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SICUREZZA SOCIALE - FONDI COMPLEMENTARI - PRES. COVIP(COMM.VIGILANZA FONDI PENSIONE) MASSICCI: FAVOREVOLI "MANUTENZIONE" DISCIPLINA DDL

(2015-11-25)

Lo scorso 10 Novembre la X Commissione del Senato -industria, commercio, turismo- ha ascoltato informalmente il Presidente della COVIP Francesco Massicci nell’ambito dell’esame del DDL “Legge annuale per il mercato e la concorrenza” (AS. 2085, approvato dalla Camera) e collegato alla manovra di finanza pubblica.

Nell’audizione il Presidente dott. Francesco Massicci ha evidenziato diversi profili di attenzione relativamente, in primis, alla previdenza complementare e più in generale ad un “welfare integrativo”.

Innanzitutto ha espresso il parere favorevole della Commissione in merito alle disposizioni contenute nel DDL, ritenendole conformi alla necessità di una “manutenzione” della disciplina della previdenza complementare a seguito dei profondi cambiamenti del paese intervenuti negli ultimi anni:

introduzione della possibilità per l’aderente a un fondo pensione, in caso di disoccupazione superiore a 24 mesi, di richiedere l’anticipo dell’erogazione della prestazione pensionistica complementare anche in forma di rendita temporanea, fino alla maturazione dei requisiti per l’accesso alla pensione obbligatoria;
convocazione da parte dei Ministeri competenti di un tavolo di consultazione con le parti sociali -COVIP ed esperti della materia previdenziale- finalizzato ad avviare un processo di riforma delle forme pensionistiche complementari.
In particolare, la prima viene incontro all’esigenza di disporre anticipatamente e per un periodo definito di prestazioni complementari qualora si verifichi la perdita del lavoro in età avanzata ma non sufficiente per accedere alla pensione pubblica: situazione questa non rara nell’attuale contesto economico. Il provvedimento conferma l’evoluzione della previdenza complementare tesa a coprire anche bisogni sociali molto sentiti quali la “flessibilità in uscita” per il pensionamento, cui è difficoltoso dare corso nell’attuale contesto di finanza pubblica.

Per la seconda disposizione, il dott. Massicci evidenzia come, considerati i profondi mutamenti intervenuti in campo economico, normativo e sociale, un possibile intervento organico sulla previdenza complementare debba privilegiare due fondamentali esigenze:

promuovere massicciamente lo sviluppo delle adesioni ai fondi pensione, soprattutto per quelle categorie (giovani, lavoratori autonomi) che ad oggi si sono poco accostati alla previdenza complementare;
favorire una maggiore efficienza del sistema dei fondi pensione che devono fornire servizi qualitativamente elevati ai propri aderenti ma con costi il più possibile contenuti.
Per la promozione delle adesioni viene sottolineata l’importanza del ruolo della contrattazione collettiva come si rileva dalla recente esperienza del settore edile con il meccanismo dell’adesione automatica di tipo contrattuale che prevede il coinvolgimento, mediante il versamento del contributo datoriale, di tutti i lavoratori dipendenti della categoria. A tale esperienza è opportuno affiancare anche l’esempio di “automatic enrolment” in corso nel Regno Unito. Ulteriore aiuto potrebbe derivare dalla possibilità per le fonti istitutive di definire la percentuale del TFR maturando da destinare alla previdenza complementare nel rispetto delle esigenze anche della parte datoriale.

Circa l’efficienza dei fondi pensione, il dott. Massicci riprende i concetti già ampiamente espressi dalla

Commissione nel corso degli scorsi anni ed oggetto di provvedimenti:

Organizzazione interna dei fondi pensione basata su strutture tecnico-professionali e procedure sempre più adeguate a gestire i rischi ed in grado di soddisfare, in modo efficace e tempestivo, le esigenze degli iscritti anche per la parte informativa;
Adozione da parte degli enti di politiche di investimento che prevedano l’ampliamento delle opzioni e degli strumenti disponibili in relazione ai mercati finanziari, ovviamente con una rigida e tempestiva gestione dei possibili rischi. Politiche che, tra l’altro, agevolino un maggior ruolo delle forme pensionistiche nell’economia reale del nostro Paese;
Dimensioni numeriche e patrimoniali adeguate che consentano di operare con costi amministrativi e di gestione contenuti, grazie ad economie di scala, e che portino una migliore qualità dei servizi offerti agli Iscritti.
Ricordiamo come i primi due concetti siano alla base della Deliberazione COVIP del 16 marzo 2012 “Disposizioni sul processo di attuazione della politica di investimento (G.U. 29/3/2012 n. 75)” che ha praticamente anticipato di oltre due anni il Decreto 2 settembre 2014 n.166 che sostituiva il vetusto DM 703/96. Deliberazione che ha portato i fondi pensione a formalizzare strutture e politiche di gestione finanziarie ed i relativi controlli con l’obbligo di revisione delle stesse al massimo dopo un triennio; il termine della prima scadenza triennale è alla fine del prossimo mese.

Superfluo, poi, ricordare come gli attuali mercati finanziari riducano al lumicino le prospettive di guadagno sui titoli a reddito fisso -sinora la forma prevalente di impiego da parte dei fondi pensione in quanto considerata “risk free”- e, quindi, si renda necessario guardare a strumenti finanziari potenzialmente più redditizi ma con un profili di rischio più elevati. Da qui attività di selezione e monitoraggio degli investimenti che richiedono professionalità elevate ed in numero adeguato e possono essere disponibili solo in fondi con patrimoni rilevanti che, tra l’altro, consentono anche buone possibilità di diversificazione.

Su queste tematiche di indubbio interesse saranno le “Considerazioni di fine anno della COVIP sugli investimenti” con cui il Presidente Massicci aprirà il prossimo 2 Dicembre il Convegno di fine anno di Itinerari Previdenziali “In uscita dalla crisi o a metà del guado?” .

Infine, concludendo l’audizione, il dott. Massicci ha proposto che all’istituzione del sopracitato tavolo di lavoro si accompagnino anche interventi relativi all’assistenza sanitaria integrativa attualmente caratterizzata dalla presenza di diversi soggetti (fondi sanitari integrativi del SSN; enti, casse e società di mutuo soccorso aventi esclusivamente fine assistenziale; mutue assicuratrici), che godono di benefici fiscali ma che sono sottoposti ad una regolamentazione frammentaria e spesso non omogenea.

Evidente l’opportunità di favorire forme di sinergia e integrazione con la previdenza complementare nel quadro di un welfare integrativo più completo, efficiente ed efficace.(25/11/2015-ITL/ITNET)

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