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PATRONATI ITALIANI NEL MONDO - VECCHIA E NUOVA EMIGRAZIONE - LUZZI(PRES. CIPAS):CONSENTIRE A PATRONATI GOVERNARE PROCESSO CAMBIAMENTO: MODIFICA SISTEMA OFFERTA/TUTELA GESTIONE BISOGNI LAVORATORI"
(2015-12-01)
Partire dalla storia e dagli avvenimenti dell'emigrazione italiana - "uno dei grandi fenomeni della storia moderna" - per "leggere" i fenomeni di ieri e, soprattutto, di oggi. Lo ha fatto, attraverso una sintetica carrellata storica, il Presidente del Coordinamento dei Patronati CIPAS *** e Direttore Generale del Patronato SIAS del Movimento Cristiano Lavoratori, Alfonso Luzzi, tratteggiandone le principali caratteristiche per arrivare all'attualità in cui " i confini territoriali per la mobilità assumono un aspetto del tutto marginale. Si potrebbe dire che il confronto tra i due grandi sistemi che hanno governato i processi di migrazione, quello politico e quello produttivo, nel caso delle nuove emigrazioni viene nettamente caratterizzato da un sistema produttivo. Cioè è il sistema produttivo a determinare la scelta di migrare ed a determinare i luoghi in cui migrare. Alle emigrazioni nate da esigenze occupazionali si aggiungono le migrazioni più o meno temporanee quali quelle che riguardano i motivi di studio. Università straniere, progetti erasmus, masters." Dunque, un "fenomeno composito che mostra una tendenza alla ripresa dell'emigrazione".
In tale contesto Luzzi punta a sfatare "un luogo comune sull'attuale emigrazione: essa non interessa solo i cervelli, ma anche la manodopera ed in particolare quella specializzata. Questo è forse l'aspetto più interessante della nuova emigrazione, in cui hanno peso in modo diversificato le diverse forme di scolarità, di specializzazione, ed anche la disponibilità a lavori non specializzati. Dobbiamo però vedere positivamente questo aspetto, dispiace che il paese perde, come si dice, cervelli, però dobbiamo vederla anche da un punto di vista diverso, perché la conoscenza effettiva della realtà degli italiani all'estero aiuta a comprendere quale risorsa essi rappresentino per il futuro del paese nei rapporti con l'estero.... un avamposto, un contatto nei paesi stranieri".
E se "Sicuramente la rete consolare sarebbe lo strumento più adatto per monitorare tali dinamiche, nate sulla presenza all'estero degli italiani migrati... il loro continuo ridimensionamento crea difficoltà e ne mina le possibilità... in questo contesto - ha sottolineato il Presidente dei Patronati del CIPAS - la rete dei patronati con sede all'estero può essere una risorsa preziosa ed importante. I servizi attualmente resi dai patronati che operano fuori dal territorio nazionale sono essenziali punto di riferimento dell'assistenza in campo previdenziale, di dichiarazioni reddituali, essi hanno assunto nel tempo una grande incidenza sociale, contribuendo oltrechè all'accesso a prestazioni sociali nei paesi esteri, anche a preservare il legame".
Quanto al futuro prossimo: l'esponente dei Patronati del CIPAS ha sottolineato come "dando finalmente applicazione all'articolo 11 della legge 152 l'attività di supporto e supplenza alla rete consolare sarebbe sicuramente un ambito dove l'attività di patronato potrebbe produrre delle eccellenze. I compiti che potrebbero essere, infatti, svolti dalle nostre strutture sono quelle dell'assistenza alla preparazione delle pratiche dei migranti, ma anche - ha stigmatizzato Luzzi - quelli dell'informazione sulle opportunità della migrazione regolare, dell'orientamento dei migranti sui loro diritti e sui loro doveri, le opportunità del mercato del lavoro regolare.
In patria, poi, la rete dei patronati potrebbe svolgere un'attività di orientamento all'emigrazione, arrivando a vedersi altresì conferire una dimensione istituzionale. Il fenomeno dell'emigrazione giovanile poi così diversa da quella tradizionale per moltissimi aspetti, motivazioni, grado di preparazione, pregressa storia contributiva, imporrà l'esercizio di una tutela differente che dovrà giocoforza tener conto del fatto di non dover rispondere ad un bisogno immediato quale quello espresso dalle generazioni della prima emigrazione.
Le nuove migrazioni hanno, infatti, una necessità più marcata di prima, quella di gestire la propria posizione assicurativa, sia per quanto riguarda il diritto alla prestazione pensionistica che alla gestione della stessa perché quello che sarà a loro riconosciuto dipenderà non solo dal numero dei contributi assicurativi, ma anche dalla loro consistenza, la precarietà, la mobilità, l'inadeguatezza del mercato del lavoro e il bisogno di occupazione, rendono complicata la gestione della posizione lavorativa, in particolare la gestione dell'aspetto previdenziale.
Crediamo che se non venga consentito ope legis a noi patronati di governare questo processo di cambiamento praticando anche una modifica del nostro sistema di offerta e di tutela alla gestione dei bisogni non solo previdenziali di questi singoli lavoratori - ha avvertito l'esponente dei Patronati del CIPAS - si candideranno nei prossimi anni nuovi consulenti che si proporranno di fare questo lavoro.
Si delinea in modo sempre più chiaro che nell'ambito della profonda modifica qualitativa e quantitativa dei fenomeni migratori nonché della contemporanea diminuzione della presenza istituzionale italiana anche l'attività del patronato all'estero si arricchisce inevitabilmente di attività di competenze fino ad ora non previste - ha sottolineato Luzzi , consegnandoci un quadro di interventi in continuo ampliamento, e ribadisce l'indispensabilità del soggetto specifico italiano, il patronato all'estero, che sempre più è visto come modello di esperienza anche dalle altre istituzioni, straniere, nazionali e sovranazional”.
*** Coordinamento Istituti di Patronato e di Assistenza Sociale (C.I.P.A.S.) ENAS (promotrice: U.G.L.); ENCAL (C.I.S.A.L.); EPAS (F.N.A.); INPAL (A.I.C.); SIAS (MOVIMENTO CRISTIANO LAVORATORI). (01/12/2015-ITL/ITNET)
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