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FISCO - STATI GENERALI DEI COMMERCIALISTI: "BOOM COSTO ADEMPIMENTI FISCALI DA 2015 A 2017 DA 58,1 A 60,4"- MIANI(PRES.):" SERVE AUTORITA’ INDIPENDENTE GARANZIA CONTRIBUENTE"

(2018-02-13)

Il costo complessivo degli adempimenti fiscali per tutte le imprese e i professionisti, pari a circa 6 milioni di soggetti, è cresciuto, dal 2015 al 2017, da 58,1 a 60,4 miliardi di euro circa, con un incremento in valore assoluto di 2,4 miliardi di euro, corrispondente a una media di 514 euro, passando da 9.577 euro a 10.091 euro per ogni singola partita IVA.

E’ quanto emerge da una ricerca condotta dalla Fondazione nazionale dei commercialisti, i cui risultati sono stati illustrati oggi dal presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani, nel corso degli Stati generali della categoria, svoltisi a Roma. Un aumento dei costi certo, a fronte, è la denuncia della professione, “dell’aleatorietà delle stime sul recupero dell’evasione”.

L’aumento del costo degli adempimenti è figlio della nuova strategia di contrasto all’evasione fiscale costruita, negli ultimi tre anni, tramite misure quali Reverse charge, Split payment, Stretta alle compensazioni fiscali, Trasmissioni periodiche delle Liquidazioni Iva e delle Comunicazioni dati fatture emesse e ricevute, fino all’introduzione della fatturazione elettronica obbligatoria nei confronti della P.A.

“La crisi economico-finanziaria e l’elevato livello di pressione fiscale - ha affermato Miani - hanno indotto lo Stato a rilanciare la strategia di lotta all’evasione fiscale, puntando dritto alla riduzione del tax gap Iva. È indubbio come la maggior parte delle misure adottate dal 2015 in poi sia rivolta in questa direzione. Sommando il gettito atteso di tutte le misure di contrasto all’evasione previste dalle manovre finanziarie per gli anni 2015-2018 con proiezioni fino al 2020 si raggiunge la cifra imponente di 50 miliardi di euro”

“Si tratta di una strategia – ha commentato Miani-  essenziale per gli equilibri di bilancio della finanza pubblica, caratterizzata però dall’indeterminatezza delle stime relative al recupero di gettito evaso, sempre approssimative e prive di validi fondamenti. Le misure introdotte in termini di nuovi adempimenti fiscali producono, invece, costi certi e incrementali per imprese e professionisti”. “Sull’aleatorietà delle stime del gettito atteso dalla lotta all’evasione – ha aggiunto Miani -  si è autorevolmente espressa anche la Banca d’Italia che, più volte, ha ammonito il Governo su questo aspetto”:

Di fatto, è la denuncia dei commercialisti, i costi della lotta all’evasione “ricadono direttamente su imprese e professionisti”. “Si scaricano oneri e responsabilità su soggetti privati quali i professionisti - ha proseguito Miani - costringendoli tra l’altro a fare investimenti che, il più delle volte, non sono compatibili e proporzionati rispetto alle loro dimensioni e alla loro organizzazione, come nel caso della normativa antiriciclaggio ovvero, nell’immediato futuro, della fatturazione elettronica”. “Non si può pretendere - ha concluso - che i Commercialisti lavorino gratuitamente per lo Stato”.

  Istituire un’Autorità di garanzia indipendente del contribuente. È una delle proposte avanzate dai commercialisti alla politica per la prossima legislatura nel corso degli Stati generali della professione. Per il presidente nazionale della categoria, Massimo Miani, la nuova autorità, posta a tutela del rispetto dei principi dello Statuto del contribuente “sistematicamente ignorati”, dovrebbe “essere dotata di poteri sanzionatori e coercitivi”. All’Autorità di garanzia, secondo la categoria, “andrebbero inoltre affidate le competenze su gestione degli interpelli, adesione e mediazione, in modo da assicurare l’effettiva terzietà degli istituti”.

Secondo Miani, “è arduo trovare nel nostro ordinamento una legge più disattesa dello Statuto dei diritti del Contribuente. Ciò non ha certo contribuito, in questi anni, a creare quel clima di fiducia e di maggiore rispetto e collaborazione nel rapporto Fisco-contribuente in grado di garantire un più equo bilanciamento degli opposti interessi in gioco”. Per il presidente dei commercialisti “l’esperienza maturata sul campo ha messo in luce che uno degli aspetti più critici di tale rapporto è, senza dubbio, da ascrivere all’indiscutibile difetto di terzietà e al potenziale conflitto di interessi che ha sempre caratterizzato istituti che possiamo definire cruciali per consolidare un clima di fiducia e di collaborazione, quali il diritto di interpello, il procedimento di accertamento con adesione e la mediazione tributaria”. Da qui la proposta di una Autorità indipendente di garanzia per il contribuente.

Miani ha inoltre chiesto l’inclusione di rappresentanti di imprese e professionisti, a fianco di quelli delle istituzioni e del mondo accademico, nella commissione nominata dal Ministro dell’Economia e delle Finanze per la stima dell’evasione fiscale. Per i commercialisti andrebbe istituita anche una commissione, con analoga composizione, per la stima dei costi per i contribuenti e benefici per l’Erario di ciascun adempimento fiscale vigente.(13/02/2018-ITL/ITNET)

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