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LAVORO - SCUOLA E PRECARIATO - PACIFICO (PRES.ANIEF) "BASTA INGANNI, L'ITALIA SI ADEGUI ! STABILIZZAZIONE PER TUTTI I PRECARI !

(2018-06-19)

SCUOLA – Precariato, il presidente Anief Marcello Pacifico parla a Bruxelles: basta inganni, l’Italia si adegui Domattina, poco dopo le ore 8, toccherà al presidente nazionale del giovane sindacato italiano illustrare al Parlamento Europeo lo stato dell’arte sull'applicazione negli ultimi vent'anni della direttiva Ue nei Paesi membri e sul caso anomalo del personale scolastico italiano. La relazione di Marcello Pacifico verterà sull'analisi di oltre cento sentenze e ordinanze della Corte di Giustizia in diversi Paesi della Comunità europea, che ha toccato l’apice con la sentenza Mascolo C-22/13 emessa a Lussemburgo nel 2014, rispetto alla violazione della direttiva 70/1999 e di diverse altre direttive sul lavoro. "Annuncia una nota dell'ANIEF. che illustra l'intervento:

Si dipanerà, quindi, con un brevecommento alle due risoluzioni sul precariato prodotte dallo stesso Parlamento europeo. L’intervento di Pacifico si concluderà sulle cause attualmente pendenti in Corte Europea e sul caso recentissimo del docente italo ispanico in merito alla ricostruzione di carriera, con supplenze limitate illegittimamente al termine delle
lezioni, quindi sottraendo in modo ingiustificato gli stipendi di luglio e agosto, e il risarcimento da assegnare al personale entrato in ruolo ma ancora sfruttato da precario.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal: Domani chiederò a nome di Anief e per conto della confederazione europea Cesi la stabilizzazione per tutti gli insegnanti e il personale amministrativo, tecnico e ausiliario italiano. Ma anche per tutti i lavoratori europei che hanno svolto più di tre anni di servizio da precari e che non vengono assorbiti nei ruoli, in virtù di norme capestro che aggirano la Costituzione e le limpide indicazioni provenienti proprio da Bruxelles. Far parte dell’Unione Europea non può servire solo per cercare il pareggio di bilancio, ma anche a rispettare le indicazioni che giungono dal Parlamento europeo: se, davvero, si vuole guardare ad un’Europa comune, guidata dagli stessi valori, allora – conclude il sindacalista autonomo - la si finisca di trattare i lavoratori come pedine.

Arriva sui tavoli del Parlamento europeo l’annosa questione del lavoro precario che continua ad imperversare in Italia,
a dispetto di norme sovranazionali di tutt’altro tenore: domattina, poco dopo le ore 8, toccherà a Marcello Pacifico,
presidente nazionale Anief, illustrare a Bruxelles lo stato dell’arte sull'applicazione negli ultimi vent'anni della direttiva
Ue nei Paesi membri e sul caso anomalo del personale scolastico italiano.

La relazione di Marcello Pacifico verterà sull'analisi di oltre cento sentenze e ordinanze della Corte di Giustizia in diversi Paesi della Comunità europea, che ha toccato l’apice con la Mascolo C-22/13 emessa a Lussemburgo nel 2014, rispetto alla violazione della direttiva 70/1999 e di diverse altre direttive sul lavoro. Si dipanerà, quindi, con un breve commento alle due risoluzioni sul precariato prodotte dallo stesso Parlamento europeo, l’ultima delle quali emessa solo qualche settimana fa, rivolta al Consiglio, alla Commissione e ai governi degli Stati membri, e finalizzata giusto “ad adottare provvedimenti immediati nella sua legislazione per affrontare in modo efficace le pratiche occupazionali che conducono alla precarieta?”, con tanto di invito finale alla “Commissione a intensificare i suoi sforzi per porre fine alle clausole inique nei contratti di lavoro, affrontando tutti gli abusi e tutte le scappatoie”.

A tal proposito, il sindacalista italiano ricorderà che per il Parlamento Ue “il lavoro precario implica una maggiore Esposizione alla vulnerabilità socioeconomica, risorse insufficienti per una vita dignitosa e una protezione sociale inadeguata”. Inoltre, nella risoluzione si evidenzia che “la lotta al lavoro precario deve essere perseguita attraverso un
pacchetto strategico multilivello e integrato che promuova norme del lavoro inclusive ed efficaci unitamente a misure
atte a garantire il rispetto del principio di uguaglianza”.
Il leader dell’Anief, quindi, si soffermerà sulla posizione assunta dalla Commissione per le petizioni (PETI) del Parlamento europeo, e delle richieste formulate da Cecilia Wikström, Presidente della Commissione per le Petizioni
UE, al termine del confronto tra le parti interessate, svolto sempre presso l’European Parliament, incentrato proprio
sulla mancata adozione della Direttiva Ue 1999/70/CE sulla stabilizzazione del personale pubblico con 36 mesi di
servizio svolto.

L’intervento di Pacifico si concluderà sulle cause attualmente pendenti in Corte Europea e sul caso recentissimo del
docente italo ispanico in merito alla ricostruzione di carriera, con supplenze limitate illegittimamente al termine delle
lezioni, quindi sottraendo in modo ingiustificato gli stipendi di luglio e agosto, e il risarcimento da assegnare al personale entrato in ruolo ma ancora sfruttato da precario. Oltre all’assegnazione al personale non di ruolo, da parte dei tribunali nazionali, di risarcimenti sempre più sostanziosi, anche in virtù della posizione della Cassazione che ha aperto gli scatti di anzianità anche ai supplenti, tanto da mettere in dubbio la convenienza per i governi nell’ostinarsi a non assumerli a tempo indeterminato.

“Domani – annuncia Marcello Pacifico, presidente del giovane sindacato italiano - chiederò a nome di Anief e per conto della confederazione europea Cesi la stabilizzazione per tutti gli insegnanti e il personale amministrativo, tecnico e ausiliario italiano. Ma anche per tutti i lavoratori europei che hanno svolto più di tre anni di servizio da precari e che non vengono assorbiti nei ruoli, in virtù di norme capestro che aggirano la Costituzione e le limpide indicazioni provenienti proprio da Bruxelles. Far parte dell’Unione Europea non può servire solo per cercare il pareggio di bilancio, ma anche a rispettare le indicazioni che giungono dal Parlamento europeo: se, davvero, si vuole guardare ad un’Europa comune, guidata dagli stessi valori, allora – conclude il sindacalista autonomo - la si finisca di trattare i lavoratori come pedine”. Conclude la nota. (19/06/2018-ITL/ITNET)

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