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LAVORO -XVI CONGRESSO CISL- L. OCMIN(RESP.COORDINAM.DONNE) NEO SEGRETARIA CONFEDERALE :"IL PUNTO DI VISTA FEMMINILE STRUMENTO PER USCIRE DALLA CRISI"

(2009-05-25)

    ?La Cisl unisce! Non ? solo uno slogan ma molto di pi?. E? il nostro modo di essere uomini e donne all?interno di una grande organizzazione sindacale, uno straordinario spazio collettivo che si nutre di diritti, di tutele di doveri e di responsabilit? per una difesa vera dei pi? deboli?.

Cos? Liliana Ocmi, coordinamento donne Cisl, intervenendo durante l?ultima giornata del XVI congresso Cisl.

  ?C?? un dato da cui non si sfugge ? prosegue Ocmin-  oggi i poveri sono pi? poveri, e i ricchi sono pi? ricchi. La forbice della diseguaglianza sociale si ? allargata in tutto il mondo e quando ci? avviene, le donne sono le prime a pagare. Pi? disuguaglianza significa anche pi? diritti umani violati: pensiamo alla Cina, all?Afghanistan, alla Birmania ed a quanto sta vivendo in queste ore Aung San Suu Kyi, condotta in carcere dalla giunta militare birmana, bench? i giorni scorsi sia stato lanciato l'allarme per il deterioramento del suo stato di salute.  La stessa attenzione dobbiamo riservarla al Darfur ? e purtroppo anche a molti altri Paesi ? dove i diritti inviolabili dell?uomo sono calpestati ogni giorno nell?indifferenza generale. In tanti, troppi paesi del mondo, le donne e i bambini, sono sfruttati, segregati, violentati nell?indifferenza generale.  Dobbiamo far sentire pi? la nostra voce: senza libert? e democrazia non c?? sviluppo economico e sociale. Ed ? per questo che per una crisi globale ? necessaria una risposta globale!?  ?Costruire un mondo migliore significa riscrivere regole condivise e pensare a una nuova governance del pianeta. La Cisl, come sostiene nella sua relazione il nostro Segretario Generale, deve essere protagonista di questo processo perch? abbiamo nel nostro DNA la dimensione internazionale del sindacato, l?idea di una globalizzazione dei diritti, delle opportunit?, dell?assunzione delle responsabilit? e della solidariet??.

  ?L?Europa deve essere per tutti noi un punto di riferimento se vogliamo incidere e avanzare sulle questioni di genere ma anche sui temi di grande attualit? come il lavoro, l?ambiente, l?immigrazione ecc? L?Europa deve affermare il proprio ruolo.?  ?Dobbiamo continuare pi? dettagliatamente a quantificare gli effetti della strategia di Lisbona negli ultimi anni, per comprendere come incide anche la disuguaglianza di genere sul prodotto interno lordo, dati questi importanti  per capire la necessit? di funzionalit?, di efficacia dei servizi sociali, del  welfare e dei meccanismi di sussidiariet?"."Non sono solo questioni di numeri, n? di dati; sono funzionali ad evidenziare come la questione di genere pu? essere un nuovo modo di interpretare il presente e il futuro delle nostre societ? e per aprire ? come ha detto Raffaele Bonanni ? una nuova stagione di protagonismo delle donne, a partire dal mondo del lavoro?.

?Molte le ragioni che spingono a favorire la crescita del ruolo femminile nel mondo del lavoro: Dare impulso all?economia. Tutte le proiezioni attestano che un?occupazione femminile allineata ai tassi medi europei, farebbe crescere il nostro PIL di quasi 7%. Nell?UE, di circa 8 milioni di nuovi posti di lavoro creati dal 2000 a oggi, 6 milioni sono stati occupati dalle donne; Rispondere alla crisi economica e finanziaria: La valorizzazione professionale delle donne e una maggiore trasparenza nel riconoscimento del merito ? degli uomini e delle donne -  pu? rappresentare un contributo concreto per dare risposte all?attuale crisi. Nonostante i passi avanti ? ancora bassa la percentuale di donne nei Consigli di Amministrazione delle societ? quotate in Europa. L'Italia ? in coda con il 4% rispetto all'11% della media UE (nelle prime 300 societ? europee solo il 2,1% per le italiane a fronte di una media del 9,7%, nel 2008).  Tra le prime 10 societ? italiane non vi ? una sola donna nei Consigli di Amministrazione.
E? necessario Investire sulla diversit? come valore a partire di una maggiore presenza femminile ai vertici delle aziende. Le aziende che saranno in grado di gestire il cambiamento otterranno un vantaggio competitivo.
Dobbiamo essere tutti consapevoli che nella societ? della conoscenza, l?uscita dalla crisi,  la crescita dell?occupazione saranno possibili se si investe anche in nuove politiche capaci di favorire l?accesso delle donne al mercato del lavoro".

  "Come ? noto le politiche del lavoro che favoriscono l?occupazione femminile, producono anche grandi effetti macroeconomici: danno stabilit? alla famiglia, aumentano la produttivit?, migliorano il trend demografico. Sono aspetti che un Sindacato riformista come la CISL conosce bene e a fondo. Cos? come erano assai chiari nella visione di Marco Biagi che, non a caso, individuava nel grado d?inclusione delle donne la misura del successo della riforma del mercato del lavoro. Oggi per affrontare le ulteriori innovazioni del mercato del lavoro, questi sono insegnamenti importanti, che costituiscono il nostro patrimonio di donne, impegnate nella Cisl, una grande organizzazione che sa innovare e leggere con creativit? i processi sociali in cui tutti siamo coinvolti.
Condizione questa, per evitare di perdere la strada maestra ovvero potenziare la nostra organizzazione attraverso l?adesione degli attivi dei giovani, degli immigrati e  - consentitemi di dirlo ? soprattutto delle donne".

  "Onorare il nostro impegno nei confronti dei lavoratori e delle donne significa partire dalla realt?. Il dato di fatto pi? inquietante ? che nonostante la crescita degli ultimi anni il nostro Paese, anche a causa delle differenze territoriali ? Nord - Sud - ? il fanalino di coda, in Europa, nell'occupazione femminile. Siamo ben lontani dall?obiettivo del 60% previsto dalla strategia di Lisbona! Questa condizione dell?occupazione femminile ? figlia, come sappiamo, di una debole politica allo sviluppo, di uno scarso sostegno all?occupazione femminile, di modelli di organizzazione del lavoro,  di ritardi culturali che incidono negativamente sulle politiche di conciliazione e di discriminazione nell?accesso alla formazione che ? fondamentale per mantenere vive e aggiornate conoscenze e competenze. Si tratta, come sosteniamo da tempo,  questioni cruciali per lo sviluppo e l?affermazione di corrette politiche di genere. Includere le donne non significa limitarsi a un?azione politicamente corretta ma produrre innovazioni di sistema consapevole che ne pu? beneficiare l?intera societ?! Costruire con le pari opportunit? un sistema di valorizzazione del merito!"

  "La conciliazione pu? diventare uno strumento di grande  sviluppo delle politiche di genere proprio alla luce delle prospettive che si sono aperte con gli accordi sul nuovo modello contrattuale.
Nuovi ambiti alla contrattazione di secondo livello aprendo cos? scenari di grande portata alle politiche di conciliazione perch? le declina all?interno degli spazi produttivi reali, nei contesti aziendali e territoriali dando, agli obiettivi di conciliazione, una concretezza che tocca direttamente la vita professionale e personale dei lavoratori e delle lavoratrici".
Purtroppo l?attuale struttura economica pone spesso le donne di fronte ad un bivio: o investire nella professione e nella carriera o puntare sulla famiglia, sui figli e sugli affetti come scelta talvolta irreversibile e definitiva. Si tratta invece di una alternativa secca che va rifiutata cos? come va respinta l?idea che la maternit? possa essere vista come un handicap professionale, come una dichiarazione di guerra al lavoro e alla carriera. Le nostre societ? hanno il dovere di riportare la maternit? al centro dell?attenzione. Come Cisl e come donne lo diciamo da tempo: una societ? che non procrea e che non rigenera le proprie forze vitali ? una societ? destinata al declino".

  "Innovare sul modello contrattuale e le relazioni sindacali significa investire sempre di pi? nella bilateralit?. La Cisl ? pi? di altri il sindacato della bilateralit?, un concetto che ha forti richiami con la cultura femminile della conciliazione, dell?armonizzazione, del fare squadra e sistema.La bilateralit? ? lo strumento per la gestione del mercato del lavoro, dei percorsi formativi, della gestione dei servizi a sostegno della famiglia (vedi proposta sui documenti preparati dal gruppo di lavoro contrattazione)".

  "Se vogliamo invertire la tendenza, abbiamo anche bisogno di interventi capaci di alimentare una sempre maggiore democrazia economica. Sarebbe interessante  riflettere su altri modelli come ad esempio quello di alcuni paesi del Nord d?Europa che stabiliscono per legge che sia riservata una quota alle donne all?interno dei consigli di amministrazione delle aziende. Non per limitare la politica di genere allo schema delle quote rosa ma perch? crediamo sia importante dare un segnale forte e aprire alle donne ?la stanza dei bottoni?: all?interno delle aziende, negli enti, e pi? in generale in tutte le organizzazioni. Ci? significa dare corpo e senso ad un sistema di democrazia economica e di partecipazione dei lavoratori e delle lavoratrici".

  "Dobbiamo essere tutti convinti che il punto di vista femminile ? uno strumento prezioso per uscire dalla crisi ed innovare la societ?: la capacit? di ponderare delle donne, di prendere decisioni importanti, di assumersi responsabilit? dentro scenari che cambiano rappresentano un punto di forza per l?intera societ?. La Cisl ha voluto dare l?esempio di come sia possibile fare passi in avanti. A partire da se stessa. Riservare alle donne almeno un 20% di posti all?interno degli organismi dirigenti non ? una concessione al politicamente corretto ma un grande segnale di innovazione culturale e di riforma organizzativa!"

  "Dobbiamo investire su questa scelta innovativa della Cisl. Ben sapendo che sarebbe sbagliato immaginarla come qualcosa di definitivo. Come una sorta di scelta a tempo indeterminato. Il nostro obiettivo non ? la quota rosa ma aprire nuovi varchi, rafforzare una cultura della parit?, attivare un mainstreaming di genere all?interno della nostra confederazione. Perch? non ci interessa soltanto tutelare di pi? le donne in Cisl ma trasmettere a noi stesse e a tutta l?organizzazione il beneficio di una cultura della parit? sempre pi? diffusa e pervasiva".
"Il bisogno di nuovi e flessibili modelli organizzativi per accrescere la rappresentanza e la rappresentativit? delle donne della CISL. Per essere all?altezza di questa sfida occorre ripensare ai nostri modelli organizzativi, il ruolo del coordinamento nazionale e la relazione tra coordinamento e donne impegnate ai vari livelli nella CISL. Abbiamo bisogno di un modello organizzativo che metta a frutto l?esperienza concreta di questi anni, e che ci consenta di accrescere le adesioni, la rappresentanza e la rappresentativit? delle donne. Servono modelli aperti, sperimentali e flessibili che ci mettano al riparo dalla ?gabbie comportamentali? che sviliscono il dibattito e cristallizzano le posizioni. Questo significa superare il tab? del modello standard".

"Non pu? esistere un unico modello valido per tutte le realt?. Se pensiamo questo ci condanniamo all?immobilismo. Dobbiamo invece cogliere le specificit? di ogni territorio e di ogni categoria, dando vita ad un ?federalismo del fare? capace di raccogliere, in una cornice generale, i ?mille fiori? che sorgono dal basso. Dobbiamo connettere le donne presenti negli organismi dirigenti, quelle dei coordinamenti e le donne iscritte alla CISL. Dobbiamo dare vita a una comunicazione virtuosa necessaria per accrescere la cultura di genere e per contaminare l?intera organizzazione: dalle adesioni alla Cisl fino alla rappresentanza negli organismi orizzontali e verticali".

  "Dobbiamo strutturarci su tre livelli: nazionale, categoriale e territoriale. Dando innanzitutto vita ad un Coordinamento Nazionale allargato e rappresentativo, che dovr? trovare nell?assemblea annuale delle donne della Cisl un momento alto di sintesi della elaborazione sulla politica di genere coinvolgendo esperti, personalit? del mondo accademico, opinion leader, sindacalisti e studiosi. Un appuntamento quello dell?Assemblea in grado di fare della Cisl e del Coordinamento delle Donne un punto di riferimento per la politica, le istituzioni e l?opinione pubblica sulle questioni di genere e delle pari opportunit?. Ma una grande scommessa prender? corpo quel ?federalismo del fare? che abbiamo indicato come direttrice strategica della nostra azione politica e sindacale".
"Per questo saranno proprio le donne di ciascuna categoria ad indicare modelli e modalit? organizzative, lavorando in parallelo con i coordinamenti intercategoriali, territoriali al fine di favorire l?elaborazione politica e le proposte per l?intero movimento femminile cislino".
"Vogliamo offrire alla Cisl e al Paese un contributo determinante anche nella concretezza del quotidiano perch? dobbiamo sempre pi? essere ? care amiche ed amici ? operatori ed operatrici del sociale!
Per questo dobbiamo attivarci:  Misurando l'impatto di genere: con sempre maggiore attenzione e trasparenza nella raccolta e diffusione dei dati (gender sensitive) nei luoghi di lavoro (numero di donne ai vertici, turnover femminile, trattamento,) e nelle statistiche nazionali/locali; Lanciando programmi di formazione adeguati e rispondenti alle esigenze delle donne nei percorsi di carriera cos? da valorizzare le abilit? e i saperi complementari delle donne e la loro diversit?;
Introducendo politiche di flessibilit? dei tempi di lavoro, condivisione familiare e sociale delle attivit? di cura, e conciliazione lavoro-famiglia; Agevolando la crescita del numero di donne nei ruoli decisionali con obiettivi per il riequilibrio di genere nei livelli pi? elevati dell'organizzazione; Utilizzando programmi di mentoring - che consentano alle donne di uscire dal loro isolamento, essere pi? visibili, migliorare le loro performance; Sostenendo l'imprenditoria femminile innanzitutto nell?accesso al credito; Attivando programmi per facilitare il rientro nelle professioni con piani di sviluppo della carriera;  Mettendo a punto politiche fiscali per incentivare l'occupazione femminile.
Vogliamo superare ogni autoreferenzialit? femminile. Vogliamo proporre all?intera confederazione un percorso innovativo e flessibile di valorizzazione delle donne, capace di incidere positivamente sulla linea politica complessiva di tutta l?organizzazione".

"Vogliamo- in sintesi-  creare consapevolezza e sensibilizzare le istituzioni e le imprese sull'importanza delle donne come risorsa di crescita economica. Abbiamo bisogno di misure concrete - a livello aziendale e istituzionale - per una maggiore presenza delle donne nel mercato del lavoro.Per questo servono campagne di sensibilizzazione internazionali, di comunicazione e di coinvolgimento delle di categoria in grado di:
Far comprendere meglio i vantaggi economici e delle condizioni generali di vita dell'intera collettivit? connessi ad un pi? ampio accesso delle donne al lavoro e ai ruoli decisionali;
Diffondere esempi positivi;
Sollecitare gli attori economici e le istituzioni ad agire per rispettare gli obiettivi fissati dal Protocollo di Lisbona.
Vuole essere questo il nostro contributo al riformismo solidale della Cisl all?interno di un pluralismo sindacale che non costituisca un limite ma un elemento di forza e di democrazia per il Paese.
Noi, come disse Federico Caff?, preferiamo ?il poco al tutto, il realizzabile all'utopico, il gradualismo delle trasformazioni a una sempre rinviata trasformazione radicale del ?sistema?.
Pochi concetti ma concreti che contengono idee centrali per il pensiero e l?identit? della Cisl ma anche quel senso della misura, e dei piccoli passi che sono patrimonio indiscusso della cultura femminile pi? aperta e moderna.
E? il nostro modo di essere e di fare: contribuire con onest? e modestia alla crescita ed allo sviluppo della Cisl. Ha scritto Marguerite Yourcenar: ?Modesti sono coloro che hanno una tranquilla fiducia in s? stessi?.
Vogliamo continuare a sentirci cos?:ad avere fiducia in noi stesse senza strepitare, senza forzare, senza racchiuderci in una torre d?avorio che impedisce di proiettarsi verso l?esterno. Per dare vita ad nuova stagione di diritti, di tutele e di opportunit?.(24/05/2009-ITL/ITNET)





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