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FORMAZIONE ITALIANI NEL MONDO - GRAZIE AL METODO CLIL (Content and Language Integrated Learning) METODO IMMERSIVO INTERDISCIPLINARE PER COSTRUZIONE COMPETENZE LINGUISTICHE

(2018-03-10)

  Nato nel 1994, il CLIL (Content and Language Integrated Learning) è un approccio didattico di tipo immersivo che punta alla costruzione di competenze linguistiche e abilità comunicative in lingua straniera insieme allo sviluppo e all’acquisizione di conoscenze disciplinari. Come nel caso di Geo - CLIL für Jugendliche, un laboratorio dove si simula una lezione di geografia, ma in lingua tedesca per le scuole medie, al quale hanno partecipato 70 ragazzi dell'Istituto Comprensivo Alta Val di Sole in Trentino. "Le competenze che si acquisiscono durante l'insegnamento di una materia in lingua rimangono per tutta la vita - ha spiegato Giusi Chiego, docente di tedesco dell'Istituto della Val di Sole - Il Clil è basato appunto su una modalità di discipline che dialogano fra di loro".

Per il secondo anno consecutivo sono poi andate in scena  le lingue con l’opera teatrale condotta dal regista Marco Alotto che ha visto giovani attori europei insieme agli studenti degli istituti superiori trentini. “Re Lear”, questa l’opera scelta per l’edizione 2018 tratta liberamente dalla grande tragedia shakespeariana, proseguirà nel mese di maggio a Torino. La diversità di lingue e di culture si fondono in un lavoro unico, armonico e corale in un progetto incentrato sull’ascolto, l’osservazione e la cura dei giovani attori coinvolti, risaltandone la loro unicità, la loro originalità, la loro potenza espressiva e la loro freschezza.

Per approfondire la conoscenza storica e strutturale delle varie Nazioni attraverso danze e canti, e per stimolare una riflessione sulla pace, lo spettacolo “Ballando e cantando” ha visto sul palco dell’Auditorium Melotti 130 studenti delle classi della scuola primaria Don Milani e del Polo Mòcheno di Fierozzo: attraverso un simpatico copione con  l’alternanza di più lingue (tedesco, inglese, spagnolo, portoghese e anche mòcheno) hanno messo in scena canzoni e danze provenienti da una dozzina di nazioni diverse con lo scopo di favorire la socializzazione, la coordinazione nel lavoro comune e alla condivisione fra paesi, anche lontani, perché le "lingue devono unire e non dividere", come ha spiegato la coordinatrice del progetto Edi Giovannini. Durante la mattina anche "Lingue in scena" con il "Re Lear" del regista Marco Alotto, uno spettacolo a conclusione di un ciclo di laboratori promossi durante e un po' prima del Festival con alcuni studenti delle scuole trentine e giovani attori europei. (10/03/2018-ITL/ITNET)

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