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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - PREMIO LETTERARIO CACCURI AD ANTONIO PADELLARO CON "IL FATTO PERSONALE"

(2017-08-16)

  E’ andato ad  Antonio Padellaro con il libro “Il Fatto Personale”, edito da Paper First. lui il premio Letterario Caccuri 2017, sezione saggistica, dopo un duello all’ultimo voto con Giampiero Mughini, “La stanza dei libri” edito da Bompiani, e Giulia Innocenzi, “Tritacarne” edito da Rizzoli.
  Si è chiusa così la sesta edizione dell’evento organizzato in provincia di Crotone dall’Accademia dei Caccuriani, l’associazione di promozione culturale fondata da Adolfo Barone, Olimpio Talarico e Roberto de Candia.

Per cinque giorni a Caccuri si sono alternati dibattiti, confronti, discussioni, non solo fra “addetti alla cultura” ma anche fra i cittadini, nei bar, nelle piazze e nelle case. L’individuazione del vincitore è avvenuta attraverso un meccanismo di voto che coinvolge una giuria nazionale (composta da grandi personalità della cultura italiana, da Ferruccio de Bortoli a Piergiorgio Odifreddi) e una di “caccuriani” (gli iscritti all’associazione). A guidarle entrambe come ogni anno è stato lo storico e scrittore Giordano Bruno Guerri. Nelle cinque serate si sono alternati sul palco grandi nomi della cultura italiana come Maurizio de Giovanni (Premio Narrativa 2017), Michele Placido (Premio Alessandro Salem-Fondazione  Carical 2017 e autore di un recital dedicato alla Divina Commedia), Sergio Staino (Premio Letteratura e Satira), Armando Massarenti, Antonio Ereditato, Domenico Dara e Mauro Minervino.

A tutti e tre i finalisti della sezione di saggistica, così come ai vincitori degli altri premi, è stata consegnata la torre d’argento realizzata dal maestro orafo Michele Affidato e divenuta il simbolo del Premio Letterario Caccuri.

Queste le prime parole da vincitore di Antonio Padellaro: "Porterò nel cuore questi giorni passati insieme a voi a Caccuri a parlare di libri e di cultura non in maniera astratta ma concreta. E’ davvero una grande emozione vincere un premio così prestigioso. Grazie davvero a tutti voi”.

1663 abitanti, 650 metri di altezza, tanto verde e paesaggi mozzafiato. Limitandosi a osservare questo Caccuri non sarebbe che il classico borgo della Sila calabra, dove il buon cibo si mischia con il clima fresco che ristora dal caldo della costa. Caccuri, però, è molto di più grazie a un premio letterario che sta scalando, anno dopo anno, la “graduatoria” dei più ambiti nel panorama editoriale italiano.

Da sei anni, dal 6 al 10 agosto, la cultura in Calabria ha un solo nome ed è quello di questo paesino che domina dall’alto la valle crotonese. Sul palco allestito nella piazza principale “sfilano” per quattro giorni uomini e donne di primissimo piano della cultura italiana e internazionale.

Un ruolo centrale nella programmazione dell’evento ce l’ha l’intrattenimento. Accanto a personaggi del calibro di Ferruccio de Bortoli, Edoardo Boncinelli e Gianluigi Nuzzi, mattatori dell’edizione 2016, hanno preso posto interpreti e autori come Sergio Cammariere e la “Rimbamband”.

Confrontarsi su temi importanti ma divertendosi: è questo lo spirito che ogni anno sembra rigenerarsi ai piedi del maestoso castello. E Caccuri resta nel cuore. “Caccuri diventerà nel giro di pochi anni la capitale italiana della saggistica, della storia, della cultura” profetizzò nel 2014 Paolo Mieli, ospite di quella edizione. Se aveva ragione lui lo dirà il tempo, quel che è certo è che accade qualcosa in quei giorni di agosto che stupisce e accende un faro sulle potenzialità di tutta la Calabria.

Se sei nato a Caccuri sei un caccurese. Se sei un amante della cultura e un sostenitore del premio letterario diventi un caccuriano. Si può essere caccuresi senza essere caccuriani così come si può essere caccuriani senza essere caccuresi. Tutto chiaro, no?! L’identità non è un fattore marginale ma il fulcro intorno al quale ogni anno viene costruito l’evento, apice del lavoro di un anno.
L’Accademia dei Caccuriani è l’associazione che raggruppa tutti i caccuriani e che,  oltre a organizzare il Premio, promuove con azioni concrete la lettura tra i giovani. “Quando con Roberto de Candia e Olimpio Talarico ci siamo interrogati su cosa fare di buono per la nostra terra, abbiamo subito pensato ai libri” spiega Adolfo Barone, oggi presidente dell’associazione. “Se non si parte dalla cultura non si può rimettere in moto un processo di sviluppo, in Calabria come nel resto del Paese.

In Italia si legge poco, pochissimo, siamo agli ultimi posti in tutte le classifiche. Se non rimettiamo i libri nelle mani dei giovani non abbiamo speranza”. Attraverso il progetto “Leggere a scuola”, l’Accademia ha distribuito tra i banchi calabresi migliaia di libri e ha fatto incontrare i ragazzi con gli autori. Un impegno a 360° gradi, dunque, che vede solo il culmine ad agosto con la premiazione dei premi di saggistica, di narrativa, di poesia e teatro dialettale.

Su una cosa gli organizzatori non sono disposti a transigere: sull’indipendenza. Mentre l’impresa culturale spinge sempre di più i premi letterari a “parteggiare” per questa o quella casa editrice, sin dall’inizio i “caccuriani” hanno messo i puntini sulle “i”: la scelta del vincitore dev’essere democratica. Nasce così l’idea di istituire due giurie: una di attivisti e simpatizzanti dell’Accademia e l’altra composta da personaggi di primissimo piano della cultura italiana. Si va da Renzo Arbore a Piergiorgio Odifreddi; da Pino Aprile a Ferruccio de Bortoli. Ognuno di loro esprime un giudizio sulle opere in gara e solo il 10 agosto, la serata conclusiva, viene annunciato il risultato e consegnate le splendide “Torri d’argento” realizzate dal maestro orafo Michele Affidato e divenute il simbolo dell’intero evento.(16/08/2017-ITL/ITNET)

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