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SINDACATI ITALIANI NEL MONDO - EUROPA - VISENTINI (SEGR.CONF.CES) A X CONGRESSO UILP: "SOLO ?PANZANE?: AUSTERITY PER SUPERARE LA CRISI E RIAVVIARE CICLO VIRTUOSO ECONOMIA?

(2014-10-18)

    Quanto pu? essere incisivo il ruolo del Sindacato Europeo in un?Europa in cui le ultime elezioni hanno messo a nudo l?euroscetticismo dei suoi cittadini (1/7 dei deputati dell?Europarlamento) ma soprattutto la mancanza di interesse nei confronti della UE (56%  non ha votato) ?  L'interrogativo avanzato nella Tavola Rotonda "internazionale" che ha accompagnato, nei giorni scorsi, i lavori del X Congresso della UILP ? stato posto a  Luca Vicentini , Segretario Confederale della CES, l?attuale Sindacato Europeo, il quale  non ha nascosto alla platea dei delegati del sindacato dei Pensionati della UIL  le difficolt? che anche la Confederazione dei Sindacati Europei incontra nel farsi ascoltare in una condizione siffatta.

Inutile negarlo- ha ammesso Visentini - nei confronti dell?Europa c?? una gravissima crisi di fiducia ed  il sogno europeo di Altiero Spinelli e di altri grandi pensatori del passato sembra essersi perso nelle brume della crisi che sta attraversando molti Paesi membri.

Una crisi che per il Segretario Confederale della CES ha una duplice natura: politica (democrazia) ed economica (finanziaria) , che hanno inciso profondamente sul tessuto sociale e sulla fiducia dei cittadini europei, sicch? i figli ? per la prima volta dal dopoguerra ? guardano con minor speranza dei genitori al futuro.
Questo il quadro in cui si inserisce il discorso della rappresentanza ed incisivit? del Sindacato europeo per il sindacalista della UIL/CES. Ma vi sono altri elementi nell?Unione ? di carattere ?costituzionale? che ?ingabbiano? l?operato del Sindacato Europeo, afferma Vicentini. ?Abbiamo tre grandi istituzioni all?interno dell?Unione: Commissione Europee, Consiglio Europeo e Consigli dei Ministri. Noi partecipiamo come CES, ma chi prende le decisioni e? solo il Consiglio Europeo che impone agli organismi eletti, come il  Parlamento Europeo,  la propria volonta?.  Per di pi? al suo interno sono 7 od 8 paesi a suggerire le decisioni da prendere. Ci? ? ? evidente ? crea uno squilibrio democratico e, se non si riuscir? a sanare questa situazione, come sindacato europeo verremo travolti?

E? su queste basi che si svolge il dibattito sullo stato sociale europeo, che una buona parte del Consiglio vorrebbe ridefinire al ribasso. Per non parlare del processo di finanziarizzazione della crisi, sulla quale il sindacalista della CES si ? rapidamente soffermato, segnalando come negli Stati Uniti sia stata affrontata con una corretta ricetta di sostegno allo sviluppo, in Europa si ? ritenuto che il debito pubblico fosse responsabile della crisi e quindi si ? proceduto attraverso tagli che hanno colpito soprattutto la protezione sociale?ritenendo che solo cos? si sarebbe riusciti a riavviare il circolo virtuoso.  Nessuna remora da parte del Segretario confederale  a definire questa lettura della crisi e le susseguenti misure come vere e proprie ?Panzane? perch? ?sbagliate da ogni punto di vista e che hanno gettato prima sull?orlo del default alcuni Paesi e poi sul baratro per l?ulteriore recessione, deflazione e recessione? strada maestra per un ?fallimento concordato? come avvenuto in Argentina.

Quanto all?Italia: ?il Governo  Renzi si richiama al modello tedesco? ma ha fatto presente Vicentini ? se la Germania 15 anni fa? era un Paese in crisi, che ha pero? rilanciato l?industria investendo su formazione, ricerca, agenzia pubblica per gli investimenti,  ha messo in campo anche riforme distruttive. Se da una parte c??  la cogestione delle aziende dall?altra ha lanciato il sistema dei minijob: 40 ore lavorative settimanali per 420 euro al mese. E poich? paradossalmente non ci pu? essere un salario inferiore a mille euro al mese, le persone che svolgono questi lavori si vedono integrare la retribuzione dall?assistenza pubblica per uscire dalla soglia di povert?. Questo spiega il perch? le statistiche governative parlino di quasi piena occupazione. In realt?, circa un terzo del mercato del lavoro ? fatto di precari e persone che guadagnano in media un quinto, a parit? di ore lavorate, rispetto ai dipendenti delle gradi imprese industriali. Ed il numero di ore lavoro on 10 anni e? rimasto identico.

Inoltre, mentre le imprese tedesche possono partecipare a qualsiasi appalto di servizi in Europa, come prevedono le norme comunitarie, nessuna impresa che non abbia sede in Germania pu? partecipare ad appalti di egual natura in territorio tedesco.
Contemporaneamente  si ? puntato negli accordi aziendali sulla flessibilit?, legando gran parte del salario alla produttivit? e incrementando l?orario e la prestazione lavorativa a parit? di salario. Contemporaneamente si ? puntato sul forte sfruttamento delle imprese dell?indotto industriale e dei servizi privati, determinando una forbice salariale enorme tra i settori. Oggi un operaio della Volkswagen guadagna circa 35 euro lordi l?ora, contro i circa 5 di un?impresa dei servizi privati, con gravi fenomeni di dumping interni ed esterni. Sono state avviate dalla Commissione procedure di infrazione ma in Germania si ? andati avanti come prima.

Per il segretario Confederale della CES, occorre dunque ?essere uniti e cercare di articolare la proposta politica?. Dalla CES sono partire due importanti iniziative per:
- un piano di investimenti pubblici e privati, che sar? al centro della compagna europea con il coinvolgimento di tutti i sindacati;
- essere uniti per ricostruire il social compact in modo da controbilanciare il fiscal compact.

?Vogliamo ricostruire il modello sociale europeo?  ha concluso Luca Visentini, che ha ricordato, tra l?altro, come manchi un anno al prossimo congresso della CES,  e con questo obiettivo attendiamo che la Commissione sia insediata per invertire l?attuale tendenza.?  (12/10/2014-ITL/ITNET)

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