Direttore responsabile Maria Ferrante − giovedì 2 maggio 2024 o consulta la mappa del sito
italialavorotv.it

Sponsor

PATRONATI ITALIANI NEL MONDO – RIFORMA PATRONATI – DE SANTIS(PRES. P.T.CEPA/ PRES.ITAL UIL): “DISPONIBILI AL DIALOGO SU FATTI CONCRETI NON SULLE CHIACCHIERE INTORNO AI PROBLEMI”.

(2015-08-05)

Prosegue il dibattito sui Patronati anche in questi ultimi giorni di attività prima delle canoniche ferie estive. A mettere un punto prima della pausa di ferragosto è il Presidente pro tempore del CEPA (ACLI, INAS CISL, INCA CGIL E ITAL UIL), Gilberto De Santis, Presidente del Patronato ITAL UIL. 

“Il clima è molto caldo ed in effetti con le temperature che abbiamo in questi giorni, al massimo degli ultimi anni, commenta il Presidente De Santis,  ma devo dire che per quanto riguarda la politica e per quanto ci riguarda si tratta di un dibattito utile perchè si tratta di dibattito sul ruolo futuro di una grande  organizzazione, di strutture che merita attenzione, anche alla luce della proposta di riforma del sistema Patronati.
Naturalmente, come tutte le riforme può essere anche acceso fra le diverse opinioni, che possono sembrare molto distanti, ma hanno tutte lo scopo di raggiungere lo stesso obiettivo. Per cui, non ho nessun dubbio ad accettare il dibattito sul patronato per migliorarlo. Anzi, lo ritengo positivo !.

Presidente, come se lo spiega  lo scetticismo sull'organizzazione dei Patronati e la necessità di una riforma che viene richiesta da parte di alcuni elementi - anche se non da tutti ?  E di questo ne è testimonianza l'oltre un milione e duecentomila firme inviate dall'Italia e dall'estero lo scorso anno pro patronati e soprattutto pro attività dei Patronati.

“Intanto, occorre ricordare che non soltanto abbiamo ricevuto un milione e duecentomila firme ma che nessuna organizzazione ha mai ottenuto un consenso così ampio in due/tre mesi. Questo soltanto dovrebbe far capire l'importanza e quanto i cittadini tengano all'attività dei Patronati in Italia ed all'estero” precisa il Presidente pro tempore del CEPA.
“Per di più – aggiunge - oltre al gran numero dei cittadini bisognerebbe prendere in considerazione il numero dei parlamentari a favore dei Patronati: più di 250 parlamentari hanno partecipato alla battaglia per ridurre, o comunque attenuare  la proposta governativa sul taglio al Fondo Patronati.
Un consenso che c'è ancora, anche se, rispetto ad un dibattito più generale ed alle tendenze c’è  qualche esponente del mondo politico che  vuole dire la sua e fare una riflessione. Cosa che però troviamo giusta e per la quale noi siamo disponibili a confrontarci.
L'unica cosa che ritengo veramente importante, però,  in questa fase, è  quella di puntare sulle cose concrete. Quindi,  quando si parla di un problema, occorre  mettersi attorno ad un tavolo e affrontare il problema e non le chiacchiere intorno al problema.
  In questo senso voglio essere molto esplicito: sia per quanto riguarda il dibattito sul Ministero degli Affari Esteri, che in generale sul rapporto di collaborazione con le altre istituzioni. Noi siamo sempre stati disponibili e vogliamo continuare ad essere disponibili ad una riflessione sul patronato.  Abbiamo delle idee e le abbiamo proposte. Se ce ne sono altre, ben vengano. Le confrontiamo e vediamo  di trovare una sintesi nell’interesse dei cittadini”.

Eppure, c’è un’anomalia nell’atteggiamento della diplomazia all’estero e quella in Italia. Confronto, dialogo e collaborazione molto attiva con la rete diplomatico-consolare all’estero. In Italia, invece, questo dialogo non viene riconosciuto dalla “casa-madre”..

Per De Santis “Non è proprio così perché il Ministro l’ha detto pubblicamente che è importante far l’accordo con i Patronati . E questo vuol dire che c’è attenzione e volontà. Naturalmente per tradursi in atti, secondo le esigenze del Ministero, ci vuole del tempo.
Anche la Commissione Affari Esteri della Camera sta spingendo in questo senso e sta facendo un gran lavoro per raggiungere l’obiettivo dell’accordo MAECI/Patronati.”

Presidente, cosa risponde a chi afferma che mentre si chiudono i consolati si estende il numero delle sedi degli uffici di Patronato all’estero…?

“Come Patronati abbiamo sempre combattuto la chiusura dei Consolati all’estero, che sono fondamentali per l’assistenza dei nostri connazionali. Anche perché – stigmatizza il Presidente del CEPA - la collaborazione fra Consolati e Patronati è indispensabile per i cittadini, anche nel dare una mano ai Consolati come da parte di altre sedi all’estero di strutture italiane. Ad esempio l’ICE o le sezioni scolastiche italiane. In buona sostanza, c’è una rete che collabora. Se si riduce questa rete a noi dispiace molto”.

D’altra parte – chiarisce il sindacalista - non c’è un rapporto diretto (di causa effetto: ndr), anche se potrebbe sembrare, tra la chiusura dei Consolati e l’apertura dei Patronati. Intanto, se così fosse potrebbe essere comunque un segnale positivo a fronte di una mancanza di assistenza  che viene invece fornita da parte di altre strutture. Ed,oltretutto, questo avviene senza un maggiore aggravio. Se si apre una nuova sede di patronato lo Stato non ha, infatti, un aggravio perché il fondo per l’estero rimane sempre lo stesso. Questo va ben chiarito: se un Patronato apre una sede all’estero, e riesce a farlo nonostante le difficoltà,  vuol dire che la comunità ne ha necessità ed è quindi un bene che il Patronato apra quella sede”.
D’altronde, aggiunge il Presidente dell’ITAL UIL -  io non capisco come qualcuno possa pensare di disconoscere il ruolo o l’attività del Patronato e degli operatori del Patronato !  Credo, piuttosto, che la battaglia non sia questa, ma che  sia, piuttosto, una questione di soldi, per ridurre il fondo. Ma il risultato finale qual’è ?  Che, siccome i Patronati rappresentano un bisogno reale, restano e che l’effetto negativo si riverserebbe sui cittadini costretti a pagare le prestazioni. . Questa è la cosa che va ben chiarita e deve arrivare alla comprensione delle persone.  Lo stesso INPS, che una volta dice una cosa una volta un’altra, ogni volta che c’è un problema chiama i Patronati. Sempre !.”

E De Santis sottolinea: “Il patronato è l’unica struttura che ha dato una grossa mano agli enti, come  INPS ed altre Istituzioni, ed Enti Locali. Sono stati sempre i Patronati ed i CAAF nell’ambito del servizio fiscale, senza il quale non avremmo avuto un ammodernamento del sistema.”
Dunque, per l’esponente sindacale “Il Patronato non rappresenta solo un’assistenza ai cittadini ma anche un ammodernamento del Sistema Italia e questo è molto importante”

Se l’INPS chiederà  l’impegno dei Patronati per quanto riguarda la certificazione dell’esistenza in vita dei connazionali all’estero. Un nuovo servizio gratuito da parte dei Patronati. Che cosa intendete fare ?

“Abbiamo fatto un incontro sull’argomento – ragguaglia De Santis - ed abbiamo inviato una lettera in cui abbiamo dato la nostra disponibilità, perché riteniamo un fatto di civiltà non far spostare di centinaia di chilometri le persone e non fargli fare le trecento pratiche burocratiche.
Quindi siamo disponibili a procedere, soprattutto quando il Governo parla di semplificazione, di ammodernamento, di togliere la burocrazia. Come farlo ? Lo vedremo !. Non pensiamo, però, debba essere fatto anche questo senza alcun riconoscimento ! Possiamo farlo gratuito, nel senso che non facciamo dare i soldi ai lavoratori o soldi in piu’ dal fondo dei Patronati, ma proponiamo che venga riconosciuto nell’ambito dell’attività di Patronato attraverso il punteggio.”

Quanto alle riforme, se ne parla tanto !. Ne convengono anche i Patronati. Lo scorso anno con la legge di stabilità si sono lanciati una serie di input, anche se in realtà ben poco è stato fatto da parte Ministeriale perché i previsti decreti  non sono arrivati a buon fine, che cosa ne pensate come Patronati del CEPA ?

“Abbiamo scritto al Ministro ed alla dirigenza del Ministero, esprimendo la nostra preoccupazione e facendo rilevare quest’attesa perché temiamo che si arrivi a novembre/dicembre e si imputi ai  Patronati il mancato varo dei decreti, mentre noi abbiamo dato tutta la nostra disponibilità . Devo dire, che non dipende nemmeno dalla dirigenza del Ministero che si è data comunque  da fare per portare avanti queste riforme, ma…
Voglio, dunque ribadire: noi abbiamo dato tutta la nostra disponibilità e siamo pronti a confrontarci. Naturalmente tutte le idee  devono convergere per migliorare  l’assistenza ai cittadini in Italia ed all’estero.
Siamo a disposizione e continuiamo ad esserlo, tanto è vero che abbiamo partecipato ad un’audizione in Commissione esteri al Comitato per gli italiani all’estero, presieduto dall’on. Fabio Porta, nella quale noi ed il Comitato abbiamo lanciato la proposta di fare una grande conferenza entro la fine dell’anno sul nuovo ruolo del Patronato all’estero e rispetto alla nuova emigrazione .
Come Patronati stiamo, quindi, lanciando una ricerca scientifica sulle nuove e vecchie necessità  degli italiani all’estero. Pensiamo di concluderla entro ottobre/novembre e presentarla in questa importante iniziative alla quale parteciperanno – ci auspichiamo - anche i Ministeri degli Esteri, del Lavoro e degli Interni, assieme a tutti i soggetti interessati all’assistenza ai cittadini. Una iniziativa  che interessa moltissimo noi come i cittadini italiani all’estero, che sono preoccupati di tutte queste voci che girano all’interno del nostro Paese.
Devo, però , aggiungere a questo proposito una riflessione. Abbiamo fatto recentemente una web conference con tutti i nostri uffici all’estero e non abbiamo rilevato la stessa preoccupazione che c’è in Italia (sulla  necessità di riforma dei Patronati. Ndr:). Nemmeno la capirebbero ! Gli uffici  sono pieni di gente che ha necessità di cose concrete.
Noi comunque siamo disponibili al confronto per cambiare , se serve cambiare e se è, però, utile cambiare !.”

Non pensa che si adombri qualche elemento che preluda ad ulteriori contrazioni del fondo Patronati nella prossima finanziaria ?

“I maligni lo dicono !” risponde il Presidente pro tempore del CEPA. “Ma  penso che sarebbe miope.!  Per il Paese non cambierebbe granchè. Cambierebbe però la vita a molti cittadini  italiani all’estero perché saremmo costretti naturalmente a ridurre la nostra presenza e molte persone non saprebbero a chi rivolgersi.  O s rivolgerebbero ai consolati che non sarebbero in grado di smaltire , alla luce della loro riduzione (sedi e personale. Ndr), le pratiche. 
Devo comunque, dire che mi sembrerebbe molto strano, perché abbiamo avuto, d’altra parte, notizie di appalti per l’attività di concessione dei visti per la Cina a strutture private . Attività che viene retribuita con 80 dollari a visto, pur essendo molto meno faticosa dell’attività che facciamo noi. Non mi sembra, pertanto, sia un problema economico. Penso, piuttosto, si tratti di un problema di volontà politica. Si tratterebbe di abbattere le tutele che in tutti questi anni abbiamo conquistato e garantito !.”

Incremento dell’attività all’estero – lo testimoniamo le file negli uffici di patronato - e dunque necessità di un incremento di uffici ma qualcuno avanza dubbi sul perché ci sia questa evoluzione e questa amplificazione dei Patronati all’estero…

“In parte è ben comprensibile perché la legge di stabilità  ha previsto che se i patronati non hanno almeno sedi in un certo numero di Paesi all’estero potrebbero finire per essere sciolti . Quindi è chiaro che i piccoli patronati senza sedi all’estero si stiano organizzando. Anche se non so neanche quanto sia giusto !. commenta il Presidente del Patronato ITAL UIL.
Però c’è sicuramente una grande contraddizione rispetto alle interpretazioni sul ruolo del Patronato : come pensato e legiferato dal legislatore sulla forte presenza all’estero del Patronato. Significa non aver compreso bene lo spirito della riforma del Patronato” dichiara il Presidente De Santis.

Per quanto riguarda l’allargamento, poi. Ci sono nuovi Paesi , come nei Balcani, dove c’è un via vai di lavoratori italiani e stranieri che hanno bisogno di assistenza e noi continueremo sempre ad andare dove gli italiani hanno necessità di assistenza” afferma il sindacalista della UIL.

In pratica voi seguite le dinamiche della globalizzazione…

“No ! Noi seguiamo i bisogni degli italiani che vanno all’estero. I nuovi bisogni dei giovani che vanno all’estero. Una questione che dovrebbe essere affrontata nella riforma perché secondo lo statu quo non dovremmo assisterli, in quanto non fanno parte del “paniere” previsto dal Ministero del Lavoro, anche se noi cerchiamo di assisterli comunque e cerchiamo di far sì che questo tipo di assistenza venga considerata attività che va ascritta al Patronato”.

All’estero c’è  un consistente plauso dei politici locali, come abbiamo registrato di recente in Australia, ad esempio.

“ Quando c’è una struttura che lavora e fornisce assistenza alle persone e per di più gratuitamente non può che avere plauso !.Osserva il Presidente del CEPA, che afferma  “Se non serve, la gente non ci va. E, siccome gli uffici sono pieni….”(05/08/2015- M.F.-ITL/ITNET)

Altri prodotti editoriali

Contatti

Contatti

Borsa italiana
Borsa italiana

© copyright 1996-2007 Italian Network
Edizioni Gesim SRL − Registrazione Tribunale di Roma n.87/96 − ItaliaLavoroTv iscrizione Tribunale di Roma n.147/07