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CULTURA ITALIANA NEL MONDO - DIPLOMAZIA CULTURALE - RUTELLI(ICD):"DEFINIRE AL MEGLIO RUOLO" PUGLISI(UNESCO):"RIFLETTERE DEBOLEZZE...INNOVAZIONE". PELUFFO(DANTE):"ALLARME LINGUA ITALIANA"
(2013-06-13)
Come trasformare la cultura in uno strumento sempre pi? efficace di dialogo tra le diversit?? In che modo proteggere e valorizzare il nostro patrimonio culturale nonostante il drastico calo di risorse disponibili? Perch? l?Italia super-potenza culturale non riesce a fare sentire la sua voce a livello internazionale? Questi alcuni degli interrogativi al centro del I? Simposio Internazionale sulla Diplomazia Culturale promosso dall?Institute for Cultural Diplomacy (ICD) e dal suo Presidente Onorario Francesco Rutelli, in collaborazione con la Societ? Dante Alighieri e con l?Associazione Priorit? Cultura e il suo Segretario Generale Sabrina Florio.
Il Simposio, organizzato a Roma dalla Dante Alighieri (13-14 giugno) ha rappresentato un momento di importante riflessione a cui hanno preso parte personalit? del mondo istituzionale come Emma Bonino, Ministro degli Esteri; Massimo Bray, Ministro per i Beni e le Attivit? Culturali; Gaetano Quagliarello, Ministro per le Riforme Costituzionali; ed esponenti di spicco del mondo culturale come Paolo Baratta, Presidente della Biennale di Venezia; l?architetto Massimiliano Fuksas, il critico d?arte Achille Bonito Oliva.
?La crescita di attenzione per la Diplomazia Culturale scaturisce dall?importanza che hanno le politiche, i linguaggi e le industrie culturali ed ? conseguenza delle radicali differenze tra i conflitti di oggi e quelli di ieri. La diplomazia classica e gli attori statali e ufficiali faticano spesso a fronteggiare situazioni di crisi. La diplomazia culturale, con il suo soft power, si pone come un?alternativa alle politiche di potenza tradizionali? ha affermato il Presidente onorario dell?Institute for Cultural Diplomacy (ICD) e gi? Ministro per i Beni Culturali, Francesco Rutelli.
?Questo simposio si propone, quindi, di aggiornare il concetto di Diplomazia Culturale, di elaborare politiche innovative e di successo in questo specifico campo, avvalendosi anche dei nuovi strumenti digitali, e di definire al meglio il ruolo della Diplomazia Culturale proprio in considerazione dell?interesse che ci? riveste per il nostro paese,? ha spiegato Rutelli.
Di come la cultura possa essere messa al servizio della pace diventando uno strumento essenziale della diplomazia in grado di dare al paese una posizione egemone nello scenario internazionale ha parlato Gianni Puglisi, Presidente della Commissione Nazionale Italiana dell?Unesco, il quale ha, tuttavia, sottolineato, come l?Italia, nonostante i suoi primati, non sia considerata attualmente alla stregua di una superpotenza e stenti a trovare ascolto nelle sedi internazionali.
?Abbiamo diversi punti di debolezza. Il primo ? la scarsa attenzione con cui guardiamo alla scienza e alla tecnologia, strumenti essenziali invece della Diplomazia Culturale. Questa ?assenza? che denota una sfiducia verso le nostre professionalit? ci deve fare riflettere per due ragioni: la prima perch? se guardiamo al passato abbiamo un?infinit? di grandissimi nomi come Leonardo, Meucci, Galvani, Rubia, Rita Levi di Montalcini? per arrivare ad oggi a Fabiola Gianotti del CERN? Sono solo alcuni degli scienziati che hanno fatto e fanno grandi le scienze italiane.
In secondo luogo, la scarsa attenzione comporta un?assenza di innovazione come risultato di una ricerca. Secondo un?indagine, l?Italia ? al sedicesimo posto in Europa per quanto concerne l?innovazione. E? una posizione di debolezza che ha conseguenze sull?economia e sulla percezione del nostro paese all?estero,? ha affermato Puglisi rilevando come i primati italiani in questo campo vengano visti come frutto del genio individuale, in buona sintesi, come delle eccezioni. Il che fa si che all?estero non abbiano difficolt? a riconoscere alcuni talenti italiani ma sono restii a ricondurre queste eccellenze ad un Sistema Paese coeso,? ha proseguito Puglisi, precisando come, per invertire la rotta, siano indispensabili investimenti e zioni concrete con le camere di commercio, le realt? imprenditoriali ed i partner privati.
?Per quanto riguarda il discorso strettamente culturale, credo sia importante, invece, individuare nuove aree dove sperimentare azioni culturali innovative; aggiornare il personale addetto alla promozione culturale italiana all?estero; creare nelle universit? percorsi formativi precisi senza lasciare mano libera ai docenti; ed, infine, rieducare ognuno di noi alla bellezza del nostro paese, alla necessit? della sua tutela e all?orgoglio della nostra storia,? ha concluso Puglisi.
Un grido d?allarme sullo stato della lingua italiana e sulla scarsit? di risorse disponibili per la cultura ? stato espresso da Paolo Peluffo, Vice Presidente della Societ? Dante Alighieri. ?Secondo una ricerca, nel 2050, la lingua italiana sar? composta solo dalla met? delle parole che usiamo oggi e nel 2300 sar? completamente estinta. Quanto alle risorse per la cultura: nei prossimi venti anni non ce ne saranno. Come non ci saranno risorse private dato che un quarto delle nostre industrie produttive sono gi? scomparse. Il destino della cultura italiana a questo punto ricade tutto su di noi,? ha dichiarato Peluffo invocando l?urgenza di pianificare politiche diverse di diplomazia e l?importanza di elaborare iniziative culturali in grado di catalizzare l?attenzione, come i Parchi Letterari.
Da segnalare l?intervento di Giovanna Melandri, Presidente del museo Maxxi di Roma, che ha sottolineato come sia arrivato il momento di costruire strumenti finanziari per far affluire risorse private in grado di generare profitti che abbiano un effetto sociale e culturale.
Melandri, tra l'altro, ha dichiarato anche la sua intenzione di trasformare il Maxxi in un luogo d?incontro tra l?arte e la ricerca scientifica e tecnologica. ?Mi rendo conto che le risorse sono poche. Quello che chiedo allo Stato ? di continuare a fare funzionare la macchina del Maxxi. Il resto lo troveremo noi nel mondo delle imprese e nel collezionismo privato. Questa ? la sfida di un?istituzione che vuole essere nella mappa del mondo e vuole portare l?Italia nel mondo,? ha affermato il suo Presidente.
Sull? importanza di elaborare una forte diplomazia culturale si ? espresso anche Francesco Aloisi de Lardarel, Presidente Associazione Amici della Dante Alighieri, che ha sottolineato quanto possa contribuire a rafforzare l?immagine dell?Italia nel mondo e dei suoi protagonisti. ?Tutto questo va fatto con il concorso sia delle strutture centrali come i ministeri che di quelle periferiche. E? necessario, infatti, coordinare il lavoro delle istituzioni pubbliche che mirano a portare la cultura italiana all?estero e di altre realt?, come i comitati della Dante Alighieri che dall?estero chiedono cultura italiana. Sono due modelli di strutture operative che l?Italia ha la fortuna di avere ed esistono possibilit? di coordinamento,? ha concluso Lardarel precisando che la Dante Alighieri per far fronte ai sempre pi? ridotti contributi da parte del Ministero Affari Esteri sta potenziando i suoi canali televisivi per l?insegnamento dell?italiano, la vendita di libri, di prodotti video e di servizi turistico-culturali.
Di arte come atto diplomatico ha parlato anche Achille Bonito Oliva il quale ha ricordato che gi? i Medici avevano compreso l?importanza dell?arte come strumento diplomatico ed avevano aperto al pubblico il loro Palazzo e la loro collezione.
Nel corso del Simposio sono stati, inoltre, forniti alcuni dati interessanti sulle motivazioni che spingono gli stranieri a studiare l?italiano. Secondo un campione di 1.000 studenti, il 33% ha indicato nella gratificazione e nell?amore per lo stile di vita italiano le ragioni principali di questa scelta. (13/06/2013-Letizia Guadagno- ITL/ITET)
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