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PATRONATI ITALIANI NEL MONDO - FOCUS PATRONATI CEPA (ACLI - INAS CISL- INCA CGIL - ITAL UIL) SU SALUTE E LAVORO: ATTEGGIAMENTI E CONSAPEVOLEZZE ITALIANI E STRANIERI. IL 60% IDEE POCO CHIARE - RICERCA ISPO
(2014-04-01)
Salute e lavoro: atteggiamenti e consapevolezza dei cittadini italiani e stranieri, ? il titolo della ricerca che viene presentata oggi 1? aprile a Roma dai Patronati del CEPA (Acli, Inas, Inca e Ital) .
Lo studio, realizzato da Ispo per conto del Centro Patronati (Ce.Pa.), ha lo scopo di mettere in evidenza la scarsa conoscenza delle malattie professionali tra i lavoratori e le lavoratrici che hanno a malapena idea di cosa sia una patologia da lavoro e, ancora meno, conoscono i diritti che spettano a chi ne ? colpito.
L'indagine ? stata condotta con interviste telefoniche ad un campione significativo di italiani, stranieri, operai e impiegati. Ne emerge un quadro scoraggiante: la scarsa consapevolezza aumenta i rischi di un "male di lavoro" che non fa scalpore quanto un infortunio, ma che pu? arrivare ad uccidere anche a distanza di anni dalla effettiva esposizione.
Alla presentazione interverranno tra gli altri Luigi Bobba, sottosegretario al ministero del lavoro, Pier Paolo Baretta, sottosegretario al Ministero dell'Economia e il direttore generale dell'Inail, Giuseppe Lucibello.
?Scopo dell'indagine ? sollecitare un confronto con le istituzioni per mettere in campo azioni di prevenzione - afferma Antonino Sorgi, presidente del Cepa -. I dati che emergono dalla ricerca dell'Ispo ci fanno supporre che le 47.417 malattie professionali denunciate all'Inail nel 2012 rappresentino solo una parte della realt?, che ? fortemente sottostimata".
Sulle malattie professionali sono molti gli stranieri con le idee poco chiare (60%) e, in particolare, gli stranieri provenienti da paesi asiatici. Meglio tra gli italiani, presso i quali la maggioranza definisce in modo corretto la malattia professionale. Ma anche qui circa il 30% non ha le idee cos? chiare.
Innanzitutto abbiamo chiesto ai nostri intervistati di specificare spontaneamente il significato di malattia professionale. Gli italiani sembrano averne maggiore consapevolezza: sono infatti 7 su 10, contro 4 stranieri PFPM su 10, ad avere indicato correttamente il significato di ma-lattia professionale.
Tra gli italiani, sono comunque in 2 su 10, e tra i giovani 3 su 10, a non saperne dare una definizione. Gli altri (minoritari) la associano ad una specifica malattia o agli infortuni sul lavoro. Sono per? ben 6 stranieri su 10 a non saperne dare una definizione.
Tra i pi? consapevoli troviamo chi ha un titolo di studio pi? elevato, chi ? in Italia da pi? tempo, chi proviene dall?America centro meridionale o dall?Europa centro orientale e chi risiede nel Nord-ovest. Minore consapevolezza tra i pi? giovani, i meno istruiti, gli stranieri provenienti da paesi asiatici e chi risiede nel Sud o Isole.
Circa la percezione delle malattie professionali pi? diffuse, le graduatorie sono diverse: in particolare, gli stranieri citano pi? spesso le malattie osteo-muscolari, mentre gli italiani quelle del sistema respiratorio e i tumori. Da notare che il 23% degli stranieri provenienti dai PFPM non sa indicare alcuna malattia professionale (quasi 4 su 10 tra chi risiede al Sud), contro l?8% degli italiani.
Le quattro malattie che gli stranieri reputano pi? diffuse ? considerando il totale delle risposte ? sono, nell?ordine, malattie del sistema osteo-muscolare (37%), respiratorio (33%) e tumori (26%). A seguire, ma pi? staccate, le malattie della cute e del tessuto sottocutaneo (12%). Per gli italiani sono, invece, pi? diffuse, nell?ordine ? sempre considerando il totale delle risposte ? le malattie del sistema respiratorio (43%) e i tumori (38%). Seguono, con valori nettamente inferiori, le malattie del sistema osteo-muscolare (23%) e del sistema nervoso (22%).
Rispetto ai settori percepiti come pi? rischiosi, il ranking italiani e stranieri ? lo stesso, solo con una maggiore enfasi attribuita alla pericolosit? dell?industria pesante tra gli italiani e a un maggior numero di non risposte tra gli stranieri (18% stranieri vs 2% italiani). E, di nuovo, le non risposte sono maggiori tra chi proviene da paesi asiatici (il 29% non sa dire). (01/04/2014-ITL/ITNET)
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