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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - BELGIO - DIMENSIONE FENOMENICA DELLE COSE NELLE OPERE DI MARCO TIRELLI ALLA GALLERIA AXEL VERVOORDT DI ANVERSA

(2014-11-25)

  La Axel Vervoordt Gallery di Anversa ospita  la prima mostra personale dell'artista italiano Marco Tirelli in Belgio dal 4 dicembre 2014 al 1 febbraio 2015.

Marco Tirelli, nasce a  Roma nel  1950 ed è un artista con un profondo senso di ciò che vive oltre il presente. Con la sua capacità di contemplazione estetica, egli coglie non solo la dimensione fenomenica, ma anche il senso misterioso ed enigmatico delle cose.

Le sue opere-grandi dipinti, disegni, sculture e installazioni, non mostrano gli oggetti ma i loro echi. Tirelli ci invita a perderci nella soglia tra illusione e realtà, fino a quando diventa impossibile determinare se ha sottratto le cose o idee con tangibilità impregnato. Le idee sono molto importanti per lui e lui pensa che la tecnica debba derivare da queste idee come il metodo di rappresentarli. Essi derivano dalla sua immaginazione piuttosto che dalla natura o oggetti reali. Al di là di qualsiasi impulso mimetico-figurativa, le sue architetture dello spirito risiedono in quel limbo incerto e insicuro tra l'essere e il non essere, appare e scompare, luce e ombra.

Le sue immagini visionarie sono radicate nella sacra o commemorative architettura: siti archeologici, piazze d'armi, monumenti e teatri; luoghi in cui il materiale diventa spirito.

Preso tra la tensione classica di perfezione formale e la malinconia, la solitudine del frammento, cerca di sublimare luoghi fisici in luoghi virtuali: "Penso e pianificare il lavoro come un luogo da vivere nella dallo spirito, come la sua casa ideale . "- 1- il suo obiettivo è quello di stimolare la partecipazione sensoriale e mentale attiva dal visualizzatore. Egli ci invita ad entrare in uno spazio architettonico di transito dove nulla è in corso, solo attesa e sospensione. La sublimazione dei luoghi fisici è generato mediante sottrazione, purificazione e distillazione. I suoi oggetti geometrici sono dilatati sagome di sfere, anelli, cilindri, tumuli, coni troncati e vari tipi di poliedri e croci e strutture rettangolari.

Gli effetti visivi vibranti delle sue immagini scultoree trompe-l'oeil sono provocati arrestando contrasti di luce e le tenebre, o meglio, l'oggetto geometrico diventa un pretesto per attraversare il confine tra luce e ombra. Questa affinità con la soglia tra luce e ombra è il risultato della sua immersione nel paesaggio umbro.

Dopo il tempo nella ex fabbrica Cerere nel quartiere San Lorenzo di Roma (dove ha co-fondato la Scuola di San Lorenzo, uno dei movimenti artistici più recenti più importanti d'Italia), Tirelli ha trascorso gran parte degli anni 1990 e nell'ultimo decennio in una casa in montagna nell'area di Spoleto in Umbria.

Tradizionalmente l'Umbria è conosciuta come terra Mistica: "In certe notti in cui vivo in campagna, se si guarda fuori dalla finestra, è così buio che non si può vedere una cosa: una sorta di specchio nero che può essere riempito solo dalla vostra spirito ".afferma Tireli

Nella sua arte Tirelli cerca di rendere la gente guarda al confine tra la luce e avvolgente oscurità, testando il limite tra ciò che è noto e ciò che è possibile.

E' su quel misterioso confine che alternanza di Tirelli tra apparizione e sparizione sta avvenendo. Questa alternanza è alimentata dall'uso di Tirelli di colore, che per lui è l'incarnazione della luce e il suo abbraccio con ombra.

La sua tavolozza : bianchi, neri e grigi sono ottenuti attraverso la composizione e sovrapposizione di un vasto spettro di colori nebulizzati: verdi, ocra e tonalità della terra. Utilizzando lo spray di vernice a bassa pressione e pennelli di martora sottili provoca un effetto monocromatico apparente. Questo slittamento percettivo, un moderno sfumato, è al centro delle incongruenze spaziali della visione e deviazioni di prospettiva che creano uno spazio straniante, una finestra sulla percezione, un passaggio alla meditazione.

La sua singolare applicazione del puntinismo è una scelta pittorica e filosofico: " la realtà come qualcosa che non è l'obiettivo, come per dire che noi percepiamo la luce della realtà, ma le cose  in se stesse restano lontano da noi, sordi e muti; tutto ciò che percepiamo è il riflesso della luce sulle superfici. " (25/11/2014-ITL/ITNET)

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