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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - ITALIA 2014 - ALLA SCOPERTA DI CAPOLAVORI PREZIOSI DEL DUE E TRECENTO "DA GIOTTO A GENTILE" A FABRIANO

(2014-07-25)

  Le Marche, e Fabriano in particolare, tornano protagoniste di primo piano nel panorama italiano della cultura e delle grandi mostre con da Giotto a Gentile pittura e scultura a Fabriano fra Due e Trecento a cura di Vittorio Sgarbi .
Un'iniziativa che accende i riflettori su uno smisurato patrimonio artistico in gran parte ?sommerso? e inscindibile dal contesto paesaggistico e ambientale di straordinaria bellezza.

Ad ospitare la mostra Fabriano la Pinacoteca Civica Bruno Molajoli, da oggi al 30 novembre 2014 un deposito vasto e inestimabile di capolavori artistici medievali in gran parte poco noti, che ne accrescono il fascino riservato. Una mostra di raffinata suggestione e impatto, ulteriormente sottolineati dagli itinerari lungo il percorso urbano e nel territorio circostante tra antiche abbazie, eremi, pievi e monasteri sparsi nelle vallate appenniniche tra Marche ed Umbria, luoghi un tempo frequentati proprio da quelle maestranze che diffondevano il nuovo idioma giottesco.
Uno scenario quasi segreto nel quale si iscrive una mostra preziosa, occasione imperdibile per ammirare pale d'altare, sculture lignee dipinte e affreschi della lunga stagione gotica.

da Giotto a Gentile ? promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana, con il sostegno di Veneto Banca e del Comune di Fabriano, in collaborazione con la Regione Marche, la Soprintendenza Beni Storici Artisci ed Etnoantropologici delle Marche di Urbino, la Soprintendenza Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell?Umbria e la Diocesi di Fabriano-Matelica. La mostra si avvale dell?Alto Patronato del Presidente della Repubblica, del Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Patrocinio del Ministero per i Beni e le Attivit? Culturali. La mostra vede presenti nel Comitato Scientifico illustri studiosi come Mina Gregori, Antonio Paolucci, Maria Rosaria Valazzi, Angelo Tartuferi, Alessandro Marchi, Elvio Lunghi e Giampiero Donnini, Fabio De Chirico oltre a Vittorio Sgarbi che lo presiede. Il catalogo, edito da Mandragora, ? curato da Vittorio Sgarbi insieme a Giampiero Donnini e Stefano Papetti responsabile anche dell'allestimento con Liana Lippi, direttore e coordinatore dell'evento.

La mostra, che si aprir? al pubblico il 26 luglio e sar? ospitata presso la Pinacoteca Civica Bruno Molajoli e in tre splendide chiese del circuito urbano, espone oltre 100 opere tra cui oltre a dipinti, pale d'altare, tavole, affreschi staccati, anche sculture, oreficerie rarissime, miniature, manoscritti, codici. Opere delicate e preziose, concesse in prestito dai pi? prestigiosi musei italiani e stranieri. Ma vediamo pi? da vicino il contesto culturale nel quale si iscrive la mostra. Consolidatosi il potere longobardo su Fabriano, l'egemonia culturale dell'Umbria vide la sua affermazione nel corso del Trecento, sia dal punto di vista artistico che sotto il profilo dei valori spirituali. La vicinanza con Assisi ed i ripetuti soggiorni di San Francesco contribuirono ad animare una vivace realt? di fede che si avvalse della pittura come di un efficace strumento propagandistico ed educativo.

Sul finire del XIII secolo, quando sui ponteggi della Basilica Superiore si affermava un nuovo eloquio pittorico compiutamente occidentale, l'influsso giottesco si propaga anche attraverso i valichi appenninici fino a Fabriano. Maestri anonimi, assai esperti nella pratica dell'affresco, lasciarono tracce del loro operato nelle pi? importanti chiese degli Ordini Mendicanti, ma anche nelle sperdute pievi sorte sui monti vicini alla citt? della carta. Da Campodonico trae il suo nome un oscuro maestro, capace di coniugare la spazialit? giottesca con una carica umana profonda e modernissima. I suoi affreschi strappati dalle pareti dell?antica pieve ci appaiono oggi come una testimonianza della vivacit? delle relazioni artistiche che si sono intrecciate fra Marche ed Umbria grazie alla rete viaria che univa le aree appenniniche, strade percorse da pastori, mercanti, santi ed artisti, consapevoli di essere parte di una stessa civilt?.

Un?ampia sezione della mostra ? dedicata anche ai raffinati dipinti su tavola realizzati da Allegretto Nuzi dopo il suo rientro dalla Toscana in occasione della peste del 1348: tavole e polittici caratterizzati da elette figure ispirate ai modelli fiorentini e senesi, rielaborati in chiave cortese, come testimoniano le varie redazioni della ?Madonna dell'Umilt??.
E? questo un soggetto frequentemente trattato sia dal Nuzi che dal suo allievo fabrianese Francescuccio di Cecco Ghissi, la cui produzione appare improntata ad una spiccata sontuosit? decorativa che soddisfa le esigenze della committenza di provincia. Alla cifra stilistica del caposcuola Allegretto si collega anche la produzione di sculture in legno intagliato e dipinto, a grandezza naturale, destinate all'allestimento di presepi scenografici, attribuite ad un anonimo Maestro dei Magi. Gli esemplari conservati a Fabriano e quelli del Museo di Palazzo di Venezia a Roma compongono un nucleo omogeneo riferibile a questo artista attivo a Fabriano e ben noto anche oltre i confini cittadini, la cui misteriosa identit? si cercher? di svelare.

L'obiettivo di un'operazione culturale di tale portata, infatti, ? quello di ritessere la trama di questo complesso periodo, ricco di testimonianze affascinanti, ma note solo o soprattutto agli studiosi e agli appassionati d'arte, al fine di permettere pur con un approccio di approfondimento un'ampia divulgazione rivolta ad un "pubblico" pi? vasto ed eterogeneo.

Mentre per gli studiosi e gli addetti ai lavori i confronti che saranno possibili in mostra fra Giotto, Pietro Lorenzetti, Bernardo Daddi e gli affreschi e le tavole dipinte dagli artisti locali, offriranno lo spunto per dare inizio ad una nuova  e pi? articolata visione delle vicende della pittura italiane del XIV secolo. Operazione culturalmente articolata che vede la pubblicazione di uno studio, con saggi e schede sulle opere e sugli artisti presenti in mostra e che ha la duplice funzione di catalogo dell?esposizione e di approfondimento critico di interessanti questioni riguardanti la pittura e la scultura fra Marche e Umbria nel Due e Trecento, intorno alle quali la ricerca resta ancora aperta. La mostra si chiude con alcuni capolavori di Gentile, come la Crocefissione del polittico proveniente da Valleromita di Fabriano, ora nella Pinacoteca di Brera, o la raffinata Madonna dell'umilt? del Museo nazionale di San Matteo di Pisa: lo stile elegante e forbito esibito dal caposcuola del Gotico Internazionale rivela la consuetudine giovanile con i pregiati ed eleganti apparati presenti nella citt? di origine. (25/07/2014-ITL/ITNET)

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