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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - ARTI VISIVE - ATTENZIONE AL TERRITORIO E PROMOZIONE E VISIBILITA' ARTISTI ITALIANI ALL'ESTERO: OBIETTIVO "QUADRIENNALE" A ROMA PER 2018-20

(2018-03-13)

  Il presidente della Fondazione La Quadriennale Franco Bernabè e il direttore artistico Sarah Cosulich hanno presentato oggi a Roma negli spazi del WEGIL, il programma culturale relativo al triennio 2018-2020 della Fondazione.

Il programma intende consolidare il ruolo della Quadriennale come partner attivo e propositivo nel sistema dell’arte italiano, stimolando il dialogo e lo scambio di idee sul territorio e aumentando la visibilità e le prospettive degli artisti italiani attraverso la loro promozione all’estero. Al fine di perseguire tali obiettivi, per la prima volta nella storia della Quadriennale è stato incaricato un direttore artistico, nella figura di Sarah Cosulich.

Tre le iniziative del progetto:

Q2020 rappresenta il percorso preparatorio di ricerca e allo stesso tempo l'esito finale, la 17a Quadriennale d'arte del 2020;
Q-RATED prevede una serie di workshop e simposi in Italia per stimolare il dialogo e lo scambio di idee sul territorio e arricchire le prospettive degli artisti e la loro apertura verso l’esterno;
Q-INTERNATIONAL è un’iniziativa nuova, focalizzata a sostenere le istituzioni straniere che espongono artisti italiani, ampliando la conoscenza internazionale del loro lavoro.

In tale contesto la 17a Quadriennale d’arte, la grande mostra dedicata all’arte italiana progettata per il 2020, costituisce il punto di arrivo di una serie di iniziative promosse dalla Fondazione a partire dal 2018. La nuova formula, che per la prima volta vede incaricato un direttore artistico, mira infatti a consolidare la missione della Quadriennale come istituzione nazionale dedicata alla promozione dell’arte italiana contemporanea attraverso un’attività regolare durante il corso di tutto il triennio.

“A solo un anno dalla conclusione della 16° edizione, abbiamo mantenuto la promessa di continuità e con il CdA, abbiamo avviato il nuovo percorso nominando, per la prima volta nella storia della Quadriennale, la figura del direttore artistico”, afferma il presidente della Fondazione Franco Bernabè. Che aggiunge: “Si tratta di un chiaro segnale della volontà di assicurare continuità al progetto Quadriennale e al più ampio processo di costruzione di un piano a sostegno dell’arte contemporanea. La gestione virtuosa della Quadriennale ci permette di avviare autonomamente le nostre attività”.

Fondata nel 1927, la Quadriennale è un’istituzione nata con l’intento di selezionare ogni quattro anni il meglio dell’arte prodotta in Italia. In questa nuova fase del suo percorso, guidata da un direttore artistico, l’istituzione si propone di immettere nell’intero sistema dell’arte del Paese nuove energie determinanti per il suo sviluppo attraverso una strategia e un lavoro coerente e continuativo.

“Vogliamo diventare un punto di riferimento, un luogo di incontro e di dialogo per l’arte italiana ed essere partner delle istituzioni straniere che scelgono di presentare progetti di artisti italiani” dichiara il nuovo direttore artistico Sarah Cosulich. “Ritengo -  continua - che questa sia la principale missione della Quadriennale nel percorso di avvicinamento alla mostra del 2020”.

Il progetto per il triennio 2018-2020 persegue l’obiettivo dell’istituzione di essere partner attivo e propositivo nel sistema dell’arte italiano, stimolando il dialogo e lo scambio di idee sul territorio e aumentando la visibilità e le prospettive degli artisti italiani attraverso la loro promozione all’estero. Questi obiettivi vogliono fornire da un lato strumenti e idee in grado di accrescere la circolazione virtuosa della produzione artistica in Italia, dall’altro mirano ad arricchire di una dimensione internazionale le attività della Quadriennale, aumentando in questo contesto la visibilità dell’istituzione stessa.

Le tre iniziative sono pensate in relazione l'una all’altra, funzionando attraverso una logica di vasi comunicanti per cui ciascun progetto beneficia dell’azione degli altri due.

A questi appuntamenti, si aggiungono i simposi annuali, organizzati a Roma e incentrati su diverse tematiche, in modo da ripensare alle influenze e agli interessi dell’arte italiana del presente alla luce del suo passato recente e dei cambiamenti che ne hanno interessato il sistema di educazione, produzione e circolazione. I simposi, che coinvolgono studiosi, accademici, critici, oltre che curatori e artisti, generano nuovo materiale di ricerca sull’arte italiana e funzionano da think tank per la mostra finale e da cassa di risonanza per veicolare idee e stimoli dal mondo all’Italia e dall’Italia verso il mondo.

Ma consideriamole nel dettaglio:

Q-INTERNATIONAL

Q-International è il progetto della Quadriennale destinato a sostenere le iniziative espositive realizzate da istituzioni straniere che includono artisti italiani. Attraverso risorse economiche reperite con un’attività di fund raising, si vuole colmare una lacuna effettiva nel nostro Paese e contribuire al supporto dell’arte italiana all’estero sul modello di realtà europee già esistenti. Attraverso una comunicazione mirata del bando di partecipazione, Q-International vuole fornire un'opportunità di sostegno rapido e preciso rispetto a spese legate all’organizzazione e alla presenza degli artisti italiani nelle istituzioni internazionali, dai costi di trasporto e assicurazione delle opere, alle spese di viaggio e ospitalità, contributi per performance o pubblicazioni. Un comitato scientifico composto da artisti e direttori di museo italiani ha il compito di selezionare i progetti più interessanti tra le domande di partecipazione pervenute. L’iniziativa permette alla Quadriennale di stimolare la visibilità degli artisti italiani fuori dai confini nazionali attraverso un’attività di costante dialogo e scambio con musei, fondazioni e istituzioni per l’arte internazionali. Q-International consente di mappare la presenza italiana nei vari paesi stranieri promuovendo, al tempo stesso, il ruolo strategico della Quadriennale come punto di riferimento del nostro sistema.

Per assicurare la pluralità e la completezza della ricerca portata avanti dalla Quadriennale, il progetto del direttore artistico Sarah Cosulich richiede il coinvolgimento di un altro curatore. Cosulich ha scelto di invitare Stefano Collicelli Cagol (Padova, 1978) come co-responsabile della curatela della mostra del 2020, della ricerca sul territorio e delle attività di workshop e simposi che caratterizzeranno il triennio. Il suo profilo è quello di un curatore e studioso, con un’ottima conoscenza della storia dell’arte italiana e, in particolare, della storia delle esposizioni. Al tempo stesso Collicelli Cagol, il cui curriculum conta anche diverse esperienze internazionali, è un attento conoscitore delle attuali sperimentazioni artistiche sul nostro territorio (artisti italiani, studi e accademie).
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Sarah Cosulich (1974) si è laureata in storia dell’arte a Washington D.C. e conseguito un master in critica d’arte contemporanea a Londra con una tesi sul rapporto tra la tradizione della Commedia dell’Arte e il lavoro di Maurizio Cattelan. Dopo le prime collaborazioni a Berlino al Museo Ebraico e presso spazi alternativi cittadini, l’esperienza alla Tate Modern di Londra nel 2001.

Cosulich inizia la sua carriera nel contemporaneo con Francesco Bonami alla 50a Biennale di Venezia, lavorando con artisti come Fischli/Weiss, Gabriel Orozco, Matthew Barney e Rudolf Stingel. Dal 2004 al 2008 è curatrice al Centro d’Arte Contemporanea di Villa Manin, dove cura mostre e progetti speciali di più di trenta artisti, tra cui Carsten Hoeller, Pawel Althamer, Rirkrit Tiravanija, Damian Ortega, Tobias Rehberger, Paola Pivi, Monika Sosnowska, Alberto Garutti, Tomas Saraceno. Tra il 2009 e il 2010 progetta il programma espositivo della galleria Cardi Black Box a Milano curando diverse mostre, dalla personale di Thomas Bayrle alla collettiva fotografica con Letizia Battaglia, Arnold Odermatt e Enrique Metinides.

Dal 2012 al 2017 Cosulich dirige Artissima a Torino contribuendo allo sviluppo internazionale della fiera attraverso l’introduzione di nuovi modi di coinvolgere curatori e collezionisti nel programma, format innovativi e nuove sezioni. Per Artissima concepisce anche progetti espositivi collaterali, da One Torino, in collaborazione con i principali musei torinesi nel 2013, a SHIT AND DIE, curata da Maurizio Cattelan nel 2014, e nel 2016 Cosulich cura FLYING HOME, il progetto site-specific di Thomas Bayrle all’Aeroporto di Torino.

Tra i suoi scritti vi sono monografie dedicate a Jeff Koons (2006) e Gabriel Orozco (2008) e diverse sono le collaborazioni con istituti universitari italiani e stranieri.

Recentemente è stata consulente allo sviluppo per Manifesta12 Palermo e collabora attualmente con Mutina, azienda per la quale ha creato un programma di sostegno, produzione e presentazione dell’arte contemporanea.


Stefano Collicelli Cagol (Padova, 1978) è storico delle mostre e curatore indipendente. Si è laureato nel 2002 presso l’Università Ca’ Foscari, Venezia, in Conservazione dei Beni Culturali e ha conseguito nel 2014 il suo PhD presso il Royal College of Art di Londra con una tesi sulla storia delle esposizioni tematiche di arte contemporanea in Italia tra gli anni ’30 e gli anni ’50. Dal 2018 è docente presso il Master di 2 livello in Design for Arts, Politecnico di Torino.

Accanto all’attività accademica, ha sviluppato la sua pratica curatoriale attraverso diversi progetti in Italia e all’estero. Il suo percorso è iniziato presso il Castello di Rivoli - Museo d’Arte Contemporanea in occasione della mostra The Moderns curata da Carolyn Christov-Bakargiev nel 2003, ed è proseguito tra il 2004 e il 2006 con il ruolo di assistente curatore a Villa Manin - Centro d’Arte Contemporanea, Passariano (UD). Nel 2011 è stato assistente curatore per la mostra Un’espressione geografica. Unità e identità dell’Italia attraverso l’arte contemporanea, prodotta dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, dove ha lavorato tra gli altri con Victor Man, Johanna Billing, Isabelle Cornaro, Markus Schinwald, Andro Wekua e Ibon Aranberri.

Presso la stessa istituzione ha coordinato dal 2010 al 2013 la Residenza per giovani curatori e ha contribuito alla progettazione e docenza di CAMPO - Corso per curatori. Attraverso questi progetti ha approfondito la situazione del sistema artistico italiano e la conoscenza della sua giovane arte, ulteriormente indagata anche grazie alla nona edizione del Premio Furla, 2012, in occasione della quale ha nominato insieme a Bart Van Der Heide, curatore dello Stedelijk Museum di Amsterdam, la vincitrice Chiara Fumai. In Italia, come curatore indipendente ha lavorato presso Castello di Rivoli - Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino; Artissima, Torino; Palazzo Grassi, Venezia; GAM - Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino; Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia e Museo Marino Marini, Firenze.

Ha collaborato inoltre con istituzioni internazionali come Trondheim kunstmuseum, di cui è Curator at Large dal 2015 e dove ha presentato le opere degli artisti Lawrence Abu Hamdan e Sidsel Meineche Hansen; LUX Artists’ Moving Images, Londra; steirischer herbst festival, Graz; V-A-C Mosca e Venezia; il festival curated by_vienna, Vienna e Art-O-Rama, Marsiglia.

Ha pubblicato diversi articoli accademici sulla storia delle esposizioni e suoi articoli sono apparsi su "Stedelijk Studies", "Domus" e "Flash Art". (13/03/2018-ITL/ITNET)

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