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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - FRANCIA - IN PRIMO PIANO EMIGRAZIONE ITALIANA A PARIGI AL MUSEO NAZIONALE DELLA STORIA. A COLLOQUIO CON CONSIGLIERE SCIENTIFICO STEPHANIE MOURLANE
(2017-03-08)
"Ciao Italia. Un secolo d'immigrazione e di cultura italiana in Francia (1860-1960)”. E’ questo il titolo della mostra ospitata dal 28 marzo al 10 settembre 2017 al Museo Nazionale della Storia dell'Immigrazione di Parigi, un’istituzione museale fondata per far conoscere e riconoscere il ruolo dell'immigrazione nella costruzione della Francia.
La mostra e’ un grande riconoscimento, il primo mai organizzato a livello nazionale, alla storia di questa lunga ondata migratoria che resta la piu’ importante che la Francia abbia mai avuto. Dalla meta’ del 19' secolo sino agli anni Sessanta dello scorso secolo, gli italiani furono infatti coloro che piu’ di tutti emigrarono in questo paese. “L'emigrazione italiana in Francia, che inizio’ in modo massiccio nella seconda meta’ del XIX secolo, si iscrive in realta' in un'antica tradizione di mobilita’ transalpina. Tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX, la Francia divenne tuttavia la terza destinazione per gli emigranti italiani, subito dopo gli Stati Uniti e l’Argentina.
La prossimita’ geografica, il deficit naturale della popolazione francese e il bisogno di manodopera legato allo sviluppo economico furono i motivi che richiamarono cosi' tanti emigrati italiani che passarono nel giro di trenta anni, ovvero dal 1851 al 1881, da 63.000 a 240.000. Una cifra destinata ad aumentare ulteriormente: nel 1901 erano 330.000, superando cosi’ i belgi e diventando la comunita’ straniera piu’ numerosa in Francia. E alla vigilia della guerra, erano 420.000 ovvero il 36% degli stranieri e piu’ dell'1% della popolazione residente in Francia. Secondo gli uffici italiani tra il 1873 e il 1914 hanno attraversato le Alpi 1,8 milioni d' italiani." Cosi’ Stéphane Mourlane, consigliere scientifico della mostra, spiega nel corso di un’intervista, in anteprima ad Italian Network/Italialavorotv la portata del fenomeno migratorio italiano in Francia.
"Poco influirono su questo movimento le disposizioni sulla chiusura delle frontiere emanate dal Regime Fascista nel 1927: il numero non smise di crescere e tocco' nel 1931 la cifra record di 800.000, sicuramente un milione se si contano anche gli stagionali e i clandestini, ovvero il 7% della popolazione francese. Il tempo dei grandi flussi si apprestava pero’ a finire: gli italiani nel 1954 sono 507.000 e nel censimento del 1968 vengono superati numericamente dagli spagnoli. La Francia e' meno attraente, l’Italia conosce il suo miracolo economico e sono altri paesi come la Germania, la Svizzera e la Gran Bretagna ad offrire condizioni salariali piu’ vantaggiose a coloro che decidono di lasciare il loro paese,” continua il consigliere scientifico.
“E’ interessante notare come cambiarono negli anni le regioni di provenienza degli italiani: inizialmente otto su dieci venivano dal Nord. Nel 1914, il 28% proveniva dal Piemonte, di cui una buona parte dalla provincia di Cuneo, il 22% dalla Toscana e il 12% dalla Lombardia. I meridionali erano pochi, preferivano emigrare verso le Americhe. La situazione pero’ si modifico’ dopo la Seconda Guerra Mondiale: dal Meridione arrivava quasi il 59% degli emigrati. Ed e’ altrettanto interessante sottolineare che se inizialmente la migrazione italiana in Francia fu di origine economica, dopo la prima guerra mondiale furono soprattutto le motivazioni politiche, a causa dell'ascesa del fascismo, a spingere gli italiani a lasciare il loro paese e a stabilirsi in Francia,” precisa Mourlane.
Dopo essersi un po’ appannata, la memoria della grande migrazione italiana e’ oggi molto viva come sottolinea Mourlane. "Nel contesto di una societa’ che fa della memoria un dovere, la domanda e’ forte e la memoria italiana può contare su tanti ‘supporti’ come testi, riviste, programmi radio, spettacoli, film, eventi organizzati da associazioni e mostre. Sino ad ora, pero’, le mostre avevano avuto una dimensione locale, come la rassegna ‘Un'aria di Italia' allestita al museo Dauphinois a Grenoble nel 2012 o 'Due secoli di immigrazione italiana nella regione lionese’ organizzata nel 2014.
"Ciao Italia” e’ la prima grande esposizione nazionale allestita a Parigi in un museo il cui percorso permanente da' ampio conto della migrazione italiana,” puntualizza Mourlane. Una migrazione che oggi viene celebrata ma il cui inserimento non fu scevro di difficolta’. Non furono pochi, infatti, i pregiudizi che sorsero nei confronti della comunita’ italiana, pregiudizi che talvolta si trasformarono in veri atti di ostilita’ come dimostrano alcuni drammatici eventi. "A Marsiglia nel giugno 1881 ci furono delle vere ‘cacce all’ uomo’, i cosiddetti 'Vespri Marsigliesi', che portarono alla morte di 3 italiani e al ferimento di altri 15. Senza dimenticare il massacro ad Aigues-Mortes nell'agosto 1893 in cui furono uccisi 8 italiani e feriti altri 50. E ancora gli attacchi avvenuti a Lione nel 1894 a seguito dell’uccisione del presidente francese Marie François Sadi Carno da parte dell'anarchico italiano Sante Caserio,” puntualizza il consigliere scientifico.
"Tra rifiuto ed integrazione, diffidenza e moti di passione, notevole e’ stata comunque l' influenza che hanno avuto gli italiani sulla societa’ e sulla cultura francese", osserva Mourlane.
“Gli italiani emigrati in Francia hanno portato nelle loro valigie tutta loro cultura, da quella politica a quella linguistica, da quella gastronomica a quella artistica. E la loro integrazione nella societa’ francese non mino' la loro italianita’ e tanti sono stati i ‘transfert’ culturali. Certo, il regime fascista aveva trasformato la difesa dell’italianita’ in uno strumento di propaganda aggressiva ma direi che e’ stato soprattutto l’antifascismo degli oppositori a lasciare un segno sulla cultura politica francese. Sicuramente, come sottolineano spesso gli studiosi dell’emigrazione italiana, la diffusione della cultura italiana e’ stata favorita dall’appartenenza alla stessa civilta’ latina e, come risultato, la lingua francese si e’ appropriata di una parte del lessico italiano. Ed il muro di parole che chiude la mostra ricorda questo influsso,” precisa Mourlane.
Prendendo in considerazione diversi temi come la religione, la stampa, l'istruzione, la musica, il cinema, lo sport e la gastronomia, la mostra illustra dunque l’apporto di questa numerosa comunita’ composta inizialmente da operai, minatori, muratori, agricoltori, spazzacamini ma, con il passare del tempo, anche da commercianti ed imprenditori. E da tanti artisti come pittori, cantanti ed attori alcuni dei quali di grande successo come Yves Montand, Lino Ventura, Michel Piccoli, Max Gallo, Serge Reggiani e Michel Colucci in arte Coluche. Senza dimenticare, inoltre, alcune importanti famiglie che realizzarono dei veri e propri imperi economici come la casa automobilistica Bugatti fondata a Molsheim, in Alsazia, nel 1909 da Ettore Bugatti, e l’ impresa meccanica Ponticelli fondata nel 1921 da Lazzaro Ponticelli.
E per ricostruire questa epopea, la rassegna allinea 400 'testimonianze' tra cui documenti d’archivio, poster, spezzoni di film, carte geografiche, litografie, istallazioni, ritratti, dipinti e molto altro ancora.
“L'allestimento non segue un ordine cronologico ne' delinea evoluzioni, su questi punti si sofferma piuttosto il catalogo edito da La Martinière. Diciamo che il percorso e’ in linea con la dinamica del recente rinnovamento storiografico sull'immigrazione italiana che dopo aver prestato molta attenzione alle questioni politiche e sociali si concentra oggi di piu’ sugli aspetti culturali. Questo con l'intenzione di sottolineare come gli italiani hanno fatto la Francia. In questa prospettiva, la mostra scommette su un dialogo originale: da una parte documenti d'archivio tra cui rapporti amministrativi, corrispondenza e articoli di giornali, dall'altra parte opere d'arte tra cui dipinti, sculture e film. Ci auguriamo che questo confronto possa permettere di osservare con uno sguardo diverso i luoghi, le attivita’ professionali e le impronte lasciate dagli italiani nella cultura francese,” spiega il consigliere scientifico.
Articolata in tre parti, la mostra si apre con la sezione dedicata a 'I Luoghi’. Qui si scoprono le regioni di provenienza dei migranti e le loro mete finali, i punti di passaggio alle frontiere e i luoghi frequentati in Francia come le chiese o i caffe'. Segue la sezione sui mestieri in cui si sottolinea il contributo italiano allo sviluppo economico della Francia, specificando come il lavoro sia stato il motivo iniziale della migrazione italiana e lo strumento del successivo inserimento sociale. Chiude il percorso la terza parte dedicata all'influenza culturale italiana, diversificata e profonda, da cui emerge il rapporto paradossale tra i francesi e i loro vicini transalpini, un rapporto fatto di attrazione e condiscendenza.
Da segnalare lungo il percorso le opere dei tanti pittori italiani che vissero oltralpe, dagli ‘Italiens de Paris’ nell'Ottocento sino ai maestri del Novecento, come Leonetto Cappiello, Giovanni Boldini, Giuseppe de Nittis, Gino Severini, Renato Paresce, Filippo De Pisis, Massimo Campigli, Mario Tozzi, Alberto Magnelli, Leonardo Cremonini, Amedeo Modigliani, Alberto Martini…Piu’ di trenta opere provenienti da collezioni private e da diversi musei francesi ed italiani.
“Tra le opere esposte, mi sembra importante citare prima di tutto ‘Gli emigrati’ di Angelo Tommasi (1858-1923), un olio su tela del 1896 prestato dalla Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma. Il dipinto e’ emblematico dell’esodo degli italiani e ricorda l’importanza del fenomeno migratorio all'indomani dell’Unita’ d’Italia. Altrettanto rilevanti le opere di Giovanni Boldini (1842 – 1931) come 'Carozza a Versailles' (1873) e quelle di Giuseppe De Nittis (1846 – 1884) tra cui 'La place des Pyramides' (1875) dal Musée d’Orsay. Questi due artisti italiani, infatti, si sono fatti interpreti della vivacita’ di Parigi e della sua modernita’,” spiega Isabelle Renard, Responsabile della collezione d’arte contemporanea al Museo Nazionale della Storia dell'Immigrazione.
“In mostra ci sono anche alcuni importanti lavori del cartellonista Leonetto Cappiello (1875-1942) come la maquette del poster per l’aperitivo Maurin Quina (1906) e due litografie 'Cinzano' (1932) e 'Campari' (1925). Opere che testimoniano l'innegabile apporto nel campo della cartellonista di Cappiello, nato a Livorno ma naturalizzato francese nel 1930,” continua Renard.
"La presenza artistica italiana al volgere del secolo nella Parigi cuore dell'avanguardia e’ testimoniata invece da un ritratto di 'Jean Cocteau' (1916) eseguito da Amedeo Modigliani (1884 – 1920) e da due opere del pittore Gino Severini (1883 –1966) 'La danse de l'ours au Moulin Rouge’ (1913) dal Centre Georges-Pompidou di Parigi e ‘Nord-Sud’ (1913) prestato dalla GAM - Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino. Da segnalare anche la presenza del trittico del pittore Alberto Magnelli (1888 – 1971) intitolato 'Cantabile Fuga Adagio grave’ dal Museo d’arte moderna della Citta’ di Parigi,” puntualizza Renard.
"La mostra propone, inoltre, anche delle opere di giovani artisti italiani contemporanei come Julie Polidoro (1970), autore di ‘Italia con Google' (2011). E ancora una serie di acquerelli su carta che il Museo ha commissionato alla giovane artista veneziana Giulia Andreani (1985) dedicati alla storia della migrazione italiana in Francia, lavori che ne restituiscono la dimensione umana ed epica, tragica e spettacolare,” conclude Isabelle Renard.
In occasione della mostra, dal 15 al 17 giugno 2017, il Museo ospitera’ una importante conferenza internazionale dal titolo "L’Italie pour bagage. Migration, circulations et italianité XIXe-XXIe siècles”. Organizzata in collaborazione dal Museo Nazionale della Storia dell’Immigrazione, l’École française de Rome, l’Istituto Italiano di Cultura di Parigi e il laboratorio europeo associato MediterraPolis (Aix Marseille Université-Universita' La Sapienza Roma), la conferenza e’ dedicata all’emigrazione italiana nel mondo, uno dei piu’ importanti movimenti migratori nella storia contemporanea che dal 1860 al 1960 ha interessato 26 milioni di persone. Un movimento che negli ultimi anni ha ripreso d'intensita'.
Nel corso delle due giornate si parlera’ della trasformazione della cultura italiana nel processo migratorio e del rapporto delle istituzioni italiane con gli italiani all’estero e con gli oriundi italiani. (08/03/2017-Letizia Guadagno-ITL/ITNET) (copyright Letizia Guadagno -ITL/ITNET- si prega di citare la fonte sia nel caso di articolo completo che di spezzoni dell'articolo-grazie)
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