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LAVORO - DA MILANO - AL CONVEGNO INAZ "RECUPERARE VALORE LAVORO PER MIGLIORARE LA QUALITA' DELLA VITA"

(2016-09-29)

  C’è il problema del lavoro al centro della crisi economica che perdura da anni. Un tema al centro attività di convegni e divulgazione portata avanti da Inaz e che  torna a occupare un ruolo di primo piano nel dibattito pubblico. «Perché oggi lo scontro è tra i fautori del capitalismo finanziario dominante, che non crea sviluppo ma solo un’élite ristretta e ricca come mai nella storia, e chi vuole invece rimettere al centro la crescita e il lavoro, con la sua dignità». Ad affermarlo l’economista Marco Vitale intervenendp al convegno “Recuperare il valore del lavoro”  promosso da INAZ con Linda Gilli, Marco Vitale, Vittorio Coda, Giacomo Gatti, Alberto Quadrio Curzio, Saverio Gaboardi e Michela Spera. Esperienze diverse per ragionare su un tema finalmente al centro del dibattito pubblico, in una prospettiva cara al Cardinal Martini: quella della fiducia e della speranza

Particolarmente ricco ed eterogeneo è stato il panel di testimoni per il convegno 2016, nel quale il tema del lavoro è stato affrontato, oltre che da economisti e sindacalisti, anche da prospettive insolite: il regista Giacomo Gatti ha preparato un excursus sulla rappresentazione del lavoro nel cinema, che di questo tema di è occupato fin dal primissimo film dei Fratelli Lumière - La sortie d’usine (L’uscita dalla fabbrica) del 1895 - con un impegno che continua fino a oggi.

L’obiettivo dell’incontro è stato - sintetizzato da Linda Gilli, presidente e amministratore delegato di Inaz: «La concezione del lavoro in Italia è stata ed è, spesso, limitativa, perché il lavoro viene visto come mero strumento di produttività immediata. Però il lavoro occupa un terzo delle nostre vite ed è necessario che aziende e lavoratori ne mettano al centro il bello, la componente che fa sentire le persone realizzate e valorizzate, in un’ottica di costruzione del bene comune».

Proprio la componente umana è sempre stata al centro della riflessione del Cardinal Martini su lavoro e sviluppo, ha spiegato Alberto Quadrio Curzio: «Martini rifletteva sui temi economico-sociali rivolgendosi a credenti e non credenti, rifacendosi e andando oltre la Dottrina sociale della Chiesa. Un elemento originale nell’elaborazione del Cardinale è il concetto di solitudine della persona nell’impresa, che va superata con l’umanizzazione, l’attenzione, l’introduzione nell’azienda di spazi, anche minimi, di gratuità, e il concetto di laboriosità che non si identifica con quello di lavoro. Il tutto –ha puntualizzato Quadrio Curzio– affrontato in una prospettiva di fiducia e di speranza, che è stata sempre propria di Martini, anche di fronte alle sfide poste dalla tecnologia e dalla flessibilità».

A Saverio Gaboardi, presidente del Cluster Lombardo per la Mobilità, e alla sindacalista Fiom CGIL Michela Spera il compito di indicare nella pratica in quale direzione devono andare imprese e sindacato se vogliono contribuire a ricuperare il valore del lavoro. Gaboardi ha parlato dei risultati positivi del CLM in termini di lavoro e sviluppo: «Abbiamo un comparto che è in ripresa, l’Italia è tornata a essere produttore di veicoli, e la Lombardia va particolarmente bene perché ha lavorato sul concetto di cluster, che supera i distretti per guardare a tutto il mondo unendo imprese, università e associazioni, e le sostiene per dare loro competitività. Il comparto ha raccolto la sfida competitiva facendo un lavoro orizzontale, sulla filiera, con una mentalità orientata al cliente e generando uno scambio azienda/lavoratori basato sulla condivisione di idee». Michela Spera ha ricordato che «Il sindacato è speculare alla realtà che si trova di fronte, e se si trova di fronte un’azienda che innova e ha ben chiaro che è il lavoro che crea valore, allora si instaura una collaborazione». Un nodo critico è che sono le politiche del lavoro a mancare: «Le fabbriche non chiudono perché i lavoratori hanno troppi diritti, chiudono per mancanza di competitività. E per recuperare competitività e lavoro servono investimenti, risorse e soluzioni governate» ha concluso Spera.

L’economista Vittorio Coda ha chiuso il convegno tornando sul concetto del “bello del lavoro”: «Recuperare il valore del lavoro è un’operazione che dipende da una prospettiva individuale, organizzativa e di sistema economico-sociale. Vorrei porre l’accento sul primo punto, nella convinzione che l’incontro di oggi possa essere il punto di partenza per una trasformazione interiore. Sempre tenendo a mente il senso di fiducia ispirato dalle parole del Cardinale Martini: è possibile affrontare il cambiamento andando nella direzione del bello».

Inaz, azienda italiana di software e servizi per la gestione delle risorse umane, festeggia il decimo anniversario dei suoi incontri dedicati alla cultura d’impresa. Da questi convegni è nata la collana editoriale “Piccola Biblioteca d’Impresa” che ha raccolto, in 14 volumi, riflessioni e testimonianze di una quarantina fra economisti, imprenditori, intellettuali di diversa provenienza e formazione.(29/09/2016-ITL/ITNET)



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