I di Baviera nel 1814, nonostante un bando che ne avrebbe dovuto impedire l'esportazione.

"C’è una tradizione lunga – in ultima istanza riconducibile al fondatore della Gliptoteca, Ludovico I – di esporre opere d’arte moderne nelle sale del museo. Tuttavia dalla sua riapertura nel 1972 il museo non ha pressoché mai ospitato mostre di opere contemporanee realizzate in marmo, nonostante in questi cinquant’anni sia stata coltivata con continuità la tradizione di esporre opere d’arte moderne. Quando si è scelto di esporre opere scultoree moderne si è optato per lavori eseguiti con materiali diversi dalla pietra, come alluminio e legno. Le opere di Fabio Viale ora esposte alla Gliptoteca sono pero’ tutte in marmo. Perché dunque l’azzardo, da parte dell’artista e del museo, di accostare queste sculture marmoree ai capolavori antichi? Il motivo principale risiede nel fatto che Viale, nei suoi lavori, non ambisce ad entrare in competizione con i precursori greci né sul piano formale né su quello contenutistico,” afferma in un‘intervista ad Italian Network /Italialavorotv  Christian Gliwitzky, il curatore della mostra.

"Al centro della sua opera sta piuttosto il gioco con la materialità e con le dimensioni o meglio con l’illusione di materialità e con la realtà della dimensione. Il gioco con la materialità è quindi il tema prevalente della mostra,” continua il curatore precisando come questa sia la prima presentazione delle opere di Viale in un museo pubblico tedesco e come sinora gli erano state dedicate in Germania soltanto due piccole mostre private, una presso una galleria a Düsseldorf nel 2017 e un’altra nel Kunstverein di Augsburg nel 2010.

“Lo si vede molto bene nell’“aereo di carta”, intitolato semplicemente Aereo, o nella “cassetta di plastica”, che porta il nome ben più scintillante di Stargate. In entrambi i casi Viale ha riprodotto materiali la cui ottica può essere sì resa mediante marmo bianco o venato di grigio, ma che, per quanto riguarda peso e caratteristiche tattili, sono quanto di più diverso possa esistere dal marmo. La discrepanza tra illusione ottica e realtà materiale viene ulteriormente accresciuta dall’eccezionale grandezza degli oggetti, che li sottrarrebbe al loro uso abituale anche se fossero di carta o di plastica,” spiega il curatore.

"Un peculiare campo da gioco è offerto a Fabio Viale anche dal mondo degli pneumatici, siano essi nuovi o consumati, e talvolta l’interesse si rivolge persino alle camere d’aria per le quali viene comprensibilmente utilizzato marmo nero. E benché in tutte queste sculture emerga chiaramente il virtuosismo nella lavorazione delle superfici, anche per l’osservatore particolarmente attento e preciso si conserva intatta l’illusione della gomma, l’arte di Viale non si esaurisce in alcun modo nella perfezione tecnica. Essa sviluppa sempre un’incredibile forza plastica e contenutistica, come si può vedere nella camera d’aria più volte intrecciata e in parte ancora gonfia o in pneumatici surrealmente intrecciati l’uno nell’altro, simbolo di unioni che proseguono all’infinito. L’apice dell’illusione ottica è raggiunto dall’artista attraverso la colorazione degli oggetti che imita: nel vedere le due cassette della frutta di ‘legno' messe una sull’altra, per esempio, siamo tentati di prenderle immediatamente in mano e di portarle via, per poi renderci conto che sono davvero troppo pesanti!” precisa Christian Gliwitzky soffermandosi anche sui lavori d’impostazione classica dell’artista.

"Fabio Viale si riferisce direttamente, in alcune delle sue opere, ad esempi antichi. Di norma li copia fedelmente per poi creare un effetto di straniamento sulle superfici, ad esempio “tatuandoli” come nel caso della Venere Italica, o conferendo loro la parvenza ottica del polistirolo. In questo modo Viale non entra in competizione con i capolavori antichi ma li duplica, per così dire, in plastica leggera. Il cambiamento nel materiale gli permette di avvicinare lo spettatore alle caratteristiche formali proprie di quei capolavori, rinviando contestualmente alla dimensione esemplare, e tuttora valida, dell’arte greca dell’antichità,” conclude il curatore.

Allestita in base a criteri estetici, nell’ala Ovest del museo fra le sculture antiche della Gliptoteca, la mostra propone complessivamente undici opere di cui dieci nelle prime sei sale del museo e una, il Laocoonte, posizionata esternamente di fronte alla facciata della Gliptoteca.

Tra le opere in mostra ‘Earth’, i grandi pneumatici per fuoristrada in marmo nero ‘arricchiti' da scanalature e dai segni d’usura del battistrada, e ‘Infinity’ ,le gomme nuove intrecciate tra loro a formare il simbolo dell’infinito.
E ancora la ‘Nike’ esatta riproduzione della piu’ celebre Nike di Samotracia, che bisogna sfiorare per accorgersi che non e’ in polistirolo, il fragile polimero da imballaggio, ma in duro e nobile marmo.
Estremamente suggestiva la Venere Italica, la cui parte posteriore e’ completamente ricoperta da tatuaggi, un lavoro in cui il bello mitologico, il classico per antonomasia si 'scontra’, con esiti sorprendenti, con il frequente segno che ‘decora’ molti corpi di oggi.
Un oggetto quotidiano come una cassetta utilizzata per il trasporto di frutta e ortaggi puo' invece diventare, nella sua marmorea esagerata monumentalita’, una porta magica o stellare, come ricorda per l’appunto il titolo dell’opera ‘Stargate’, le cui linee geometriche interrotte fanno pensare ad una decorazione islamica.
Da segnalare infine, ‘Door Release’ la riproduzione tatuata della mano di Costantino, il cui originale, uno più celebri resti della scultura romana tardo antica, e’ conservato ai Musei Capitolini. Anche in questo caso la rivoluzione di una tradizione, la ‘profanazione’ di un mito.

La mostra, organizzata in collaborazione con l'Istituto Italiano di Cultura di Monaco di Baviera, con il Consolato Generale d'Italia Monaco di Baviera  e la Galleria Poggiali, è aperta dal 12 luglio al 30 settembre 2018. (09/07/2018-Letizia Guadagno- ITL/ITNET)

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