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ITALIANI ALL'ESTERO- NEPAL - 4 I CONNAZIONALI UCCISI DAL TERREMOTO: OSKAR PIAZZA GIGLIOLA MANCINELLI RENZO BENEDETTO E MARCO POJER. 39 I CITTADINI ITALIANI IRREPERIBILI

(2015-04-28)

L’Unità di Crisi della Farnesina prosegue incessantemente, l’attività di ricerca dei connazionali coinvolti nel sisma in Nepal, avviata immediatamente dopo aver ricevuto notizia del terremoto, e mantiene il contatto con le famiglie degli italiani nel paese . Sulla base di testimonianze dei compagni di viaggio, 4 connazionali risulterebbero deceduti nella zona di Langtang, tuttora difficilmente  accessibile.

Sono rimasti uccisi due dei quattro speleologi italiani del Soccorso alpino che si trovavano a Langtang. Oskar Piazza e Gigliola Mancinelli sono stati travolti dalla valanga che ha distrutto il villaggio alle pendici dell'Himalaya. Salvi gli altri due, Giovanni Pizzorni, che ha riportato fratture, e Pino Antonini, entrambi ora a Katmandu. Riferiscono familiari che Antonini, a cui si deve il primo contatto con la Farnesina, è illeso e vorrebbe tornare a Langtang per recuperare la salma di Gigliola Mancinelli con un altro gruppo del Soccorso Alpino per riportarla in Italia. Un missione che non appare semplice perché - riferiscono fonti del Cnsas - in questa fase, per l'uso di mezzi, personale e strumentazioni, si dà la priorità ai soccorsi.

Le altre due vittime italiane sono Renzo Benedetto e Marco Pojer, investiti da una frana che li ha sorpresi mentre si trovavano a 3.500 metri di quota sul sentiero del Langtang Trek, a nord di Kathmandu, per un trekking nella Rolwaling Valley. Erano arrivati in Nepal agli inizi di aprile con Attilio Dantone e Iolanda Mattevi. La donna, trentina di 52 anni, in ospedale con un avambraccio e un dito fratturati, ha raccontato un dettaglio fatale e commovente: "Renzo e Marco avevano fatto una deviazione per portare delle medicine a un'anziana nepalese che conoscevano. Ci avevano detto di continuare a camminare perché ci avrebbero raggiunti successivamente".

A Kathmandu è presente un advanced team dell’Unità di Crisi e della Protezione Civile, che opera in coordinamento con l’Ambasciata a New Delhi, il Consolato Generale d’Italia a Calcutta, e il Console Onorario nella capitale.

Allo stato attuale risultano irreperibili circa 39 cittadini italiani mentre le segnalazioni pervenute alla Sala Operativa dell’Unità di Crisi nel corso delle ore successive di sabato hanno consentito di rintracciare sinora - oltre agli 8 turisti inizialmente registrati su www.dovesiamonelmondo.it – più di 300 connazionali non registrati che erano presenti nell’area colpita dal terremoto.

Il Ministero degli Affari Esteri sta lavorando in queste ore con il Comando Operativo Interforze (COI) per l’invio di un primo velivolo militare C130 al fine di effettuare i primi rimpatri dei connazionali presenti nella capitale, nonché di un ulteriore volo militare più capiente  che potrebbe raggiungere Kathmandu nei prossimi due giorni allorquando sarà possibile organizzare e far convergere sull’aeroporto della capitale un maggior numero di connazionali. (28/04/2015-ITL/ITNET)

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